Meditazioni 27 luglio 2009
Solo dicendo sì a Cristo, al Mistero fatto carne, nelle circostanze evitabili ed inevitabili, negli istanti più brevi o più evidenti che formano la nostra esistenza, la vita cambia, Cristo ci cambia, ci fa crescere come uomini nuovi; sperimentiamo l’uomo nuovo, quel centuplo – nell’interezza dell’esperienza umana – promesso da Gesù. Occorre essere determinati a vivere questa continua tensione. Ciò che incessantemente deve sostenerla e alimentarla è la preghiera. La prima forma di obbedienza deve essere la preghiera. “O Dio vieni a salvarmi, vieni presto in mio aiuto; sii luce e forza al mio passo fragile, debole, che fugge da Te; aiutami ad attaccarmi a Te, ad obbedirti; sia fatta la tua Volontà su di me, su quello che faccio, su questo istante; su ogni istante non prevalga la mia, ma la tua Volontà…” (Nicolino Pompei).
… Invocazione allo Spirito Santo
O Maria santissima, Madre nostra dolcissima, prendici e tienici sempre per mano… Accompagnaci sempre a guardare Gesù, a rivolgerci a Lui, a lasciarci afferrare da Lui, come un bambino in braccio a sua madre. A te, o Maria, affidiamo il nostro Movimento e i gesti che stiamo vivendo e proponendo nel cammino di questa estate; a te affidiamo Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore.
I MISTERI DEL SANTO ROSARIO
(Le meditazioni sono tratte dall’Ufficio delle letture del 23 luglio, memoria di Santa Brigida)
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Onore a te, Signore mio Gesù Cristo, per aver sudato sangue dal tuo corpo innocente nel timore della passione e della morte, operando tuttavia la nostra redenzione che desideravi portare a compimento, mostrando così chiaramente il tuo amore per il genere umano.
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Lode a te, Signore mio Gesù Cristo, per avere permesso con tanta pazienza di essere legato alla colonna, di essere flagellato in modo disumano, di essere condotto coperto di sangue al giudizio di Pilato, di esserti mostrato come un agnello innocente condotto all’immolazione.
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Gloria a te, Signore mio Gesù Cristo, per essere stato deriso quando, rivestito di porpora, sei stato coronato di spine acutissime, e per aver sopportato con infinita sapienza che il tuo volto glorioso fosse coperto di sputi, che i tuoi occhi fossero velati, che la tua faccia fosse percossa pesantemente dalle mani sacrileghe di uomini iniqui.
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Onore a te, Signore mio Gesù Cristo, per esserti lasciato condannare nel tuo santo corpo, ormai tutto inondato di sangue, alla morte di croce; per aver portato con dolore la croce sulle tue sacre spalle, e per aver voluto essere inchiodato al legno del patibolo dopo essere stato trascinato crudelmente al luogo della passione e spogliato delle tue vesti.
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Lode eterna a te, Signore mio Gesù Cristo, per ogni ora in cui hai sopportato per noi peccatori sulla croce le più grandi amarezze e sofferenze; infatti i dolori acutissimi delle tue ferite penetravano orribilmente nella tua anima beata e trapassavano crudelmente il tuo cuore sacratissimo, finché venuto meno il cuore, esalasti felicemente lo spirito e, inclinato il capo, lo consegnasti con tutta umiltà nelle mani di Dio Padre, rimanendo poi, morto, tutto freddo nel corpo. Sii benedetto, Signore mio Gesù Cristo, per aver redento le anime col tuo sangue prezioso e con la tua santissima morte, e per averle misericordiosamente ricondotte dall’esilio alla vita eterna. Sii benedetto, Signore mio Gesù Cristo, per aver lasciato che la lancia ti perforasse, per la nostra salvezza, il fianco e il cuore, e per il sangue prezioso e l’acqua che da quel fianco sono sgorgati per la nostra redenzione.