Meditazioni 27 aprile 2015
Solo Lui è capace di far ardere incessantemente il nostro cuore perché è solo per Lui che è stato costituito e tessuto in noi. Ognuno di noi, proprio ora, attraverso questo gesto si senta chiamato per nome da Gesù. Ognuno di noi gli spalanchi il proprio cuore affamato solo di Lui, perché la Sua presenza possa ancora una volta incontrarci e mostrarsi in tutto il Suo amore, in tutta la Sua forza di resurrezione, di redenzione e di vittoria, proprio dentro il nostro umano così segnato da debolezza mortale. Solo se ci lasciamo raggiungere e investire dalla forza di Cristo risorto che ci viene sempre incontro, potremo sperimentare quell’ardore del cuore, quel respiro della vita, quel recupero e quella rinascita reale del nostro umano, quella capacità di affronto del nostro drammatico quotidiano, quell’amore e quella passione verso la realtà e l’esistenza di ogni uomo che abbiamo incontrato nell’esperienza umana dei Suoi primi discepoli. Potremo incontrarla finalmente come un’esperienza quotidiana, sempre possibile a tutti in ogni momento e dentro qualsiasi condizione. Ed essere così testimoni credibili (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?).
“Chiediamo che il Signore ci renda partecipi della Sua resurrezione: ci apra alla Sua novità che trasforma, alle sorprese di Dio, tanto belle; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ciò che Egli opera nella nostra storia personale e in quella del mondo; ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo e operante in mezzo a noi” (Papa Francesco, 30 marzo 2013). In comunione con Nicolino e con i nostri amici che sono a Lourdes, preghiamo per tutte le intenzioni che abbiamo consegnato a questo pellegrinaggio, in particolare per le vittime del terremoto in Nepal; preghiamo per Matteo, che è in attesa di una sentenza importante, per sua mamma Irene e per Claudia, la moglie del carabiniere ucciso, che abbiamo incontrato quest’anno al Convegno; preghiamo per Brigida, Cecilia, Eva e Giorgia che domenica riceveranno la Prima Comunione.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
È solo la presenza di Cristo risorto, la Sua paziente e permanente iniziativa di amore e di misericordia che rende quei poveri uomini – così fragili e pieni di paura e di incertezza, così ostinati nella loro incredulità e così lenti a comprendere – capaci, idonei e degni di essere Suoi testimoni. L’unica qualità di quelle donne e di quegli uomini è solo quella di aver visto il Risorto, di essere stati incontrati da Lui, di avergli parlato e di averlo toccato (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
L’unica qualità di quelle donne e di quegli uomini è solo quella di aver visto il Risorto, di essere stati incontrati da Lui, di avergli parlato e di averlo toccato. E chi li renderà idonei e capaci di essere la prima carne, la prima umanità, la prima comunione attraverso cui si affermerà la Santa Chiesa? Sempre e solo la continua opera della Grazia di Cristo, che permanentemente li investirà attraverso l’azione dello Spirito Santo. Quindi nessuna capacità o forza particolare, nessuna coerenza o moralità indefettibili. Semplicemente l’essere stati scelti e chiamati da Gesù, l’essere stati testimoni di Cristo risorto, della forza travolgente della Sua resurrezione e l’azione dello Spirito Santo che, nella Pentecoste, li renderà definitivamente corpo mistico e comunione permanente della presenza di Cristo risorto (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
È attraverso la vita della Chiesa – attraverso i suoi Sacramenti, la Parola di Dio sempre attualizzata e custodita dal Magistero, la comunione dei suoi pastori e di tutto il popolo credente con il Papa, attraverso la molteplicità dei carismi di cui lo Spirito Santo la fa sovrabbondare – che la presenza di Cristo continua e continuerà a manifestarsi, a farsi incontrare, a prendere l’iniziativa, a parlare, ad attirare, ad operare, a riprendere, perdonare, redimere, resuscitare e salvare la vita di ogni uomo. Fosse anche impantanata nella tragica condizione di errori, peccati e tradimenti, soggiogata da un’angosciante debolezza e fragilità, martoriata dall’esperienza di sofferenze e di dolori che lasciano senza fiato e spezzano le gambe. È solo dentro questa Vita lasciata partecipare, estendere e innestare alla nostra che Gesù ci fa partecipi e ci investe della Grazia della Sua resurrezione, aprendoci e accompagnandoci a vivere tutta la realtà, fin dentro la molteplicità di rapporti e circostanze drammatiche che altrimenti ci troverebbero perdenti e sconfitti in partenza (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
“Cristo ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ogni tempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita e nelle realtà concrete della storia e della società. Per questo mi sembra importante sottolineare quello che oggi domandiamo a Dio nella Liturgia: «O Padre, che fai crescere la tua Chiesa donandole sempre nuovi figli, concedi ai tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede»… È vero, il battesimo che ci fa figli di Dio, l’eucaristia che ci unisce a Cristo, devono diventare vita, tradursi cioè in atteggiamenti, comportamenti, gesti, scelte.” (Papa Francesco, 1° aprile 2013, in Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata regina
“La Grazia contenuta nei sacramenti pasquali è un potenziale di rinnovamento enorme per l’esistenza personale, per la vita delle famiglie, per le relazioni sociali. Ma tutto passa attraverso il cuore umano: se io mi lascio raggiungere dalla Grazia di Cristo risorto, se le permetto di cambiarmi in quel mio aspetto che non è buono, che può far male a me e agli altri, io permetto alla vittoria di Cristo di affermarsi nella mia vita, di allargare la sua azione benefica. Questo è il potere della Grazia! Senza la Grazia non possiamo nulla!… E con la Grazia del battesimo e della comunione eucaristica possiamo diventare strumento della misericordia di Dio, di quella bella misericordia di Dio. Esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto: ecco, cari fratelli e sorelle, il nostro impegno quotidiano, ma direi anche la nostra gioia quotidiana” (Ibi).