Meditazioni 26 maggio 2014
Tu, o Maria, sei la pienezza e la certezza di quello che siamo chiamati ad essere, la pienezza esemplare per tutta la santa Chiesa di ciò che siamo chiamati a vivere come abbandono al Mistero, a Dio, a Cristo nell’istante breve. Con il tuo “sì” ci hai dato Gesù, ci hai dato Dio che si rivela nella carne di Gesù. Dice Origene: “A che ti serve che Cristo sia venuto un tempo nella carne, se non è venuto anche nella tua anima, nella tua carne? (Se non posso mostrare che Egli viene ed è presente ora nella mia carne?). Preghiamo dunque perché ogni giorno il suo avvento si compia in noi, affinché possiamo dire: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,20)” (cfr. Origene, In Luc., 22, 1-5). Ci sostenga la tua materna e potente compagnia nella risposta che siamo ora chiamati a dare all’iniziativa del Mistero, che ci sta avvolgendo e chiamando proprio adesso […]. Ci sostenga ad assumerla come tensione normale dentro il drammatico cammino della vita, nel drammatico rapporto con la realtà di ogni giorno. Affidiamoci come bambini alla sua materna presenza. Guardiamola sempre e domandiamole sempre che la nostra libertà si inserisca nella sua, che il nostro “sì” si innesti nel suo “sì”, nel suo “sì” a Dio (Nicolino Pompei, Chi perderà la propria vita per me la troverà).
Accompagniamo con la nostra preghiera il Santo Padre nel viaggio che sta vivendo in Terra Santa. In comunione con Lui invochiamo il dono della pace per la Terra Santa e per il mondo intero. Affidiamo a Maria Santissima ciascuno di noi, Nicolino, tutte le intenzioni che porta nel suo cuore ed in particolare affidiamo alla Madonna la nostra carissima Alessandra, Isabella, Filippo e tutte le persone malate.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
O Maria, Madre di Gesù,
tu che hai accolto, insegnaci ad accogliere;
tu che hai adorato, insegnaci ad adorare;
tu che hai seguito, insegnaci a seguire. Amen (Papa Francesco, Omelia a Betlemme del 25.05.14).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Il Bambino Gesù, nato a Betlemme, è il segno dato da Dio a chi attendeva la salvezza, e rimane per sempre il segno della tenerezza di Dio e della sua presenza nel mondo. L’angelo dice ai pastori: «Questo per voi il segno: troverete un bambino…». […] Dio oggi ripete anche a noi, uomini e donne del XXI secolo: «Questo per voi il segno», cercate il bambino… (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Chi siamo noi davanti a Gesù Bambino? Chi siamo noi davanti ai bambini di oggi? Siamo come Maria e Giuseppe, che accolgono Gesù e se ne prendono cura con amore materno e paterno? O siamo come Erode, che vuole eliminarlo? Siamo come i pastori, che vanno in fretta, si inginocchiano per adorarlo e offrono i loro umili doni? Oppure siamo indifferenti? Siamo forse retorici e pietisti, persone che sfruttano le immagini dei bambini poveri a scopo di lucro? Siamo capaci di stare accanto a loro, di “perdere tempo” con loro? Sappiamo ascoltarli, custodirli, pregare per loro e con loro? O li trascuriamo, per occuparci dei nostri interessi? (Ibi).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo Gesù che viene presentato al tempio
Rivolgiamo il nostro pensiero a Maria Santissima, che proprio qui a Betlemme ha dato alla luce il suo figlio Gesù. La Vergine è colei che più di ogni altro ha contemplato Dio nel volto umano di Gesù. Aiutata da san Giuseppe, lo ha avvolto in fasce e lo ha adagiato nella mangiatoia. Veglia, o Maria, sulle famiglie, sui giovani, sugli anziani. Veglia su quanti hanno smarrito la fede e la speranza; conforta i malati, i carcerati e tutti i sofferenti; sostieni i Pastori e l’intera Comunità dei credenti, perché siano “sale e luce” in questa terra (Papa Francesco, Regina coeli a Betlemme del 25.05.14).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo Gesù che viene ritrovato nel tempio
Il Bambino Gesù nato a Betlemme, ogni bambino che nasce e cresce in ogni parte del mondo, è segno diagnostico, che ci permette di verificare lo stato di salute della nostra famiglia, della nostra comunità, della nostra nazione. Da questa diagnosi schietta e onesta, può scaturire uno stile nuovo di vita, dove i rapporti non siano più di conflitto, di sopraffazione, di consumismo, ma siano rapporti di fraternità, di perdono e riconciliazione, di condivisione e di amore. […] Alla Vergine Santa affidiamo le sorti dell’umanità, perché si dischiudano nel mondo gli orizzonti nuovi e promettenti della fraternità, della solidarietà e della pace (Ibi).