Meditazioni 26 giugno 2017
Dal profondo del mio cuore a te grido o Signore, ti prego ascolta la mia voce. Se consideri le colpe, o Signore, chi potrà sussistere. Ma sono certo, certissimo: presso di te è solo il perdono. O Signore, sono davanti a te senza niente da offrirti, se non la mia miseria. Sono a mani vuote, niente ti posso regalare se non la mia miseria, il mio peccato, l’amarezza e il dolore per il mio peccato, nell’assoluta certezza del tuo perdono. Con lo stesso cuore del buon ladrone, con la stessa confidenza supplice del buon ladrone, ti prego, Signore, attirami a te, attira tutto il mio cuore, attira tutto me stesso a te e al tuo amore. Di’ soltanto una parola ed io sarò salvato. Rivolgimi tutto il tuo sguardo e sollevami a te risollevandomi alla vita in te. Io non mi muovo, non ce la faccio a vivere e a fare niente, sono incapace di guardarmi, di rapportarmi con chiunque se tu non mi guardi; sono incapace di essere vero, fedele, intero, integro, affogo solo nella paura e nell’angoscia se tu non mi chiami, non mi parli, non mi investi ora di te, della tua presenza, del tuo Amore invincibile ed eterno, se tu non mi afferri e non mi porti con te ad affrontare la vita di ogni giorno. Io penso di morire se non ti sento più parlare, se non ti sento parlare adesso, se non mi attiri adesso a te e non vieni tu dentro di me perché possa accalorarmi della tua parola e del tuo amore,che solo danno pace al mio cuore, luce ai miei occhi ottenebrati, forza al mio passo; che solo mi rendono capace di vivere, di camminare e affrontare la fatica e il dramma della vita di ogni giorno. Sì, o Signore, di’ soltanto una parola, anche solo un breve accenno, un solo tuo sospiro, ed io sarò salvato. Sì, o Signore, questa è tutta la mia certezza, è tutta la mia attesa, è tutta la domanda del mio cuore di adesso e di sempre. Così sia (Nicolino Pompei, Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato).
Per questa stessa domanda affidiamo al Signore Nicolino e tutte le persone per cui ci è stato chiesto di pregare: Alessandro, Anna, Antonella, Chiara, Cristina, Daniele e il suoi genitori Sara ed Alessandro, Francesco, Franco, Gigi, Gina, Giovanni, Lucia e Arturo, Lorena, Marco, don Marco, Mariano, Maria Rosa, Serena, tutti i ragazzi che stanno affrontando gli esami di 3° media e di maturità. Preghiamo per Papa Francesco e in comunione con lui per la popolazione del villaggio cinese di Xinmo, colpito da una frana causata da forti piogge: preghiamo per i defunti, i feriti e per quanti hanno perso la casa.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Proprio quella presenza, che la Maddalena ha visto crocifiggere e morire, adesso è lì davanti a lei ma nella nuova, trasfigurata e misteriosa condizione della resurrezione, e quindi non più condizionata dal Suo corpo. (…) È in questo momento che Gesù le dice: “Maria!”. E lei, al solo sentirsi chiamata per nome, si volge di scatto verso di Lui dicendogli in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: “Maestro”. “Maestro sei proprio tu!!”. Immaginiamo con quale straordinaria e impareggiabile intensità Gesù avrà potuto pronunciare il suo nome. Dovrebbe essere facile immaginarlo perché ciascuno di noi, in un preciso istante della vita, è stato investito dalla medesima eccezionalità, da una medesima e impareggiabile intensità. Quella stessa Presenza, che dentro una intensità incomparabile ha pronunciato il nome di Maria, duemila anni dopo ha pronunciato il nostro nome come nessun altro lo aveva mai fatto (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto…).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
“Ma egli sparì dalla loro vista”. Questo “sparire dallo loro vista” non è per interrompere il suo legame con i discepoli, per sparire come presenza reale, ma per rimanere con loro, come con noi, nella modalità sacramentale con cui ha scelto di farsi attendere e incontrare vivo e risorto ad ogni uomo. “Ed essi dissero l’un l’altro: non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?”. Solo adesso capiscono pienamente quello che già, nel procedere del cammino, avevano, anche se confusamente, in qualche modo presentito, sentito crescere nel cuore, avevano avvertito come una traccia significativa e inconfondibile di quella Presenza eccezionale: la sola capace di far ardere il cuore (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Dice san Paolo ai Romani: “L’Amore di Dio si è riversato nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo”. Dobbiamo invocare lo Spirito Santo perché il nostro cuore si ritrovi nell’apertura ed esigenza originale con cui è stato creato e posto in noi; in quella apertura all’Amore e in quella esigenza incancellabile dell’Amore che ci ha fatto. Nell’apertura e nella semplicità di lasciarsi afferrare e portare dalle braccia del Divino Amore che ci ha fatto e in cui solo è possibile la nostra capacità di corrispondenza e di piena realizzazione nell’amore (Nicolino Pompei, Deus caritas est).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione di Maria in cielo
Chi più di Maria Santissima ci può accompagnare dentro il Mistero dell’Amore di Dio, che l’ha eletta e chiamata ad essere il grembo accogliente della sua nascita come Uomo tra gli uomini. “Tu se’ colei che l’umana natura / nobilitasti sì, che ’l suo fattore / non disdegnò di farsi sua fattura”. Chi più di Maria Santissima – nel cui ventre “si raccese l’Amore”, nel cui grembo l’Amore accade come Uomo per rivelarsi come Uomo, come Uomo che porta anche i suoi connotati umani e materni – possiamo reclamare perché ci accompagni e ci sostenga a corrispondere all’Amore di Cristo, ad una vita segnata dall’amore a Cristo e dall’Amore di Cristo (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata Regina del cielo e della terra
O Maria Santissima, Madre nostra dolcissima, prendici e tienici sempre per mano per portarci sempre da Lui… Accompagnaci sempre a guardare Gesù, a rivolgerci a Lui, a lasciarci afferrare da Lui, come un bambino in braccio a sua madre (Ibi).