Meditazioni 26 giugno 2011
“Ogni anima, [scrive san Bernardo di Chiaravalle] benché piena e carica di peccati, irretita nei vizi, schiava delle passioni, prigioniera in esilio, incarcerata nel corpo, aderente al fango, immersa nel pantano, legata alle membra, attanagliata dalle preoccupazioni, dissipata dagli affari, contratta dai timori, afflitta dai dolori, sbandata tra gli errori, ansiosa nelle sollecitudini, inquieta per i sospetti, pellegrina in terra di nemici, addirittura infetta in mezzo ai morti e destinata alla compagnia con quelli che sono nell’inferno. Per quanto così dannata e disperata essa può notare in sé un motivo non solo per respirare nella speranza del perdono, nella speranza della misericordia ma perfino osare aspirare alle nozze del Verbo, da non temere di stringere patto d’alleanza con Dio, da non dubitare di stringere soave giogo d’amore con il re degli angeli: che cosa non oserà con sicurezza e senza timore presso colui di cui essa scorge in sé la nobile immagine, conosce la splendida somiglianza? Che cosa avrà da temere dalla maestà, essa a cui è data fiducia a motivo della sua origine? … Basta che abbia cura di conservare, con l’onestà della vita, la libertà della natura” (San Bernardo, in La bocca non da dire né la parola esprimere: solo chi lo prova può credere cosa sia amare Gesù, p 55) .
Invocando lo Spirito Santo, chiediamo di avere cura di conservare la libertà della nostra natura, di saper cioè riconoscere ed assecondare il nostro cuore per quello che esso è nella sua irriducibilità e ineludibilità di desiderio; chiediamo di avere a cuore il cuore, di avere a cuore la nostra vita, di avere un amore alla nostra vita nella sua originale e razionale tensione alla e per la verità.
… Invocazione allo Spirito Santo
Nell’affidamento di questa sera vogliamo ringraziare il Signore per la guarigione di Alessia. Da Ippazio e Paola, che ci avevano chiesto di pregare per lei e per la sua famiglia, abbiamo ricevuto questo messaggio: “grazie ancora per le vostre preghiere. Il Signore ha compiuto meraviglie. Stiamo preparando la testimonianza della guarigione di Alessia. Per ora vi anticipiamo che sono successe e stanno succedendo cose grandiose nella vita di Alessia e nella sua famiglia. Vi invieremo tutto appena sarà pronto, perché se queste cose avvengono è per la gloria del Signore. Amen! Un abbraccio da Ippazio e Paola De Iaco”. Unendoci alla gioia di questa famiglia, continuiamo a pregare per tutte le persone malate nel corpo e nello spirito, in particolare invochiamo l’intercessione della Madonna per la piccola Daria.
Questa sera vogliamo pregare particolarmente per il Santo Padre Benedetto XVI, che mercoledì festeggerà il 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale; insieme a lui, vogliamo portare nella nostra preghiera anche tutti i sacerdoti ed in particolare don Marco, che è stato ordinato sacerdote sabato ad Ancona, e Alessio, che mercoledì sarà ordinato diacono ad Osimo.
Invocando su ciascuno di noi la materna protezione di Maria, preghiamo particolarmente per Nicolino e per tutte le sue intenzioni.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”. Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: “Così, non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mt 26, 36-41).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mc 15,12-15).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: “Salve, re dei Giudei!”. Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo (Mt 27,27-31).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo (Gv 19,17-18).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta d’aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “È compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito (Gv 19, 25-30).