Meditazioni 26 gennaio 2015
Ora dobbiamo aprire il nostro cuore alla domanda. Tutto il nostro lavoro non può che essere sempre e ultimamente preghiera. Sant’Agostino afferma che “porre la speranza nella preghiera è totum atque summum negotium /è l’attività, il lavoro totalizzante e sommo”. Dobbiamo quindi incessantemente mendicare Gesù, mendicare il Suo sguardo sempre, perché ci investa, ci commuova lo sguardo e il cuore, ci rimetta sempre in piedi e in cammino con Lui e dietro a Lui. Dobbiamo mendicare a Gesù la Grazia di vincere tutta la nostra estraneità e la nostra resistenza nella Grazia della Sua attrattiva presente. Di vincere e farci uscire da quella strettoia di immagini e di pensieri dentro cui soffochiamo, arrestiamo e perdiamo la vita, sottomettendola al dominio della nostra misura; al dominio delle nostre misere e brevi vedute, in cui qualcuno di noi si ritrova o vorrebbe ancora definire e affermare se stesso, gli altri, la realtà e anche l’appartenenza alla Compagnia. Dobbiamo domandare la Grazia di essere ridestati alle esigenze del cuore, all’emergenza del nostro bisogno, all’impeto del nostro desiderio. […] E tanto più la nostra affezione la lasceremo spostare verso il Suo sguardo, quanto più risulterà coincidente proprio con la Sua presenza. Quanto più quello che si farà, lo si farà con Lui, in Lui e per Lui. Tutto quello che si amerà, lo si amerà con Lui, in Lui, per Lui. Tutto quello che si cercherà sarà solo il Suo sguardo. Tutto quello che si domanderà sarà la Sua presenza, di rimanere con Lui, di amarlo dentro ogni cosa/sopra ogni cosa (Nicolino Pompei, Guardate a Lui e sarete raggianti).
Affidiamo a Maria Santissima Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore; in particolare preghiamo per Papa Francesco, per Alessandra, per il piccolo Pietro, per Marco e Maria, per Isabella, per Benedetta, per Francesco e per tutte le persone malate; preghiamo per tutti i nostri cari defunti ed in particolare per Laura e per Bibi. Affidiamo a Maria Santissima tutti cristiani che in varie parti del mondo soffrono ancora persecuzioni e violenze e invochiamo insieme il dono della pace.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Cristo viene a salvarci, viene a salvarci patendo e morendo, subendo l’atroce dolore, subendo l’ingiusta morte: la morte più lenta e infame. La subisce per me e la vince per me, risorgendo per me. È risorto, come aveva promesso, per me. È la fine della fine, è la morte della morte come ultima parola sulla vita. È la fine dell’incidenza tragica della veduta corta e nichilista su di me e sul mondo come ultimo giudizio; è il prorompere della Vita come ultima parola, della sua ultima parola come Misericordia su ogni uomo; è l’inizio della vita vera, già nell’adesso (Nicolino Pompei, Il centuplo adesso e in eredità la vita eterna).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
“Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3). E Se Gesù nelle parole rivolte ai Suoi lega il centuplo alla vita eterna è perché questa – scopo della vita – non è qualcosa di distaccato, di sconnesso dai rapporti, dai fattori della realtà, dal dinamismo della vita di ogni giorno. Bensì ne è proprio il definitivo destino, che Gesù stesso viene a rivelare, a rendere possibile, di cui in Lui ci rende capaci. Proprio perché ne è la Rivelazione, è il Mistero fatto carne, è già qui la possibilità di questa vita, che sarà totalità nella vita eterna. Il centuplo è da capire nella coscienza e nell’esigenza che siamo del destino eterno, della vita eterna. La vita eterna come attuazione e compimento della vita adesso, che quindi già deve essere partecipata e germogliare in ogni dove e in ogni fattore dell’umano, come esperienza dell’umano (Nicolino Pompei, Il centuplo adesso e in eredità la vita eterna).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Gesù introduce nella vita di quei primi uomini attorno a Lui la promessa del Consolatore. “Un altro Consolatore che rimarrà con voi per sempre”. Lo Spirito Santo. Lo Spirito del Padre, lo Spirito di Cristo risorto, lo Spirito Santo. “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà quanto vi ho detto”. Solo nell’azione dello Spirito Santo siamo sostenuti nel cammino della fede e continuamente introdotti alla verità tutta intera; al pieno e vero riconoscimento della sua presenza viva e come rivelazione del Padre, come rivelazione del disegno del Padre su ciascun uomo. Afferma, infatti, san Paolo nella prima Lettera ai Corinzi: “Nessuno può dire «Gesù è il Signore» se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (Nicolino Pompei, Mostraci il Padre e ci basta… Chi ha visto Me ha visto il Padre).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
O Maria santissima, Madre nostra dolcissima, prendici e tienici sempre per mano per portarci sempre da Gesù… Aiutaci a risentire l’irriducibile grido del nostro cuore, suggerisci la posizione adeguata del cuore, aiutaci a riaccenderci nella preghiera umile e mendicante. E accompagnaci sempre a guardare Gesù, a rivolgerci a Lui, a lasciarci afferrare da Lui, come un bambino in braccio a sua madre (Nicolino Pompei, La bocca non sa dire, né la parola esprimere: solo chi lo prova può credere cosa sia amare Gesù).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo l’incoronazione di Maria
Il nostro cuore sia nell’imitazione e nella coincidenza del cuore di Maria quando ha risposto “fiat” al Mistero: si faccia di me secondo te, secondo la tua parola, secondo la volontà e il disegno del Padre. Questa domanda e questo affidamento siano nella direzione delle parole che Papa Benedetto XVI rivolge proprio a lei, a conclusione dell’Enciclica Spe Salvi: “…Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, a sperare e ad amare con te. Indicaci la via verso il suo Regno! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino!” (Nicolino Pompei, Mostraci il Padre e ci basta… Chi ha visto Me ha visto il Padre).