Meditazioni 25 giugno 2018
Se ora non siamo qui nella pressante emergenza del nostro bisogno, non saremo nemmeno con quell’apertura adeguata, con quell’attesa trepidante, con quell’urgenza di lasciarci incontrare ed afferrare dalla presenza di Gesù che ancora una volta,“tagliando corto”, ci sta venendo incontro. Ancora una volta, attraverso questo gesto, si china su di noi, chiedendo semplicemente di essere accolto, di essere accolto così come siamo, pieni solo del nostro bisogno di lui. E occorre che questo bisogno riemerga ora. Non basta averne preso coscienza e averlo visto emergere fino a ieri, perché siamo ora questo bisogno di lui, questa miseria che ha bisogno di lui. È adesso che ho bisogno della sua presenza; è adesso che ho bisogno di sentirla e riconoscerla presente; è adesso che ho bisogno che la sua presenza viva si mostri e possa investire e dominare ora il mio cuore e il mio sguardo. Ed è proprio il riconoscimento di questa imprescindibile condizione che permette alla presenza di Gesù di mostrarsi vivo, di afferrare la nostra vita e di introdurla a quell’esperienza di misericordia infinitamente più grande di tutto quel dominio di fragilità, peccati e miserie che la assedia quotidianamente, e a quell’esperienza di una reale rigenerazione sempre possibile e sempre vincente su qualsiasi nostra degenerazione (Nicolino Pompei, Lui tagliò corto…).
Nella gioia e nella gratitudine per l’esperienza di conoscenza di Cristo che l’Avvenimento in piazza di Ascoli ha favorito nuovamente per ciascuno, ringraziamo il Signore per questo dono, preghiamo per Nicolino e per ognuna delle persone che abbiamo incontrato o rincontrato attraverso questo gesto. In particolare preghiamo per Antonio, Maria, Gigi, Pietro, la mamma di Emanuele e tutti i nostri cari defunti. Preghiamo per Paolo, Antonio, Michele, Paolo, Mario, Angela, Silvia, Ornella, Nadia, Iolanda, Eleonora, Valeria, Maurizio, Giorgio e tutte le persone malate o in difficoltà. Preghiamo per gli studenti che stanno affrontando l’esame di maturità. Preghiamo per Papa Francesco e secondo le sue intenzioni.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi
Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12, 1-2).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come un agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca (Is 53, 6-7a).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia (1Pt 2, 20b-23).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53, 4a.5).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti (1Pt 2, 21-25a).