Meditazioni 25 giugno 2012
Gesù, entrando in una città chiamata Nain, si imbatte con una donna vedova che segue, straziata dal dolore, il feretro del suo unico figlio. Di questo incontro viene riportato, seppur in maniera brevissima, qualcosa che ci costringe il cuore e lo sguardo: “Gesù appena la vide pianse, si commosse”. In latino viene usata l’affermazione: misericordia motus super eam…, ebbe un moto di compassione, di pietà fino alle lacrime per lei; un sentimento intenso di amore fino alle lacrime, fino alla commozione, fino allo struggimento verso quella donna straziata dal dolore. “E le disse: donna, non piangere”. Come, non piangere? Sembra una richiesta assurda, “da fuori di testa”; invece è il prorompere dell’Infinito Amore di Dio a noi, del folle ed inconcepibile Amore di Dio che si china e si coinvolge con l’intera vicenda umana e che si attesta nella nostra vita nella presenza umana di Gesù e nel modo di questa sua presenza. È certamente uno di quei momenti in cui sorprendere la rivelazione dello sconvolgente e inaudito Amore di Dio per ciascuno di noi. Un Amore che si dimostra coinvolto con noi fin dentro le minime fessure del nostro umano straziato dal dolore e dal male, e sino alla commozione per questo umano. Un Amore che si rivela come Amore che ci ama sino alla pietà e allo struggimento per il nostro umano straziato, disintegrato dalla sofferenza a causa del male e della nostra empietà ostinata. Un Amore così coinvolto con l’umano afflitto, atterrito e sotterrato dalla morte da consegnare se stesso gratuitamente e liberamente alla morte, e alla morte di croce. Un Amore che si consegna all’amato sino a morire per dissotterrare, rialzare, rimettere in piedi e in cammino la vita di ognuno, al pari di quella del giovinetto, di quel figlio che resuscita e che restituisce alla madre, come la nostra vita alla Vita nel Padre. Amore inaudito (Nicolino Pompei, Caritas Christi urget nos).
Invocazione allo Spirito Santo
Nella bellezza e nella forza degli incontri vissuti negli ultimi giorni, emerge dal cuore l’esigenza di ringraziare più di sempre il Signore, per il miracolo che Nicolino è. Preghiamo per ciascuno di noi, perché in ognuno si ritrovi un atteggiamento del cuore che sia così povero e affamato da poter trovare in questa ulteriore iniziativa di Grazia una reale possibilità di conversione, di rinnovamento e di radicamento autentico della vita in Gesù Cristo. Affidiamo Nicolino alla Madonna e preghiamo per tutte le sue intenzioni, abbracciando così ciascuna delle persone che portiamo nel cuore e degli amici che fino a questi ultimissimi giorni il Signore ha voluto consegnarci.
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Ecco, io ve l’ho detto”. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli (Mt 28,1-10).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siete rivestiti di potenza dall’alto”. Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio (Lc 24, 46-53).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi (At 2,1-4).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia
Nel quinto mistero della gloria contempliamo l’incoronazione di Maria
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle (Ap 11,19a.12,1-10).