Meditazioni 24 settembre 2012
La preghiera del fariseo [cfr Lc 18,9-14], dietro l’apparente devozione, è una preghiera, oserei dire, senza Dio, senza il riconoscimento di Dio. Il riferimento a Dio è pretesto e copertura di un io ricco e gonfio di se stesso, che usa del rapporto con Dio per la propria autoesaltazione. L’uomo che c’è e si nasconde dietro questa preghiera è un uomo che non aspetta nulla da Dio, non è un mendicante di Dio e non ha nulla da chiedere. Usa della preghiera solo per confermare se stesso come misura, per far mostra di sé, in continuo tentativo di autoesaltazione. Ed è così gonfio e preso dalla sua alterigia da provare solo disprezzo degli altri e vivere nella contrapposizione con gli altri, in cui si sente addirittura esaltato. Invece il pubblicano, l’esattore del fisco, evidentemente un peccatore, sta a distanza perché è spaesato, perché sente la sproporzione, ha la coscienza della sua sproporzione. Sente tutta la sua mancanza, la sua fragilità, il suo tradimento e tutto il bisogno di perdono. È umiliato dal dolore di questo tradimento e supplica battendosi il petto con la formula istintiva del peccatore che non sa dire bene i suoi peccati, dicendo: mio Dio abbi pietà di me peccatore. È la preghiera del povero che è tutto proteso a rimettere la propria vita a Dio. Sente dolore e quindi documenta di essere in una tensione e apertura alla verità di sé, che lo porta a piegarsi mendicante della Misericordia, in cui solo sente la possibilità di essere riammesso alla vita. È l’atteggiamento richiamato giusto da Gesù perché il solo adeguato ad aspettare e ricevere tutto da Dio. È quello che noi riconosciamo nella posizione del mendicante (Nicolino Pompei, La bocca non sa dire né la parola esprimere: solo chi lo prova può credere cosa sia amare Gesù).
…Invocazione allo Spirito Santo
O Dio, Padre di tutti gli uomini, tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo regno; donaci la sapienza che viene dall’alto, perché accogliamo la parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve. Per intercessione di Maria Santissima, ascolta, o Padre, le intenzioni che Nicolino porta nel suo cuore per ciascuno di noi. In particolare affidiamo a te alcune persone gravemente malate per cui ci è stato chiesto di pregare: Christian, un bambino vicino di casa di Letizia Ricci; Remigia, la zia di Francesca Cavitolo; Oliviero, il papà di Marco Olivetti; e Stefano, il figlio della signora Claudia Gerbi.
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù al fiume Giordano
Pietà di me, o Dio, / secondo la tua misericordia; / nel tuo grande amore / cancella il mio peccato. / Lavami da tutte le mie colpe, / mondami dal mio peccato. / Purificami con issopo e sarò mondato; / lavami e sarò più bianco della neve. / Crea in me, o Dio, un cuore puro, / rinnova in me uno spirito saldo (Salmo 50).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Il mio cuore e la mia carne / esultano nel Dio vivente. / Anche il passero trova la casa, / la rondine il nido / dove porre i suoi piccoli, / presso i tuoi altari, / Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. / Beato chi abita la tua casa: / sempre canta le tue lodi! / Beato chi trova in te la sua forza / e decide nel suo cuore il santo viaggio. / Passando per la valle del pianto / la cambia in una sorgente, / anche la prima pioggia / l’ammanta di benedizioni (Salmo 84).
Nel terzo mistero della luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio e l’invito alla conversione
Guardate a lui e sarete raggianti, / non saranno confusi i vostri volti. / Gustate e vedete quanto è buono il Signore; / beato l’uomo che in lui si rifugia. / Temete il Signore, suoi santi, / nulla manca a coloro che lo temono. / I ricchi impoveriscono e hanno fame, / ma chi cerca il Signore non manca di nulla (Salmo 34).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù al monte Tabor
Il Signore è mia luce e mia salvezza, / di chi avrò paura? / Il Signore è difesa della mia vita, / di chi avrò timore?/ Sono certo di contemplare la bontà del Signore / nella terra dei viventi. / Spera nel Signore, sii forte, / si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore (Salmo 26).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
Celebra il Signore, Gerusalemme, / loda il tuo Dio, Sion, / perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, / in mezzo a te ha benedetto il tuoi figli. / Egli mette pace nei tuoi confini / e ti sazia con fiore di frumento. / Manda sulla terra la sua parola: / il suo messaggio corre veloce. / Annuncia a Giacobbe la sua parola, / i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. / Così non ha fatto con nessun’altra nazione, / non ha fatto conoscere ad altri i suoi giudizi (Salmo 147).