Meditazioni 24 aprile 2017
“Quando poi furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se volesse andare oltre, più lontano”. Perché Gesù fa questa mossa? Non certamente per andarsene, tutt’altro. Semplicemente perché vuole far emergere e ridestare in loro, come in noi, tutta la domanda del cuore, tutto il nostro bisogno di Lui come avvenimento fondante il nostro umano. Infatti, i due discepoli mentre si accorgono che sta per andarsene, lo invitano a rimanere in loro compagnia. È un invito che si percepisce particolarmente pressante ed insistente. Evidentemente scaturisce dal loro cuore che si sta rimettendo in moto per Gesù, anche se ancora non lo riconoscono. “Ti prego signore resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”. Gesù si lascia convincere. È Lui che decide di rimanere, è sempre Sua l’iniziativa. Ma anche qui mostra di volerci educare, di volerci far emergere in tutta la forza e la portata della nostra domanda, del nostro desiderio. È una Presenza che vuole tutta la nostra libertà, è un amore che vuole essere domandato, desiderato e cercato, per essere accolto liberamente e consapevolmente. Gesù non aspettava altro da loro e non attende altro da noi che un cuore che lo cerchi, lo desideri continuamente per poterlo far ardere di Lui (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto…).
Anche noi rinnoviamo a Gesù la preghiera dei discepoli di Emmaus: “Resta con noi, Signore, perché si fa sera…”. A Lui affidiamo Papa Francesco e il viaggio che questa settimana vivrà in Egitto; a Lui affidiamo ciascuno di noi, Nicolino e in comunione con lui e con gli amici che sono a Lourdes preghiamo in particolare per: Alan, Alessandro, Anna, Bernardo, Cristina, Dante, Franco, Gaetano, Gianfranco, Giovanni, Giovanni, Giuseppe, Leyra, Lorena, Marco, Nicola, Palmiro, Vincenza e Vittoria. Con il nostro carissimo don Armando, che oggi fa memoria della sua ordinazione sacerdotale, ringraziamo il Signore per questi 18 anni di sacerdozio vissuti e per lui preghiamo.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Mentre sta piangendo fuori dal sepolcro, chinata verso il sepolcro, si accorge di due presenze – due angeli, ci dice il Vangelo – che sono lì in bianche vesti “seduto l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: donna perché piangi?”. E lei con tutto l’ardore del cuore e la dolcezza dell’amante, ancora in lacrime, risponde loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù”. Ancora una volta è Gesù che viene incontro, decidendo di mostrarsi e di farsi riconoscere. Avrebbe potuto resuscitare e poi sparire in cielo o avrebbe potuto manifestare la Sua resurrezione attraverso folgori e fiamme, attraverso delle manifestazioni strabilianti e subito dopo salire in cielo. Invece resuscita e ha subito l’esigenza di incontrare i Suoi amici, di manifestarsi loro, di prendersi tutto il tempo per incontrarli personalmente ed insieme. Lo vedremo successivamente anche in altri episodi. “Allora Gesù le disse: donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella pensando che fosse il custode del giardino gli disse: signore se lo hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù risorto continua ad essere una presenza reale. Non è uno spirito incorporeo, ma una presenza con un corpo ora trasfigurato e risorto, che porta tutti i segni della Sua figura storica e umana, proprio quella con cui la Maddalena ha vissuto e ha camminato per tre anni. Proprio quella presenza, che la Maddalena ha visto crocifiggere e morire, adesso è lì davanti a lei ma nella nuova, trasfigurata e misteriosa condizione della resurrezione, e quindi non più condizionata dal Suo corpo. Anche per questo non lo riconosce immediatamente. Ma è Lui che si fa riconoscere, è sempre Lui che ci porta a riconoscerlo senza mai semplificare il nostro cammino umano, fin dentro il dolore, perché non venga mai meno la coscienza del nostro bisogno, perché emerga sempre più consapevolmente il bisogno che noi siamo di Lui (Ibi).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione al cielo
Quello che importa, anzi è decisivo, è che Gesù è con noi, è sempre con noi e non ci abbandona mai; è sempre mobilitato verso di noi, sempre mendicante del nostro cuore, sempre mosso a volerci incontrare e a riprenderci con Lui, sempre pronto a mostrarsi e a voler camminare con noi perché la nostra vita sia in Lui e con Lui. Adesso i discepoli non solo lo vedono ma lo riconoscono. Anche prima lo vedevano, ma non lo riconoscevano. Ora lo riconoscono e sanno anche come continuare a riconoscerlo. “Ma egli sparì dalla loro vista”. Questo “sparire dallo loro vista” non è per interrompere il suo legame con i discepoli, per sparire come presenza reale, ma per rimanere con loro, come con noi, nella modalità sacramentale con cui ha scelto di farsi attendere e incontrare vivo e risorto ad ogni uomo (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la Pentecoste
Innanzitutto lo Spirito Santo; sì, il primo passo, il primo approfondimento è l’invocazione dello Spirito Santo. Prima di qualsiasi parola […] è inevitabile invocare lo Spirito Santo, lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio, perché come dice san Paolo ai Romani: “Solo lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché nemmeno sappiamo cosa chiedere”, cosa chiedere in maniera conveniente; non sappiamo chiedere ciò che è necessario e quindi decisivo per noi. […] Subito lo invochiamo, perché lo Spirito che scruta e sa il nostro cuore (perché l’ha fatto), sa cos’è il desiderio; sa Colui di cui abbiamo bisogno e siamo desiderio. E per questo intercede, agisce, opera sempre per i santi (Nicolino Pompei, Voi siete miei amici…).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo Maria assunta in cielo
O Maria Santissima, Madre nostra dolcissima… accompagnaci sempre a guardare Gesù, a rivolgerci a Lui, a lasciarci afferrare da Lui, come un bambino in braccio a sua madre.
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata regina
Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo che alcuno, sia ricorso alla tua protezione, abbia richiesto il tuo soccorso e sia stato da te abbandonato. Animato da tale confidenza, a te ricorro, o Madre Vergine delle Vergini, da te vengo, dinnanzi a te mi prostro, gemendo peccatore. Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare le mie suppliche, ma benigna ascoltami ed esaudiscimi. Amen.