Meditazioni 24 agosto 2015
San Bartolomeo Apostolo
Occorre semplicemente decidersi per questo cammino. Decidere di iniziare a seguire seriamente il nostro cammino, in un rinnovato entusiasmo e dentro una commossa gratitudine per questa opera della Grazia, per questa modalità tessuta e costituita dall’opera dello Spirito Santo, proprio per ciascuno di noi, nella vita della Chiesa. Perché il Signore possa continuare a parlare al nostro cuore, ad entrare nella nostra vita e a camminare con noi come compagnia decisiva della nostra avventura umana, dentro tutta la nostra vicenda umana; dentro tutte le circostanze che ci accadono perché siano riconosciute e vissute come occasione, ambito, strada attraverso cui la Sua presenza possa mostrarsi viva e vincente su tutto quello che ci vince e ci vincerebbe inesorabilmente. […] Ci venga in soccorso la Madonna, la piena di Grazia, perché la sua compagnia ci sostenga e ci accompagni a vivere questo gesto, così come il cammino della nostra compagnia, per lasciarci radicalmente incontrare dal Signore e investire dall’opera continua della Sua Grazia (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino).
Affidiamo alla Madonna Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore; in particolare preghiamo per Benedetta, per Francesca e per Silvana. Preghiamo anche per tutti i nostri figli e i nostri studenti che in questi giorni dovranno sostenere gli esami di recupero. In comunione con Papa Francesco, preghiamo perché il Signore conceda la pace all’Ucraina dove i conflitti si sono nuovamente inaspriti in queste ultime settimane.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Maria che, subito dopo aver concepito Gesù per opera dello Spirito Santo, si reca dall’anziana parente Elisabetta, anch’essa miracolosamente in attesa di un figlio. In questo incontro pieno di Spirito Santo, Maria esprime la sua gioia con il cantico del Magnificat, perché ha preso piena coscienza del significato delle grandi cose che si stanno realizzando nella sua vita: per mezzo di lei giunge a compimento tutta l’attesa del suo popolo (Papa Francesco, Angelus del 15/08/2015).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Il Vangelo ci mostra anche qual è il motivo più vero della grandezza di Maria e della sua beatitudine: il motivo è la fede. Infatti Elisabetta la saluta con queste parole: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45). La fede è il cuore di tutta la storia di Maria; lei è la credente, la grande credente; lei sa – e lo dice – che nella storia pesa la violenza dei prepotenti, l’orgoglio dei ricchi, la tracotanza dei superbi. Tuttavia, Maria crede e proclama che Dio non lascia soli i suoi figli, umili e poveri, ma li soccorre con misericordia, con premura, rovesciando i potenti dai loro troni, disperdendo gli orgogliosi nelle trame del loro cuore. Questa è la fede della nostra Madre, questa è la fede di Maria! (Ibi).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Mentre contempliamo il Bambino Gesù appena nato e deposto in una mangiatoia, siamo invitati a riflettere. Come accogliamo la tenerezza di Dio? Mi lascio raggiungere da Lui, mi lascio abbracciare, oppure gli impedisco di avvicinarsi? “Ma io cerco il Signore” – potremmo ribattere. Tuttavia, la cosa più importante non è cercarlo, bensì lasciare che sia Lui a cercarmi, a trovarmi e ad accarezzarmi con amorevolezza. Questa è la domanda che il Bambino ci pone con la sua sola presenza: permetto a Dio di volermi bene? […] Contempliamo il presepe: lì «il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1). La vide la gente semplice, la gente disposta ad accogliere il dono di Dio. Al contrario, non la videro gli arroganti, i superbi, coloro che stabiliscono le leggi secondo i propri criteri personali, quelli che assumono atteggiamenti di chiusura. Guardiamo il presepe e preghiamo, chiedendo alla Vergine Madre: “O Maria, mostraci Gesù!” (Papa Francesco, Omelia del 24/12/2014).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Nel racconto della Presentazione di Gesù al Tempio la sapienza è rappresentata dai due anziani, Simeone e Anna: persone docili allo Spirito Santo (lo si nomina 3 volte), guidati da Lui, animati da Lui. Il Signore ha dato loro la sapienza attraverso un lungo cammino nella via dell’obbedienza alla sua legge. Obbedienza che, da una parte, umilia e annienta, però, dall’altra accende e custodisce la speranza, facendoli creativi, perché erano pieni di Spirito Santo. Essi celebrano anche una sorta di liturgia attorno al Bambino che entra nel Tempio: Simeone loda il Signore e Anna “predica” la salvezza (cfr Lc 2,28-32.38). Come nel caso di Maria, anche l’anziano Simeone prende il bambino tra le sue braccia, ma, in realtà, è il bambino che lo afferra e lo conduce. […] Tanto Maria, giovane madre, quanto Simeone, anziano “nonno”, portano il bambino in braccio, ma è il bambino stesso che li conduce entrambi (Papa Francesco, Angelus del 02/02/2015).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Il Vangelo insiste ben cinque volte sull’obbedienza di Maria e Giuseppe alla “Legge del Signore” (cfr Lc 2,22. 23. 24. 27. 39). Gesù non è venuto a fare la sua volontà, ma la volontà del Padre; e questo – ha detto – era il suo “cibo” (cfr Gv 4, 34). Così chi segue Gesù si mette nella via dell’obbedienza, imitando l’“accondiscendenza” del Signore; abbassandosi e facendo propria la volontà del Padre, anche fino all’annientamento e all’umiliazione di sé stesso (cfr Fil 2,7-8). […] Progredire significa abbassarsi nel servizio, cioè fare lo stesso cammino di Gesù, che «non ritenne un privilegio l’essere come Dio» (Fil 2,6). Abbassarsi facendosi servo per servire (Ibi).