Meditazioni 23 gennaio 2017
“O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia…”. “Di te ha detto il mio cuore: cercate il suo volto; il tuo volto io cerco o Signore… Mostrami il tuo volto”. “Mostraci il Padre e ci basta… Chi vede me vede il Padre”. Solo la presenza di Cristo riconosciuta come la presenza del Padre corrisponde all’attesa infinita del cuore di ogni uomo. Ed è questa la fede, solo questa. La fede che investe tutta la nostra vita come speranza e amore, come conoscenza, giudizio e certezza. Che non può che definire sempre e ultimamente la nostra vita, dentro qualsiasi condizione o situazione si possa trovare […] Il gesto più semplice e più adeguato è quello di domandare questa fede, di domandare Cristo per quello che è. Come presenza che rivela il Padre e il suo disegno su di noi. Come avvenimento che decide, significa e compie la vita in ogni suo istante. Di domandare di vivere la Compagnia e di essere amici per questo cammino della fede, sempre aperti e cedevoli alla sua presenza che cammina con noi, introducendoci e portandoci alla verità tutta intera come certezza e continua corrispondenza del cuore. Di domandarla questa fede, reclamando proprio la compagnia della Madonna, colei che è l’esemplarità in tutta la Chiesa della fede. Perché il nostro cuore sia nell’imitazione e nella coincidenza del cuore di Maria quando ha risposto “fiat” al Mistero: si faccia di me secondo te, secondo la tua parola, secondo la volontà e il disegno del Padre (Nicolino Pompei, Mostraci il Padre e ci basta…).
Siamo nella “Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani”. In comunione con Papa Francesco perseveriamo “nella preghiera, affinché si compia il desiderio di Gesù: «Che tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21)… Nei giorni scorsi, il terremoto e le forti nevicate hanno messo nuovamente a dura prova tanti nostri fratelli e sorelle dell’Italia centrale, specialmente in Abruzzo, Marche e Lazio… Preghiamo per le vittime, per le loro famiglie e anche per quelli che con grande generosità si impegnano nelle opere di soccorso” (Angelus del 22/01/2017). Affidiamo alla Madonna Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore; in particolare preghiamo per Giovanni, per Maurizio e per tutti i nostri cari malati. Preghiamo per Jacopo, Bibi, Barbara, Laura, Piero, Olimpia e per tutti i nostri cari defunti.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Maria risponde alla proposta di Dio dicendo: “Ecco la serva del Signore”. Non dice: “Questa volta farò la volontà di Dio, mi rendo disponibile, poi vedrò…”. Il suo è un sì pieno, per tutta la vita, senza condizioni. E come il no delle origini aveva chiuso il passaggio dell’uomo a Dio, così il sì di Maria ha aperto la strada a Dio fra noi. È il sì più importante della storia, il sì umile che rovescia il no superbo delle origini, il sì fedele che guarisce la disobbedienza, il sì disponibile che ribalta l’egoismo del peccato (Papa Francesco, Angelus dell’8/12/16).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Dopo l’annuncio dell’Angelo, Maria è andata in fretta, non ha perso tempo, è andata subito a servire. È la Vergine della prontezza, la Madonna della prontezza. Subito è pronta a venire in aiuto a noi quando la preghiamo, quando noi chiediamo il suo aiuto, la sua protezione a nostro favore. Nei tanti momenti della vita nei quali abbiamo bisogno del suo aiuto della sua protezione, ricordiamo che lei non si fa aspettare: è la Madonna della prontezza, va subito a servire (Papa Francesco, Discorso del 31/05/14).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
È una notte di gloria, quella gloria proclamata dagli angeli a Betlemme e anche da noi in tutto il mondo. È una notte di gioia, perché da oggi e per sempre Dio, l’Eterno, l’Infinito, è Dio con noi: non è lontano, non dobbiamo cercarlo nelle orbite celesti o in qualche mistica idea; è vicino, si è fatto uomo e non si staccherà mai dalla nostra umanità, che ha fatto sua. È una notte di luce: quella luce, profetizzata da Isaia (cfr 9,1), che avrebbe illuminato chi cammina in terra tenebrosa, è apparsa e ha avvolto i pastori di Betlemme (cfr Lc 2,9). I pastori scoprono semplicemente che «un bambino è nato per noi» (Is 9,5) e comprendono che tutta questa gloria, tutta questa gioia, tutta questa luce si concentrano in un punto solo, in quel segno che l’angelo ha loro indicato: «Troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12). Questo è il segno di sempre per trovare Gesù. Non solo allora, ma anche oggi. Se vogliamo festeggiare il vero Natale, contempliamo questo segno: la semplicità fragile di un piccolo neonato, la mitezza del suo essere adagiato, il tenero affetto delle fasce che lo avvolgono. Lì sta Dio (Papa Francesco, Omelia del 24/12/16).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Davanti al nostro sguardo c’è un fatto semplice, umile e grande: Gesù è portato da Maria e Giuseppe al tempio di Gerusalemme. E’ un bambino come tanti, come tutti, ma è unico: è l’Unigenito venuto per tutti. Questo Bambino ci ha portato la misericordia e la tenerezza di Dio: Gesù è il volto della Misericordia del Padre. […] Nel tempio Gesù viene incontro a noi e noi andiamo incontro a Lui. Contempliamo l’incontro con il vecchio Simeone, che rappresenta l’attesa fedele di Israele e l’esultanza del cuore per il compimento delle antiche promesse. Ammiriamo anche l’incontro con l’anziana profetessa Anna, che, nel vedere il Bambino, esulta di gioia e loda Dio. Simeone ed Anna sono l’attesa e la profezia, Gesù è la novità e il compimento: Egli si presenta a noi come la perenne sorpresa di Dio; in questo Bambino nato per tutti si incontrano il passato, fatto di memoria e di promessa, e il futuro, pieno di speranza (Papa Francesco, Omelia del 2/02/16).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Queste due figure, Maria e Giuseppe, che per primi hanno accolto Gesù mediante la fede, ci introducono nel mistero del Natale. Maria ci aiuta a metterci in atteggiamento di disponibilità per accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta, nella nostra carne. Giuseppe ci sprona a cercare sempre la volontà di Dio e a seguirla con piena fiducia. Tutti e due si sono lasciati avvicinare da Dio (Papa Francesco, Angelus del 18/12/16).