Meditazioni del 21 gennaio 2008
Ci accostiamo all’Affidamento di questa sera, portando tutti nel cuore alcune persone e alcuni fatti in particolare.
Innanzitutto preghiamo per Nicolino, chiedendo alla Madonna che lo custodisca e lo accompagni sempre con materna protezione nella responsabilità che il Signore gli ha chiesto e che lui vive con struggente fedeltà.
Preghiamo per il Papa e per la conversione di tutti coloro che, odiando lui, mostrano il loro odio all’Avvenimento di Cristo. In comunione con tutta la Chiesa, preghiamo per l’unità dei cristiani.
Preghiamo per il nostro carissimo amico Mirko, che il Signore ha richiamato a Sé giovedì scorso, e per la nostra carissima amica Laura, di cui venerdì ricorrerà il quarto anniversario della morte. Chiediamo al Signore di donare a loro l’eterno riposo e lo splendore eterno della Sua luce. Alla Madonna raccomandiamo particolarmente la moglie e la figlia di Mirko e i familiari di Laura.
A Maria affidiamo anche gli amici malati e quelli che stanno vivendo un momento di particolare difficoltà.
Chiedendo a sant’Agnese e a san Paolo di intercedere per noi insieme alla Madonna, preghiamo perché il Signore ci conceda e ci mantenga sempre la grazia di avere un cuore umile, semplice e povero, condizione necessaria, perché Lui possa entrare, vivere e agire in noi.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Il Signore forse gradisce gli olocausti e i sacrifici come obbedire alla sua voce? Ecco, l’obbedire è meglio del sacrificio, l’essere docili è più del grasso degli arieti. Poiché peccato di divinazione è la ribellione, e iniquità e idolatria l’insubordinazione (1Sam 15, 21-23).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Rm 5, 6-8).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1,17b-19).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi (Gv 15, 13-15).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore (Rm 8, 35.37-39).