Meditazioni 21 settembre 2015
Festa di San Matteo Apostolo ed Evangelista
Oggi festeggiamo san Matteo, apostolo ed evangelista. Ricordiamo in particolare quel momento in cui Gesù si avvicina a lui, lì, mentre era seduto al banco delle imposte, e gli dice: “Seguimi”. Contemporaneamente facciamo memoria del momento in cui Matteo sente risorgere il suo cuore per cui subito si alza e lo segue…
“Immaginiamo con quale straordinaria ed impareggiabile intensità Gesù avrà potuto pronunciare il suo nome. Dovrebbe essere facile immaginarlo perché ciascuno di noi, in un preciso istante della vita, è stato investito dalla medesima eccezionalità, da una medesima e impareggiabile intensità. Quella stessa Presenza, che dentro una intensità incomparabile ha pronunciato il nome di Maria [di Matteo], duemila anni dopo ha pronunciato il nostro nome come nessun altro lo aveva mai fatto. E lo sta facendo ancora una volta adesso attraverso questo incontro, attraverso la carne viva di Maria Maddalena [di san Matteo]. Solo Lui può pronunciare il nostro nome in modo che tutto il nostro umano si senta così ridestato, così svelato e accolto, così considerato e amato da non poter fare a meno di seguirlo, di desiderare di attaccargli tutta la vita, come vediamo nell’esperienza umana di Maria Maddalena [di Matteo, come di tutti i santi]. Siamo qui per lasciarci nuovamente chiamare per nome da Gesù. Per essere ridestati ora alla Sua presenza e al Suo amore, a quello che solo e sempre il nostro cuore brama di incontrare” (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?).
Chiediamo di sentirci nuovamente chiamati per nome ora da Gesù e di sentirci ridestati ora alla Sua presenza e al Suo amore. Ringraziamo il Signore per l’assemblea che ieri abbiamo vissuto e affidiamo a Maria Santissima Nicolino e ciascuno di noi; in particolare preghiamo per Pietro, per Patrizia, per tutti i nostri cari malati e per le centinaia di migliaia di profughi che sono costretti a lasciare le loro case e tutti i loro beni e soffrono la mancanza del necessario, il rifiuto, la precarietà più assoluta e affrontano viaggi in condizioni disumane e pericolose… Affidiamo a Maria Santissima Papa Francesco e il viaggio che sta vivendo a Cuba e negli Stati Uniti proprio in questi giorni.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù al fiume Giordano
In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3, 14-17).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù.
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino».
E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora».
La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili.
E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare» e le riempirono fino all’orlo.
Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono.
E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo
e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,2-11).
Nel terzo della luce contempliamo l’annuncio del regno di Dio e l’invito alla conversione
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Udito questo, disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt, 9,9-13).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete”. Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti” (Mt 17,1-9).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati (Mt 26,26-28).