Meditazioni 21 ottobre 2013
Nell’Enciclica Deus Caritas est, Benedetto XVI ha affermato: “Il Signore sempre ci viene incontro attraverso uomini nei quali egli traspare”. In queste parole troviamo la esaltante conferma della nostra esperienza. L’esperienza di un incontro umano attraverso cui ciascuno di noi è stato raggiunto dalla presenza di Cristo. (…) Cercare, guardare e seguire ogni giorno il volto dei santi, così come l’umanità radiosa di uomini e di donne semplici, di testimoni segnati non da particolari capacità ascetiche e morali ma solo da una permanente e radicale tensione alla presenza di Gesù, è l’esperienza reale e facile per continuare ad incontrare e a lasciarsi incontrare dal Suo sguardo, dalla luce del Suo volto, dallo splendore della Sua presenza. Perché possa attirarci a Lui e ardere in noi. È l’avvenimento della Sua contemporaneità, attraverso cui continua a parlare, a chiamare, toccare, abbracciare, perdonare e sanare i cuori e la vita di ogni uomo dentro ogni momento, rapporto o circostanza della realtà. La nostra Compagnia, il nostro cammino e l’amicizia tra noi nascono e sono sempre rigenerati da questo avvenimento di Grazia e di vita, che ha investito inizialmente la vita di alcuni per investire la vita di ciascuno fino ad oggi (Nicolino Pompei, Guardate a Lui e sarete raggianti).
…Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamo a Maria Santissima il nostro 23° Convegno e tutte le persone che stiamo incontrando e invitando a vivere con noi questo gesto perché possano sperimentare l’ardore dell’incontro con Gesù. Affidiamo alla Madonna particolarmente Nicolino e il lavoro che sta vivendo in questi giorni. Con gratitudine per questi anni di cammino vissuti insieme, preghiamo per il Vescovo Mons. Gervasio Gestori e per chi sarà chiamato a succedergli. continuiamo a mendicare allo Spirito Santo il dono di un pastore che ci accompagni e ci guidi paternamente. Preghiamo per il nostro amico Marco Castellani, che sabato sarà ordinato sacerdote ad Ancona. Nel primo anniversario della loro morte, preghiamo per Oliviero, il papà di Marco Olivetti, e per Nicola, lo zio di Marco e di Davide, che aveva vissuto con noi alcune vacanze ad Aremogna. Preghiamo per Lino, il papà di Cinzia Campanelli, gravemente malato, e per i nostri carissimi amici Elena, Lisa e Gionni. In comunione con Papa Francesco preghiamo per la popolazione delle Filippine, colpite nei giorni scorsi da un grave terremoto.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”. Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: “Così, non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mt 26, 36-41).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Pilato disse loro di nuovo: “Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Ma essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mc 15,12-15).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: “Salve, re dei Giudei!”. Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo (Mt 27,27-31).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo (Gv 19,17-18).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta d’aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “È compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito (Gv 19, 25-30).