Meditazioni 21 maggio 2012
Invochiamo la Madonna e, attraverso di Lei, lo Spirito Santo. Lo Spirito che, investendo misteriosamente la sua carne, le ha permesso di partorire Dio nel tempo come uomo. Chi può essere più caro alla nostra vita se non quell’Uomo partorito da quella donna di nome Maria, tutta investita dalla presenza dello Spirito Santo? E se invochiamo la Madonna e lo Spirito Santo, possiamo essere certi che tutta la loro iniziativa su di noi non potrà essere per meno di Colui che la Madonna ha partorito nella forza vivificante dello Spirito Santo. Alla mamma non possiamo chiedere qualcosa di meno o di diverso da suo figlio, qualcosa che assomigli a suo figlio. Alla santissima mamma possiamo solo chiedere il figlio, quel figlio, quella presenza, Gesù. E la mamma è sempre sicura mediatrice tra la nostra supplica e la presenza di Gesù. Proprio a Lei, nella forza dello Spirito Santo, domandiamo che la nostra vita non sia mai meno del desiderio di Lui. Che la Sua presenza risulti in noi come ciò che abbiamo di più caro, come la presenza che decide di tutta la nostra vita in ogni suo istante (Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro è Cristo stesso).
Invocazione allo Spirito Santo
Salutando le scolaresche presenti ieri in piazza San Pietro, il Santo Padre ha detto: “e qui oggi devo purtroppo ricordare le ragazze e i ragazzi della scuola di Brindisi, coinvolti ieri in un vile attentato. Preghiamo insieme per i feriti, tra cui alcuni gravi, e specialmente per la giovane Melissa, vittima innocente di una brutale violenza e per i suoi familiari, che sono nel dolore. Il mio affettuoso pensiero va anche alle care popolazioni dell’Emilia Romagna colpite poche ore fa da un terremoto. Sono spiritualmente vicino alle persone provate da questa calamità: imploriamo da Dio la misericordia per quanti sono morti e il sollievo nella sofferenza per i feriti”. In comunione con il Papa, preghiamo anche noi per queste persone, per ciascuno di noi, per Nicolino e per ognuna delle sue intenzioni sapendo così di raccogliere ed esprimere il bisogno di ciascuno di noi.
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Cari fratelli e sorelle! Se Gesù è risorto, allora – e solo allora – è avvenuto qualcosa di veramente nuovo, che cambia la condizione dell’uomo e del mondo. Allora Lui, Gesù, è qualcuno di cui ci possiamo fidare in modo assoluto, e non soltanto confidare nel suo messaggio, ma proprio in Lui, perché il Risorto non appartiene al passato, ma è presente oggi, vivo. Cristo è speranza e conforto in modo particolare per le comunità cristiane che maggiormente sono provate a causa della fede da discriminazioni e persecuzioni. Ed è presente come forza di speranza mediante la sua Chiesa, vicino ad ogni situazione umana di sofferenza e di ingiustizia (Benedetto XVI, Messaggio Urbi et orbi Pasqua 2012).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Dopo avere istruito per l’ultima volta i suoi discepoli, Gesù sale al cielo. Egli, però, «non si è separato dalla nostra condizione» (cfr Prefazio); infatti, nella sua umanità, ha assunto con sé gli uomini nell’intimità del Padre e così ha rivelato la destinazione finale del nostro pellegrinaggio terreno. Come per noi è disceso dal Cielo, e per noi ha patito ed è morto sulla croce, così per noi è risorto ed è risalito a Dio, che perciò non è più lontano. San Leone Magno spiega che con questo mistero «viene proclamata non solo l’immortalità dell’anima, ma anche quella della carne. Oggi, infatti, non solo siamo confermati possessori del paradiso, ma siamo anche penetrati in Cristo nelle altezze del cielo » (De Ascensione Domini, Tractatus 73, 2.4: CCL 138 A, 451.453). Per questo i discepoli, quando videro il Maestro sollevarsi da terra e innalzarsi verso l’alto, non furono presi dallo sconforto, come si potrebbe pensare anzi, provarono una grande gioia e si sentirono spinti a proclamare la vittoria di Cristo sulla morte. E il Signore risorto operava con loro, distribuendo a ciascuno un carisma proprio (Benedetto XVI, Regina caeli del 20.05.12).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la Pentecoste
Nella nostra preghiera dobbiamo aprirci alla presenza dello Spirito Santo, il quale prega in noi con gemiti inesprimibili, per portarci ad aderire a Dio con tutto il nostro cuore e con tutto il nostro essere. Lo Spirito di Cristo diventa la forza della nostra preghiera «debole», la luce della nostra preghiera «spenta», il fuoco della nostra preghiera «arida», donandoci la vera libertà interiore, insegnandoci a vivere affrontando le prove dell’esistenza, nella certezza di non essere soli, aprendoci agli orizzonti dell’umanità e della creazione «che geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22) (Benedetto XVI, Udienza del 16.05.12).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo Maria che viene assunta in cielo
In questo tempo pasquale, mentre invochiamo dal Risorto il dono del suo Spirito, affidiamo alla materna intercessione della Madonna la Chiesa e il mondo intero. Maria Santissima che nel Cenacolo ha invocato con gli Apostoli il Consolatore, ottenga ad ogni battezzato la grazia di una vita illuminata dal mistero del Dio crocifisso e risorto, il dono di saper accogliere sempre più nella propria esistenza la signoria di Colui che con la sua risurrezione ha sconfitto la morte (Benedetto XVI, Discorso del 31.05.12).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata regina del cielo e della terra
Rivolgendoci oggi alla “piena di grazia”, le chiediamo di ottenere anche a noi, dalla Provvidenza divina, di poter pronunciare ogni giorno il nostro “sì” ai disegni di Dio con la stessa fede umile e schietta con cui Lei ha pronunciato il suo. Ella che, accogliendo in sé la Parola di Dio, si è abbandonata a Lui senza riserve, ci guidi ad una risposta sempre più generosa e incondizionata ai suoi progetti, anche quando in essi siamo chiamati ad abbracciare la croce (Ibi).