Meditazioni 20 luglio 2009
L’Avvenimento in piazza di Ancona, appena conclusosi, come tutti gli altri gesti e luoghi che poniamo e viviamo, “sono certamente occasioni favorevoli e di Grazia che devono però aprirci ad una continua tensione quotidiana, di istante in istante. In cui la vita si rivolga incessantemente alla Fonte vitale che solo la disseta e la irriga per la sua fecondità. Questa ripresa continua è un rivolgersi incessante. E rivolgersi è più di un semplice voltarsi o di un generico girarsi dalla parte opposta. Indica il volgersi verso Colui che è la fonte e la soddisfazione continua della vita per attaccargli tutta la vita. Indica un rivolgerla dalla parte di Cristo, perché sia appoggiata, attaccata, afferrata e affermata da Cristo, in cui solo si ritrova adeguatamente alimentata e feconda di frutti copiosi, tanto che altri ne possano godere” (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2006).
Invochiamo lo Spirito Santo domandando il dono della conversione.
…Invocazione allo Spirito Santo
Rivolgiamo la nostra preghiera al Signore con le parole che oggi la Liturgia ci ha suggerito: “Signore, fa’ che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova… Donaci i tesori della tua grazia, perché ardenti di speranza, fede e carità, restiamo sempre fedeli ai tuoi comandamenti”.
Affidiamo alla materna custodia della Madonna la nostra Compagnia e Nicolino, raccomandando le sue intenzioni alla potente intercessione di Maria.
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Maria di Magdala e l’altra Maria, secondo il racconto di san Matteo, mosse dall’amore per Lui si erano recate al sepolcro per “visitare” la tomba di Gesù. Narra l’evangelista che Egli venne loro incontro e disse: “Non temete, andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno” (Mt 28, 10). Fu veramente una gioia indicibile quella che esse provarono nel rivedere il loro Signore e, piene di entusiasmo, corsero a farne parte ai discepoli.
Il Vangelo non dice nulla di Maria, ma la tradizione cristiana ama contemplarla mentre si rallegra più di ogni altro nel riabbracciare il suo divin Figlio, che aveva stretto a sé quando venne deposto dalla Croce. Ora, dopo la resurrezione, la Madre del Redentore gioisce con gli “amici” di Gesù che costituiscono la Chiesa nascente (Benedetto XVI, Regina coeli del 9.04.07).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Se vogliamo anche noi passare per la porta stretta, dobbiamo impegnarci ad essere piccoli, cioè umili di cuore come Gesù, come Maria, sua e nostra Madre. Lei per prima, dietro il Figlio, ha percorso la via della Croce ed è stata assunta nella gloria del Cielo… Il popolo cristiano la invoca quale Ianua Caeli, Porta del Cielo. Chiediamole di guidarci, nelle nostre scelte quotidiane, sulla strada che conduce alla “porta del Cielo” (Benedetto XVI, Angelus 26.08.07).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
La prima Pentecoste avvenne quando Maria Santissima era presente in mezzo ai discepoli nel Cenacolo di Gerusalemme e pregava. Anche oggi ci affidiamo alla sua materna intercessione, affinché lo Spirito Santo scenda in abbondanza sulla Chiesa del nostro tempo, riempia i cuori di tutti i fedeli e accenda in essi – in noi – il fuoco del suo amore (Benedetto XVI, Regina coeli del 27.05.07).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione di Maria in cielo
Assunta in cielo, Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più vicina e la sua luce si proietta sulla nostra vita e sulla storia dell’intera umanità. Attratti dal fulgore celeste della Madre del Redentore, ricorriamo con fiducia a Colei che dall’alto ci guarda e ci protegge. Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza. E per poter condividere un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino, imitiamola ora nella docile sequela di Cristo e nel generoso servizio dei fratelli. È questo l’unico modo per pregustare, già nel nostro pellegrinaggio terreno, la gioia e la pace che vive in pienezza chi giunge alla meta immortale del Paradiso (Benedetto XVI, Angelus 15.08.08).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo l’incoronazione di Maria
Guardiamo a nostra volta quella “Donna vestita di sole” che ci descrive la Scrittura. La Santissima Vergine Maria, la Donna gloriosa dell’Apocalisse, porta sul suo capo una corona di dodici stelle, che rappresentano le dodici tribù d’Israele, l’intero popolo di Dio, tutta la comunione dei santi, e insieme, ai suoi piedi, la luna, immagine della morte e della mortalità. Maria ha lasciato la morte dietro di sé; è interamente rivestita di vita, quella del Figlio, del Cristo risorto. Ella è così il segno della vittoria dell’amore, del bene e di Dio, che dona al nostro mondo la speranza di cui ha bisogno. Questa sera volgiamo il nostro sguardo verso Maria, così gloriosa e così umana, e lasciamo che sia lei a condurci verso Dio, che è il vincitore (Benedetto XVI, Lourdes 2008).