Meditazioni 20 dicembre 2010
Ci ha amato tanto che per noi è nato nel tempo Lui, per mezzo del quale è stato creato il tempo; nel mondo fu più piccolo di età di molti suoi servi, Lui che è eternamente anteriore al mondo stesso; è diventato uomo, Lui che ha fatto l’uomo; è stato formato da una madre che Lui ha creato; è stato sorretto da mani che Lui ha formato; ha succhiato da un seno che Lui ha riempito; il Verbo senza il quale è muta l’umana eloquenza ha vagito nella mangiatoia, come bambino che non sa ancora parlare. Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio: sappi accogliere l’insegnamento di tanta umiltà, anche in un maestro che ancora non parla. […] Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto; Lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto. La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l’umiltà divina. […] Ridestati, uomo: per te Dio si è fatto uomo. “Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,14). Per te, ripeto, Dio si è fatto uomo. Saresti morto per sempre se Lui non fosse nato nel tempo. Mai saresti stato liberato dalla carne del peccato, se Lui non avesse assunto una carne simile a quella del peccato. Ti saresti trovato sempre in uno stato di miseria se Lui non ti avesse usato misericordia. Non saresti ritornato a vivere se Lui non avesse condiviso la tua morte. Saresti venuto meno se Lui non fosse venuto in tuo aiuto. Ti saresti perduto se Lui non fosse arrivato (Sant’Agostino).
… Invocazione allo Spirito Santo
O Maria, affidiamo a Te particolarmente la nostra Compagnia e Nicolino, invocando la tua potente intercessione per tutte le intenzioni che porta nel suo cuore. Preghiamo anche per tutte le persone a cui stiamo donando e doneremo il Volantino di Natale, perché anche attraverso questo segno possano vivere la Grazia dell’incontro con Te, Gesù.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Quando Maria ricevette la visita dell’Angelo, era una giovane ragazza di Nazaret che conduceva la vita semplice e coraggiosa delle donne del suo villaggio. E se lo sguardo di Dio si posò in modo particolare su di lei, fidandosi di lei, Maria vuole dirvi ancora che nessuno di voi è indifferente per Dio. Egli posa il suo sguardo amoroso su ciascuno di voi e vi chiama ad una vita felice e piena di senso. Non lasciatevi scoraggiare davanti alle difficoltà! Maria fu turbata all’annuncio dell’angelo venuto a dirle che sarebbe diventata la Madre del Salvatore. Essa sentiva quanto era debole di fronte alla onnipotenza di Dio. Tuttavia disse “sì” senza esitare. Grazie al suo “sì” la salvezza è entrata nel mondo, cambiando così la storia dell’umanità (Benedetto XVI – Lourdes, Omelia del 14.09.08).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Immaginiamo lo stato d’animo della Vergine dopo l’Annunciazione, quando l’Angelo partì da Lei. Maria si ritrovò con un grande mistero racchiuso nel grembo; sapeva che qualcosa di straordinariamente unico era accaduto; si rendeva conto che era iniziato l’ultimo capitolo della storia della salvezza del mondo. Ma tutto, intorno a Lei, era rimasto come prima e il villaggio di Nazareth era completamente ignaro di ciò che Le era accaduto. Prima di preoccuparsi di se stessa, Maria pensa però all’anziana Elisabetta, che ha saputo essere in gravidanza avanzata e, spinta dal mistero di amore che ha appena accolto in se stessa, si mette in cammino “in fretta” per andare a portarle il suo aiuto. Ecco la grandezza semplice e sublime di Maria! Quando giunge alla casa di Elisabetta, accade un fatto che nessun pittore potrà mai rendere con la bellezza e la profondità del suo realizzarsi. La luce interiore dello Spirito Santo avvolge le loro persone. Ed Elisabetta, illuminata dall’Alto, esclama: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,42-45)… Le parole di Elisabetta accendono nello spirito di Maria un cantico di lode, che è un’autentica e profonda lettura “teologica” della storia… Andando oltre la superficie, Maria “vede” con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia (Benedetto XVI – Discorso del 31.05.08).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Nella notte di Betlemme il chinarsi di Dio ha assunto un realismo inaudito e prima inimmaginabile. Egli si china – viene, proprio Lui, come bimbo giù fin nella miseria della stalla, simbolo di ogni necessità e stato di abbandono degli uomini. Dio scende realmente. Diventa un bambino e si mette nella condizione di dipendenza totale che è propria di un essere umano appena nato. Il Creatore che tutto tiene nelle sue mani, dal quale noi tutti dipendiamo, si fa piccolo e bisognoso dell’amore umano. Dio è nella stalla… Niente può essere più sublime, più grande dell’amore che in questa maniera si china, discende, si rende dipendente. La gloria del vero Dio diventa visibile quando ci si aprono gli occhi del cuore davanti alla stalla di Betlemme (Benedetto XVI – Omelia 24.12.08).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Solo il Bambino che giace nel presepe possiede il vero segreto della vita. Per questo chiede di accoglierlo, di fargli spazio in noi, nei nostri cuori, nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre società. Risuonano nella mente e nel cuore le parole del prologo di Giovanni: “A quanti lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio”. Cerchiamo di essere tra quelli che lo accolgono. Dinanzi a Lui non si può restare indifferenti. Anche noi, cari amici, dobbiamo continuamente prendere posizione. Quale sarà dunque la nostra risposta? Con quale atteggiamento lo accogliamo? Ci viene in aiuto la semplicità dei pastori e la ricerca dei Magi che, attraverso la stella scrutano i segni di Dio; ci è di esempio la docilità di Maria e la sapiente prudenza di Giuseppe. Gli oltre duemila anni di storia cristiana sono pieni di uomini e donne, di giovani e adulti, di bambini e anziani che hanno creduto al mistero del Natale, hanno aperto le braccia all’Emmanuele divenendo con la loro vita fari di luce e di speranza (Benedetto XVI – Udienza Generale 03.01.07).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Gesù ha voluto nascere e crescere in una famiglia umana; ha avuto la Vergine Maria come mamma e Giuseppe che gli ha fatto da padre; essi l’hanno allevato ed educato con immenso amore. La famiglia di Gesù merita davvero il titolo di “santa”, perché è tutta presa dal desiderio di adempiere la volontà di Dio, incarnata nell’adorabile presenza di Gesù… La Famiglia di Nazaret è unica, diversa da tutte, per la sua singolare vocazione legata alla missione del Figlio di Dio. Proprio con questa sua unicità essa addita ad ogni famiglia, e in primo luogo alle famiglie cristiane, l’orizzonte di Dio, il primato dolce ed esigente della sua volontà, la prospettiva del Cielo al quale siamo destinati (Benedetto XVI – Angelus 28.12.08).