Meditazioni 20 aprile 2015
Nella vita di un uomo che ha avuto la grazia del sorprendente e travolgente incontro con Cristo, come è accaduto a ciascuno di noi, non c’è nient’altro da domandare, da attendere, da favorire e da vivere se non lui e il rimanere nel suo amore. Un amore permanentemente presente e fedele che non attende altro che un minimo spazio del nostro cuore, un accenno del nostro desiderio, una mossa della nostra libertà per continuare ad attrarci e ad investirci del suo amore. Possiamo essere venuti qui contrassegnati ancora da ammaccature e ferite sanguinanti, da una pesantezza di testa dovuta all’incombenza di pensieri fuorvianti, da un’angoscia profonda e dominante, da paure incalzanti e opprimenti, dal peso di tradimenti e peccati ripetuti, dal dominio di una ostinata resistenza fatta di “se, ma, però”, comunque niente di tutto questo può sottrarci – se non drammaticamente noi stessi – dalla sua iniziativa di Grazia sempre più forte e sempre vincente, che ci sta investendo proprio ora attraverso questo incontro. Anzi, paradossalmente, dovremmo sentirci ancor più facilitati. Innanzitutto perché è come se fosse la conferma tangibile che non si può sfuggire l’alternativa tra la verità di questo richiamo di Gesù [“Senza di me non potete fare nulla”] e il nulla, il baratro del nulla. Ma soprattutto perché possa renderci più umili e aperti a riconoscerne tutta la positività e l’urgenza di amore per la nostra vita. E possa risultare finalmente la strada per tornare a lui e spalancargli tutto noi stessi. Nella certezza di essere sempre più amati di quanto possiamo tradire, nella certezza che il nostro vero nome e l’irrevocabile definizione di noi stessi è: “Sei sempre amato, sei sempre amato di un amore eterno e per questo ti sono fedele” (Nicolino Pompei, Senza di me non potete fare nulla).
Preghiamo per Papa Francesco e in comunione con Lui preghiamo per le vittime del naufragio verificatosi sabato notte nel Canale di Sicilia. Preghiamo per tutti i nostri Vescovi e Sacerdoti, in particolare per il nostro carissimo don Armando della cui ordinazione sacerdotale facciamo memoria in questi giorni. Affidiamo a Maria Santissima ciascuno di noi, Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Che grande gioia per me potervi dare questo annuncio: Cristo è risorto! Vorrei che giungesse in ogni casa, in ogni famiglia, specialmente dove c’è più sofferenza, negli ospedali, nelle carceri…
Soprattutto vorrei che giungesse a tutti i cuori, perché è lì che Dio vuole seminare questa Buona Notizia: Gesù è risorto, c’è la speranza per te, non sei più sotto il dominio del peccato, del male! Ha vinto l’amore, ha vinto la misericordia! Sempre vince la misericordia di Dio! (Papa Francesco, Messaggio Urbi et Orbi Santa Pasqua 2013).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Anche noi, come le donne discepole di Gesù, che andarono al sepolcro e lo trovarono vuoto, possiamo domandarci che senso abbia questo avvenimento (cfr Lc 24,4). Che cosa significa che Gesù è risorto? Significa che l’amore di Dio è più forte del male e della stessa morte; significa che l’amore di Dio può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore. E questo può farlo l’amore di Dio! (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Questo stesso amore per cui il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è andato fino in fondo nella via dell’umiltà e del dono di sé, fino agli inferi, all’abisso della separazione da Dio, questo stesso amore misericordioso ha inondato di luce il corpo morto di Gesù, lo ha trasfigurato, lo ha fatto passare nella vita eterna (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
Gesù non è tornato alla vita di prima, alla vita terrena, ma è entrato nella vita gloriosa di Dio e ci è entrato con la nostra umanità, ci ha aperto ad un futuro di speranza (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata regina
Ecco che cos’è la Pasqua: è l’esodo, il passaggio dell’uomo dalla schiavitù del peccato, del male alla libertà dell’amore, del bene. Perché Dio è vita, solo vita, e la sua gloria siamo noi: l’uomo vivente (Ibi).
(Il brano è tratto dal Messaggio Urbi et Orbi della Santa Pasqua 2013)