Meditazioni 10 marzo 2014
Chi di noi, fin da quando apre gli occhi al mattino, si trova nella coscienza immediata del Mistero, nella consapevolezza della sua incessante iniziativa di misericordia sulla vita di ciascuno? Per riprenderne coscienza occorre che la nostra libertà sia immediatamente mobilitata nella preghiera, che il desiderio e il cuore si chiariscano nella domanda, che la vita nella sua attesa e forza si lasci chiarire e innestare nella supplica. Che la vita fin dal mattino contrattacchi nella preghiera l’insidia della menzogna che ci vorrebbe sotto il dominio della volubilità degli stati d’animo, e cedevoli alla mentalità relativista e nichilista. Fin dal mattino – con tutta la precarietà che ci si può sentire particolarmente addosso – siamo invitati ad introdurci alla giornata e nella realtà con la forza di una preghiera semplice, come quella di un bambino alla mamma. A lasciarci semplicemente afferrare – come un bambino tra le braccia della mamma – fin dal primo passo mattutino, dalla sua Presenza sempre viva e vivente su ogni pressione umorale o stato d’animo, su ogni tendenza verso il basso e verso il niente (Nicolino Pompei, Chi perderà la propria vita per Me la troverà).
Invocazione allo Spirito Santo
Avvicinandosi il primo anniversario della sua elezione al soglio pontificio, ringraziamo il Signore per l’immenso dono di Papa Francesco e preghiamo per lui e per i suoi collaboratori della Curia Romana, così come ci ha chiesto all’Angelus di ieri, annunciando l’inizio degli Esercizi spirituali. Ringraziamo il Signore anche per il dono dell’amicizia con il dottor Paul Bhatti; ieri Domenico e Pierluigi sono andati a Padova per incontrarlo e, come ci ha domandato, preghiamo per lui, per la sua famiglia, continuamente minacciata dai terroristi, e per le minoranze religiose del Pakistan che subiscono gravi discriminazioni e persecuzioni. Ringraziamo il Signore per il dono del piccolo Pietro, che venerdì compirà un anno e affidiamo alla Madonna lui e tutti i nostri cari malati, in particolare Alessandra e Giancarlo. Preghiamo per Pasquale, di cui ieri è stato celebrato il funerale, e per Calogero, di cui oggi ricorre il settimo anniversario della morte. Affidiamo a Maria Santissima ciascuno di noi, Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi
Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (Rm 12, 1-2).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come un agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca (Is 53, 6-7a).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia.
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53, 4a.5).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti (1Pt 2, 21-25a).