Meditazioni 2 maggio 2011
All’inizio di questo mese di maggio, con il cuore gonfio di gioia e di commozione per la grazia tutta particolare della beatificazione del Santo Padre Giovanni Paolo II, ci lasciamo introdurre all’Affidamento di questa sera, da quanto Egli scrisse nel Messaggio per la XVII Giornata Mondiale della Gioventù: “Ripeto anche oggi il motto del mio servizio episcopale e pontificale: «Totus tuus». Ho costantemente sperimentato nella mia vita la presenza amorevole ed efficace della Madre del Signore; Maria mi accompagna ogni giorno nel compimento della missione di Successore di Pietro. Maria è Madre della Divina Grazia, perché è Madre dell’Autore della Grazia. Affidatevi a Lei con piena fiducia! Risplenderete della bellezza di Cristo. Aperti al soffio dello Spirito, diverrete apostoli intrepidi, capaci di diffondere intorno a voi il fuoco della carità e la luce della Verità. Alla scuola di Maria, scoprirete l’impegno concreto che da voi Cristo si attende, imparerete a mettere Lui al primo posto nella vostra vita, ad orientare a Lui i pensieri e le azioni”.
… Invocazione allo Spirito Santo
O Trinità Santa, Ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa il Beato Papa Giovanni Paolo II e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della Tua paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore dello Spirito d’amore. Egli, confidando totalmente nella Tua infinita misericordia e nella materna intercessione di Maria, ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore e ci ha indicato la santità come misura alta della vita cristiana ordinaria quale strada per raggiungere la comunione eterna con Te. Per sua intercessione, secondo la Tua volontà, concedici le grazie che imploriamo, nella speranza che egli sia presto annoverato nel numero dei Tuoi santi.
Seguendo l’esempio del Beato Giovanni Paolo II, ci affidiamo a Te, Maria Santissima, raccomandandoti particolarmente Nicolino e tutte le sue intenzioni: “Vergine Immacolata, Madre del Salvatore, i secoli parlano della tua materna presenza a sostegno del popolo pellegrinante sui sentieri della storia. Verso di Te alziamo i nostri occhi e Ti chiediamo di sorreggerci nella lotta contro il male e nell’impegno per il bene. Conservaci sotto la tua materna tutela, Vergine tutta bella e tutta santa! Aiutaci ad avanzare nel nuovo millennio rivestiti di quella umiltà che ha reso Te prediletta agli occhi dell’Altissimo. Nelle tue mani poniamo il futuro che ci attende, invocando sul mondo intero la tua costante protezione. Per questo, come l’apostolo Giovanni, vogliamo prenderti nella nostra casa. Resta con noi, Maria, resta con noi in ogni tempo! Ora pro nobis, intercede pro nobis, ad Dominum Iesum Christum!” (Giovanni Paolo II, Preghiera all’Immacolata, 8 dicembre 2000)
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?Non è qui, è risuscitato” (Lc 24, 5-6). Così l’Angelo rincuora le donne accorse al sepolcro. Così ripete la liturgia pasquale a noi, uomini e donne del terzo millennio: Cristo è risorto, Cristo è vivo tra noi! Il suo nome ormai è “il Vivente”, la morte non ha più alcun potere su di lui (cfr Rm 6, 9).
Resurrexit! È risorto! Oggi Tu, Redentore dell’uomo, dal sepolcro ti ergi vittorioso per offrire anche a noi, turbati da tante ombre che incombono, il tuo augurio di gioia e di pace. A Te, o Cristo, nostra vita e nostra guida, si volga chi è tentato dallo sconforto e dalla disperazione, per udire l’annuncio della speranza che non delude. In questo giorno del tuo trionfo sulla morte, l’umanità trovi in Te, o Signore, il coraggio di opporsi in modo solidale ai tanti mali che l’affliggono.
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Nella provvidenza di Dio – ossia nell’eterno disegno del Padre – era arrivata per Cristo l’ora di partire. Doveva abbandonare i suoi apostoli e lasciarli con sua Madre Maria, però solo dopo aver dato loro le sue disposizioni. Ora gli apostoli avevano una missione da compiere secondo gli insegnamenti dati da Gesù, e le ultime istruzioni erano, a loro volta, la fedele espressione della volontà del Padre. Quelle istruzioni indicavano, soprattutto, che gli apostoli dovevano attendere lo Spirito Santo il dono del Padre. Fin dall’inizio era ben chiaro che la sorgente della forza degli apostoli doveva essere lo Spirito Santo. È lo Spirito che guida la Chiesa nella via della verità; il Vangelo viene diffuso con la potenza di Dio, non con i mezzi della sapienza e della forza umana.
Gli apostoli, inoltre, erano stati istruiti per insegnare, per proclamare la buona novella in tutto il mondo. Dovevano battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito. Come Gesù, dovevano parlare esplicitamente del regno di Dio e della salvezza; dovevano testimoniare Cristo “fino ai confini della terra”. La Chiesa primitiva capì subito queste indicazioni, ed ebbe inizio l’era missionaria. E tutti sapevano che quest’era missionaria non sarebbe finita fino quando lo stesso Gesù, che se n’era andato al cielo, sarebbe nuovamente tornato (Giovanni Paolo II, Omelia 24.05.79).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la Pentecoste
Veni, Sancte Spiritus! Iniziando così la sua invocazione allo Spirito Santo, la Chiesa fa proprio il contenuto della preghiera degli Apostoli raccolti con Maria nel Cenacolo; anzi, la prolunga nella storia e la rende sempre attuale. Veni, Sancte Spiritus! Così continua a ripetere in ogni angolo della terra con immutato ardore, fermamente consapevole di dover restare idealmente nel Cenacolo in perenne attesa dello Spirito. Al tempo stesso, essa sa che dal Cenacolo deve uscire per le strade del mondo, con il compito sempre nuovo di rendere testimonianza al mistero dello Spirito. Veni, Sancte Spiritus! Preghiamo così con Maria, santuario dello Spirito Santo, preziosissima dimora di Cristo fra noi, perché ci aiuti ad essere tempio vivo dello Spirito e testimoni infaticabili del Vangelo. Veni, Sancte Spiritus! Amen! (Giovanni Paolo II, Omelia 31.05.88)
Nel quarto mistero contempliamo l’assunzione di Maria in cielo
In Maria, assunta in cielo al termine della sua vita terrena, risplende la vittoria definitiva di Cristo sulla morte, entrata nel mondo a causa del peccato di Adamo. È stato Cristo, il “nuovo” Adamo, a sconfiggere la morte, offrendosi in sacrificio sul Calvario, in atteggiamento di amore obbediente al Padre. Egli ci ha così riscattati dalla schiavitù del peccato e del male. Nel trionfo della Vergine, la Chiesa contempla Colei che il Padre ha scelto come vera Madre del suo Figlio unigenito, associandola intimamente al disegno salvifico della Redenzione. È per questo che Maria è segno consolante della nostra speranza. Guardando a Lei, rapita nell’esultanza delle schiere degli angeli, l’intera vicenda umana, frammista di luci e di ombre, si apre alla prospettiva dell’eterna beatitudine. Se l’esperienza quotidiana ci fa toccare con mano quanto il pellegrinaggio terreno sia sotto il segno della incertezza e della lotta, la Vergine assunta nella gloria del Paradiso ci assicura che mai ci verrà meno il soccorso divino (Giovanni Paolo II, Omelia 15.08.01).
Nel quinto mistero contempliamo Maria coronata Regina
“Beata Colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45). In Maria la promessa si fa realtà: Beata è la Madre e beati saremo noi suoi figli se, come Lei, ascolteremo e metteremo in pratica la parola del Signore […] Possa la Vergine, che contempliamo risplendente alla destra del Figlio, aiutare l’uomo di oggi a vivere, credendo “nel compimento della Parola del Signore” (Giovanni Paolo II, Omelia 15.08.01).