Meditazioni 2 giugno 2014
Ci dice sant’Agostino: “Sia il Signore Iddio tuo la tua speranza; non sperare qualcosa dal Signore Dio tuo, ma lo stesso tuo Signore sia la tua speranza. Molti da Dio sperano qualcosa al di fuori di lui; ma tu cerca lo stesso tuo Dio… Egli sarà il tuo amore”. E continua Agostino domandandoci: “Qual è allora l’oggetto della nostra speranza… Qual è? È la terra? No. Qualcosa che deriva dalla terra, come l’oro, l’argento, l’albero, la messe, l’acqua? Niente di queste cose. Qualcosa che voli nello spazio? L’anima lo respinge. È forse il cielo così bello e ornato di astri luminosi? Tra queste cose visibili che c’è infatti di più dilettevole, di più bello? No, non è neppure questo. E cos’è? Queste cose piacciono, sono belle queste cose, sono buone queste cose: ricerca chi le ha fatte, egli è la tua speranza… Digli: tu sei la mia speranza”. Solo lui è l’Oggetto proprio del desiderio, solo lui quindi è la presenza in grado di soddisfare e compiere l’esigenza del nostro cuore. E tutta la realtà in ogni suo fattore ne è solo il segno, ne è il richiamo e il rimando stabilito e concreto per imparare a riconoscerlo, per rapportarsi con lui, lasciarci richiamare a lui, per adorarlo e lasciarci attaccare a lui. Solo lui quindi può essere il nostro desiderio e la nostra affezione dentro ogni rapporto e circostanza. Solo per questo attaccamento a lui siamo chiamati ad essere amici, ad essere nell’esperienza di una cattolica amicizia, in cui emerga evidente il legame e il frutto del suo amore. Perché nella realtà e nella visibilità di come ci sosterremo, ci ameremo e saremo uniti in lui, il mondo possa riconoscere la sua presenza (Nicolino Pompei, Senza di me non potete fare nulla).
In comunione con Papa Francesco, rendiamo grazie a Dio per il pellegrinaggio che ha vissuto in Terra Santa. Accogliendo il suo appello di ieri, preghiamo perché in Ucraina e nella Repubblica Centroafricana siano superate le incomprensioni e si ricerchi con pazienza il dialogo e la pacificazione. Preghiamo per tutti i cristiani che in varie parti del mondo soffrono persecuzioni a causa della loro fede e in particolare per la famiglia del nostro carissimo amico Paul Bhatti in Pakistan. Invochiamo la materna intercessione di Maria per tutte le persone malate ed in particolare per la nostra carissima Alessandra, per Franco, per Matteo e per Teresa. Ringraziamo il Signore per i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima che tanti nostri figli stanno ricevendo in queste settimane. Preghiamo per Giuseppe, di cui oggi ricorre il sesto anniversario della morte. Affidiamo a Maria Santissima anche ciascuno di noi, Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Gesù parte, ascende al Cielo, cioè ritorna al Padre dal quale era stato mandato nel mondo. Ha fatto il suo lavoro, quindi torna al Padre. Ma non si tratta di una separazione, perché Egli rimane per sempre con noi, in una forma nuova. Con la sua ascensione, il Signore risorto attira lo sguardo degli Apostoli – e anche il nostro sguardo – alle altezze del Cielo per mostrarci che la meta del nostro cammino è il Padre. Lui stesso aveva detto che se ne sarebbe andato per prepararci un posto in Cielo. Tuttavia, Gesù rimane presente e operante nelle vicende della storia umana con la potenza e i doni del suo Spirito; è accanto a ciascuno di noi: anche se non lo vediamo con gli occhi, Lui c’è! Ci accompagna, ci guida, ci prende per mano e ci rialza quando cadiamo. Gesù risorto è vicino ai cristiani perseguitati e discriminati; è vicino ad ogni uomo e donna che soffre. È vicino a tutti noi, anche oggi è qui con noi in piazza; il Signore è con noi! Voi credete questo? Allora lo diciamo insieme: Il Signore è con noi! (Papa Francesco, Regina coeli del 1.06.14).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Gesù, quando ritorna al Cielo, porta al Padre un regalo. Quale è il regalo? Le sue piaghe. Il suo corpo è bellissimo, senza lividi, senza le ferite della flagellazione, ma conserva le piaghe. Quando ritorna dal Padre gli mostra le piaghe e gli dice: “Guarda Padre, questo è il prezzo del perdono che tu dai”. Quando il Padre guarda le piaghe di Gesù ci perdona sempre, non perché noi siamo buoni, ma perché Gesù ha pagato per noi. Guardando le piaghe di Gesù, il Padre diventa più misericordioso. Questo è il grande lavoro di Gesù oggi in Cielo: fare vedere al Padre il prezzo del perdono, le sue piaghe. È una cosa bella questa che ci spinge a non avere paura di chiedere perdono; il Padre sempre perdona, perché guarda le piaghe di Gesù, guarda il nostro peccato e lo perdona (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Ma Gesù è presente anche mediante la Chiesa, che Lui ha inviato a prolungare la sua missione. L’ultima parola di Gesù ai discepoli è il comando dipartire: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). È un mandato preciso, non è facoltativo! La comunità cristiana è una comunità “in uscita”, “in partenza”. Di più: la Chiesa è nata “in uscita”. E voi mi direte: ma le comunità di clausura? Sì, anche quelle, perché sono sempre “in uscita” con la preghiera, con il cuore aperto al mondo, agli orizzonti di Dio. E gli anziani, i malati? Anche loro, con la preghiera e l’unione alle piaghe di Gesù. Ai suoi discepoli missionari Gesù dice: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (v. 20). Da soli, senza Gesù, non possiamo fare nulla! Nell’opera apostolica non bastano le nostre forze, le nostre risorse, le nostre strutture, anche se sono necessarie. Senza la presenza del Signore e la forza del suo Spirito il nostro lavoro, pur ben organizzato, risulta inefficace. E così andiamo a dire alla gente chi è Gesù (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
E insieme con Gesù ci accompagna Maria nostra Madre. Lei è già nella casa del Padre, è Regina del Cielo e così la invochiamo in questo tempo; ma come Gesù è con noi, cammina con noi, è la Madre della nostra speranza (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata Regina
Il Vangelo ci dice che, dopo l’annuncio dell’Angelo, Maria è andata in fretta, non ha perso tempo, è andata subito a servire. È la Vergine della prontezza, la Madonna della prontezza. Subito è pronta a venire in aiuto a noi quando la preghiamo, quando noi chiediamo il suo aiuto, la sua protezione a nostro favore. Nei tanti momenti della vita nei quali abbiamo bisogno del suo aiuto della sua protezione, ricordiamo che lei non si fa aspettare: è la Madonna della prontezza, va subito a servire (Papa Francesco, Discorso del 31.05.14).