Meditazioni 19 settembre 2016
“Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti. Quando diciamo che questo annuncio è ‘il primo’, ciò non significa che sta all’inizio e dopo si dimentica o si sostituisce con altri contenuti che lo superano. È il primo in senso qualitativo, perché è l’annuncio principale, quello che si deve sempre tornare ad ascoltare… È l’annuncio che risponde all’anelito di infinito che c’è in ogni cuore umano” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium).
Il nostro cammino, la nostra appartenenza, la nostra amicizia non potranno mai essere sentiti e vissuti per meno di questo supremo, permanente e qualificante annuncio di Cristo Risorto, per meno dell’ardente desiderio di continuare a sentirlo parlare, per meno dell’esigenza di lasciarlo parlare e corrispondere al nostro cuore, per meno di lasciargli “illuminare, rafforzare e liberare” tutta la vita. L’assoluto valore e il sostanziale dinamismo del nostro cammino, del nostro seguire e dei nostri rapporti di amicizia si trovano e si troveranno sempre e solo dentro l’affermazione, l’approfondimento, il sostegno e la testimonianza vicendevole e ad ogni uomo dell’esperienza di una vita attratta, segnata, redenta e commossa dall’Amore vivo di Cristo (Nicolino Pompei, Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato).
Preghiamo per Papa Francesco e in comunione con lui, che domani si recherà ad Assisi per la giornata mondiale di preghiera per la pace, preghiamo perché nel cuore di ogni uomo e nel mondo intero regno la pace del Signore. Preghiamo per Nicolino, per tutte le sue intenzioni, in particolare per Antonio, che oggi è tornato tra le braccia del Padre, e per i nostri carissimi amici Elisabetta, Erika e Luca e la loro famiglia. Continuiamo a pregare per i nostri carissimi Fabio e Laura che sabato hanno celebrato il loro matrimonio.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Mentre sono presi da questa conversazione, accade loro Gesù. Ancora una volta Gesù prende l’iniziativa, si avvicina e prende a camminare con loro. È il Risorto che si avvicina e si fa nostro compagno di viaggio. La Sua apparizione avviene all’improvviso, in maniera imprevedibile e del tutto gratuitamente. Ma i loro occhi, ci dice il Vangelo, “erano impediti a riconoscerlo”. Anche se Gesù – come vi ho già detto nell’episodio della Maddalena – ha un volto trasfigurato dalla resurrezione questo non significa che abbia un volto sconosciuto o che assuma un altro volto per nascondersi: sono proprio i loro occhi incapaci di riconoscerlo. Questo impedimento poi si acuisce ulteriormente quando si è nella presunzione della propria misura, con cui si pretende di capire, di giudicare e di rapportarsi con la realtà. Occorre un atteggiamento totalmente nuovo, umile, aperto e spalancato della ragione, del cuore e della libertà per imparare, per saper guardare, giudicare e comprendere veramente. Ed è ancora una volta Gesù che li prende per mano e li accompagna in questo cammino di vera e nuova comprensione (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto…).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
“Ma egli sparì dalla loro vista”. Questo “sparire dallo loro vista” non è per interrompere il suo legame con i discepoli, per sparire come presenza reale, ma per rimanere con loro, come con noi, nella modalità sacramentale con cui ha scelto di farsi attendere e incontrare vivo e risorto ad ogni uomo. “Ed essi dissero l’un l’altro: non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?”. Solo adesso capiscono pienamente quello che già, nel procedere del cammino, avevano, anche se confusamente, in qualche modo presentito, sentito crescere nel cuore, avevano avvertito come una traccia significativa e inconfondibile di quella Presenza eccezionale: la sola capace di far ardere il cuore. Quando il nostro umano è lasciato emergere secondo la sua vera natura, non lo lasciamo ridurre dalla nostra supponenza, incancrenire dall’abitudine o dall’astrattezza con cui spesso lo trattiamo e permettiamo alla presenza di Cristo di entrare come avvenimento nella nostra vita, non possiamo che vivere la medesima esperienza di ardore del cuore e di esaltazione di tutto noi stessi. Ognuno di noi lo sa bene, perché ognuno di noi ne ha fatto almeno una iniziale esperienza, solo per il fatto di stare qui e di aderire alla nostra compagnia. Il nostro cuore è fatto solo per anelare e incontrare Gesù, per essere corrisposto, commosso e arso permanentemente dalla Sua presenza e dal Suo amore (Ibi).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la Pentecoste
“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi”. Solo in questo saluto tutta la nostra vita è totalmente considerata e abbracciata, ciascuno di noi è pienamente abbracciato per quello che è. Tutto quello che mi fa essere, tutto quello che desidero, tutto quello di cui sono assoluto bisogno c’è ed è una Presenza reale che si mostra già attraverso questo saluto. Una Presenza che ci viene sempre incontro, che desidera abitare la nostra vita e camminare con noi. È tutto l’essere di Dio che ci investe in questo saluto. È tutto l’essere di Dio che siamo invitati a lasciar entrare perché investa tutta la nostra vita, perché sia la nostra vita, perché la possa decidere in ogni suo istante. Non c’è nessun’altra presenza che il cuore attende di incontrare, e quindi non ci sono parole più adeguate all’umano di ciascuno: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi”(Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione di Maria in cielo
Proprio adesso, così come siamo, ciascuno di noi spalanchi il proprio cuore e domandi questa Grazia. Ci venga in soccorso la Madonna, la piena di Grazia, perché la sua compagnia ci sostenga e ci accompagni a vivere questo gesto, così come il cammino della nostra compagnia, per lasciarci radicalmente incontrare dal Signore e investire dall’opera continua della Sua Grazia. Chiediamo alla Madonna di essere sostenuti da lei a quell’apertura del cuore adeguata alla sua costitutiva esigenza, perché Cristo possa entrare e soddisfarlo di Lui, farlo ardere del Suo amore, attrarlo fino alla immedesimazione con il Suo Cuore. Perché la nostra vita risulti nel medesimo avvenimento che definisce e qualifica radicalmente quella di san Paolo: “Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio”. (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata Regina
“Quando la sera scende oscura sul cuor che s’impaura mi guidi sempre la fede più presso a te. È il grido del mio cuore che tu lo possa ascoltare o Dio!”. Più presso a te io voglio restare e voglio vivere. Più presso a te voglio vivere tutto, tutto quello che sono chiamato a vivere e mi sarà dato di vivere. Più presso a te, o Signore: come quando nell’amore l’amato non può che mendicare di essere una cosa sola con l’amata. Più presso a te voglio vivere tutte le circostanze, da quelle più banali a quelle più intense e drammatiche, perché attraverso di esse possa lasciarmi incontrare e portare da te, lasciarmi attirare e attaccare alla tua Presenza sempre vincente, lasciarmi trasfigurare dalla potenza redentiva del tuo amore infinito. Più presso a te, perché solo più presso a te è possibile vivere e la vita è vita (Papa Francesco, Regina coeli del 24/05/15).