Meditazioni 19 dicembre 2011
IV Settimana di Avvento
Jesu, Rex admirabilis et triumphator nobilis, dulceso inefabbilis, totus desiderabilis. Mane nobiscum Domine et nos illustra lumine, pulsa mentis caligine, mundu reple dulcedine.
Gesù, Re ammirabile e nobile trionfatore, dolcezza ineffabile, totalmente desiderabile. Rimani con noi Signore e illuminaci con la tua luce, dissipa l’oscurità, la caligine della nostra mente; reso puro, riempimi di dolcezza. “Rimani con noi, resta con noi Signore, perché si fa sera…”, fu la struggente richiesta dei discepoli di Emmaus. Se Tu non sei con noi e non rimani con noi, noi non possiamo stare e rimanere con Te. È solo la tua Presenza sfolgorante di luce che può dissipare l’oscurità delle tenebre che avvolgono così spesso la nostra esistenza, che occupano prepotentemente la nostra mente, i nostri pensieri, riempiendo la vita di paure ed insicurezze. Quando cor nostrum visitas tunc lucet ei veritas, mundum vilescit vanitas et intus fervet Caritas. Quando fai visita al nostro cuore, allora rifulge su di esso la verità e perde valore la vanità del mondo e dentro di sé arde solo la Carità. La vita investita dalla luce della presenza di Cristo smaschera l’inconsistenza e la vacuità di quello che il mondo stabilisce come valore o necessità e a cui troppo spesso consegniamo e assicuriamo la vita. Non perde valore la vita, non perdono valore i rapporti e le cose, ma l’interpretazione che noi ne facciamo, la presuntuosa misurazione con cui le viviamo e possediamo, l’irrazionale e idolatrica fiducia che gli accordiamo consegnandogli la risposta e la soddisfazione della vita. Nella sua luce tutto è investito, rivelato e affermato nella verità, nella vera possibilità di possesso e come fecondità per la vita nostra e di tutti. Tutto si accende, arde e si illumina della Carità, nella “totalmente altra misura” del suo Amore, in cui sempre, veramente e nuovamente, si affermano e si ritrovano persone e cose (Nicolino Pompei, La bocca non sa dire né la parola esprimere: solo chi lo prova può credere cosa sia amare Gesù).
…INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
Particolarmente in questi giorni che precedono il Santo Natale, preghiamo la Madonna perché “si alzino tutto le nostre porte antiche” e lasciamo entrare nella nostra vita “il Re della gloria” che viene. Affidiamo a Maria ciascuno di noi, Nicolino e tutte le sue intenzioni; in particolare preghiamo per i nostri cari malati e per la famiglia del piccolo Nicola, definitivamente tornato dal Padre. In comunione con il Papa, preghiamo anche per le popolazioni del sud delle Filippine, colpite da una violenta tempesta tropicale: affidiamo alla Madonna le vittime, i senzatetto e i numerosi dispersi.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Entrando da lei, disse: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù (…) Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei (Lc 1,28-32.35-38).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto” (Lc 1,42b-45).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose nella mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”. Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano tra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, come era stato detto loro (Lc 2, 6-20).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore (Lc 2, 22-24).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”: Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro (Lc 2, 46-50).