Meditazioni 18 novembre 2013
“Io sono la vera vite… Senza di me non potete fare nulla” […] Vorrei che sentissimo la vertiginosa sproporzione di questa formulazione [di Gesù]. Come se la sentissimo per la prima volta. Proviamo ad immergerci dentro il cuore di quegli uomini che sono radunati attorno a lui, che lo ascoltano e lo guardano parlare pieni di una trepidazione che li sovrasta per quello che il Signore sta affermando di sé e della loro vita. Sono sempre tutti lì con lo sguardo proteso, pendente e attaccato ad ogni sua parola. Però quella sera più di altre volte. Perché quella sera c’è qualcosa di diverso che colgono e che si imprime nel loro cuore. Sentono che c’è qualcosa di drammatico e decisivo che sta per accadere nella vita di Gesù come nella loro. Come vorrei che ciascuno di noi rinvenisse il medesimo cuore e il medesimo sguardo dei discepoli. Come d’altra parte ci è accaduto di rinvenire in noi stessi quando siamo stati investiti dallo sconvolgente incontro con la Compagnia che ha portato la medesima, inaudita e affascinante pretesa di Cristo nella nostra vita. Dovrebbe essere sempre questo l’atteggiamento con cui partecipiamo e viviamo il nostro cammino di Compagnia (Nicolino Pompei, Senza di me non potete fare nulla).
…Invocazione allo Spirito Santo
Al termine dell’Udienza di mercoledì scorso Papa Francesco ha detto: “Fratelli e sorelle, ho appreso con grande dolore che due giorni fa, a Damasco, colpi di mortaio hanno ucciso alcuni bambini che tornavano da scuola e anche l’autista dell’autobus. Altri bambini sono rimasti feriti. Per favore, che queste tragedie non accadano mai! Preghiamo fortemente! In questi giorni stiamo pregando e unendo le forze per aiutare i nostri fratelli e sorelle delle Filippine, colpiti dal tifone. Queste sono le vere battaglie da combattere. Per la vita! Mai per la morte!”. In comunione con il Santo Padre e con i nostri Vescovi, preghiamo per queste intenzioni e per il Convegno regionale della nostra chiesa marchigiana che si svolgerà nei prossimi giorni a Loreto. Questa sera desideriamo pregare particolarmente anche per la nostra carissima Francesca e per Giovanni, il papà di Marco Bianchella, di cui oggi ricorre l’anniversario della morte. Preghiamo particolarmente per Gino, un amico di Osimo, che si sta avvicinando all’incontro definitivo con l’Eterno Padre, e per tutti i nostri cari malati. Invochiamo la compagnia e la protezione di Maria Santissima per ciascuno di noi, per Nicolino e a Lei affidiamo tutte le sue intenzioni.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nell’Orto degli ulivi
Un’antica tradizione della Chiesa di Roma racconta che l’Apostolo Pietro, uscendo dalla città per scappare dalla persecuzione di Nerone, vide Gesù che camminava nella direzione opposta e stupito gli domandò: “Signore, dove vai?”. La risposta di Gesù fu: “Vado a Roma per essere crocifisso di nuovo”. In quel momento, Pietro capì che doveva seguire il Signore con coraggio, fino in fondo, ma capì soprattutto che non era mai solo nel cammino; con lui c’era sempre quel Gesù che lo aveva amato fino a morire (Papa Francesco, Via Crucis alla GMG di Rio de Janeiro).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Tanti volti hanno accompagnato Gesù nel suo cammino verso il Calvario: Pilato, il Cireneo, Maria, le donne… Io oggi ti chiedo: Tu come chi di loro vuoi essere? Vuoi essere come Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente per salvare la vita di Gesù e se ne lava le mani. Dimmi: sei uno di quelli che si lavano le mani, che fa il finto tonto e guarda dall’altra parte? O sei come il Cireneo, che aiuta Gesù a portare quel legno pesante, come Maria e le altre donne, che non hanno paura di accompagnare Gesù fino alla fine, con amore, con tenerezza. E tu, come chi di questi vuoi essere? Come Pilato, come il Cireneo, come Maria? Gesù ti sta guardando adesso e ti dice: mi vuoi aiutare a portare la Croce? E tu che cosa Gli rispondi? (Ibi)
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Alla Croce di Cristo portiamo le nostre gioie, le nostre sofferenze, i nostri insuccessi; troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con questo stesso amore (Ibi).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la Croce
Gesù con la sua Croce percorre le nostre strade e prende su di sé le nostre paure, i nostri problemi, le nostre sofferenze, anche le più profonde […] Nella Croce di Cristo c’è la sofferenza, il peccato dell’uomo, anche il nostro, e Lui accoglie tutto con le braccia aperte, carica sulle sue spalle le nostre croci e ci dice: Coraggio! Non sei solo a portarle! Io le porto con te e io ho vinto la morte e sono venuto a darti speranza, a darti vita (cfr Gv 3,16) (Ibi).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo la morte di Gesù in croce
Che cosa ha lasciato la Croce in coloro che l’hanno vista e in coloro che l’hanno toccata? Che cosa lascia la Croce in ciascuno di noi? Vedete: lascia un bene che nessuno può darci: la certezza dell’amore fedele di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci. Nella Croce di Cristo c’è tutto l’amore di Dio, c’è la sua immensa misericordia. E questo è un amore di cui possiamo fidarci, nel quale possiamo credere. Fidiamoci di Gesù, affidiamoci a Lui perché Lui non delude mai nessuno! Solo in Cristo morto e risorto troviamo la salvezza e la redenzione. Con lui, il male, la sofferenza e la morte non hanno l’ultima parola, perché Lui ci dona speranza e vita: ha trasformato la Croce dall’essere uno strumento di odio, di sconfitta e di morte ad essere un segno di amore, di vittoria, di trionfo e di vita (Ibi).