Meditazioni 17 luglio 2017
Adesso, il gesto più normale per ciascuno è quello di chiedere, pregare, mendicare. Ma non solo ora. Dobbiamo alzarci al mattino e chiedere immediatamente alla Madonna il dono dello Spirito, perché ci faccia sentire l’esigenza che siamo di Cristo, dello sguardo alla presenza di Gesù. Chiedere di realizzare in noi questo attaccamento a Cristo che solo dà il centuplo; di farci sentire l’esperienza del centuplo come la necessaria esperienza per l’umano e come la vera e massima esperienza dell’umano. Senza la quale non possiamo più affermare il Cristianesimo come l’Avvenimento decisivo da portare ed affrettare in tutti. A quale sfida buona li inviteremmo? Di che cosa renderemmo ragione? Occorre innanzitutto mendicare, perché al fondo di tutto c’è un “sì” ad Uno da dire e la nostra misura da lasciare. (…) Ecco perché la Donna tutta sottomessa all’iniziativa del Mistero e che lo ha partorito come Uomo, deve essere sempre richiamata come compagnia necessaria. Dobbiamo invocare ora e sempre la Madonna per l’imitazione del suo fiat, come suprema obbedienza alla volontà del Padre in cui solo consiste la vita. Deve essere inesauribile lo sguardo che portiamo alla Madonna, l’accoglienza della sua compagnia e la richiesta della sua intercessione. Con Lei, dietro a Lei, attraverso di Lei, invochiamo lo Spirito Santo per lasciarci scardinare dalla nostra ostinata misura, perché la vita rinasca ora e sempre dal sì detto a Cristo e sia vissuta nel modo che Cristo ci ha richiamato. Perché dalla nostra libertà aderente e ubbidiente risulti il centuplo nell’esperienza umana, come rivelatore della vita in Cristo e come anticipo della vita eterna. Ed è attraverso l’esperienza umana segnata dal centuplo che Cristo si fa incontrare, si presenta alla vita di ciascun uomo. “Vi ho chiamato amici, perché tutto quello che ho udito dal Padre mio ve l’ho fatto conoscere… E vi ho costituiti perché andiate e portiate il frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 15-16). Invochiamo la Madonna e lo Spirito Santo perché possiamo sentire sempre più l’urgenza della nostra responsabilità e del compito – per noi e per ogni uomo – della nostra chiamata ad essere amici che portano il Significato di tutto. È l’uomo vivente – centuplicato – la gloria del Dio Vivente; è nell’umano afferrato, reso vivo e centuplicato da Cristo la Sua gloria, e la Sua attrattiva sugli uomini (Nicolino Pompei, Il centuplo adesso e in eredità la vita eterna).
Ti ringraziamo, Signore, per il dono di questi giorni dell’Avvenimento in piazza; benedici Nicolino, tutto il nostro popolo e il nostro cammino. Accompagnaci incessantemente con la tua misericordia e fa’ risplendere il tuo volto su ciascuno di noi, perché si possa riconoscere su tutta la terra la tua presenza, la tua salvezza tra le genti. Affidiamo alla Madonna tutte le persone che hanno partecipato all’Avvenimento in piazza e gli amici per cui ci è stato chiesto di pregare: Alessandro, Amorina, Anna e la sua famiglia, don Assi, Camilla, Cristina, Daniele, Daksh (si pronuncia Darsc), Ella, Enrico, Fabrizio, Francesca, Franco, Giuseppe, Giuseppe, Ilenia, Lidia, Lorena, Luigi, don Marco, Mariano, Maurizio, Padre Reginaldo, Roberta, Roberto, Romana, Rosario, Savina, Savino, Serena, Valeria, Virginia.
O Dio, vieni a salvarmi
…Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
…Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Cristo nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5,7-9).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1,18-19).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo (2Tm 2,10-12a).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio (1Cor 1,22-24).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
L’amore di Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro (2Cor 5,14-15).