Meditazioni 17 giugno 2013
La preghiera del fariseo, dietro l’apparente devozione, è una preghiera, oserei dire, senza Dio, senza il riconoscimento di Dio. Il riferimento a Dio è pretesto e copertura per un io ricco e gonfio di se stesso, che usa del rapporto con Dio per la propria autoesaltazione. L’uomo che c’è e si nasconde dietro questa preghiera è un uomo che non aspetta nulla da Dio, non è un mendicante di Dio e non ha nulla da chiedere. Usa della preghiera solo per confermare se stesso come misura, per far mostra di sé, in un continuo tentativo di autoesaltazione. Ed è così gonfio e preso dalla sua alterigia da provare solo disprezzo degli altri e vivere nella contrapposizione con gli altri, in cui addirittura si sente esaltato. Invece il pubblicano, l’esattore del fisco, evidentemente un peccatore, sta a distanza perché è spaesato, perché sente la sproporzione, ha la coscienza della sua sproporzione. Sente tutta la sua mancanza, la sua fragilità, il suo tradimento e tutto il bisogno di perdono. È umiliato dal dolore di questo tradimento e supplica battendosi il petto con la formula istintiva del peccatore che non sa dire bene i suoi peccati, dicendo: mio Dio abbi pietà di me peccatore. È la preghiera del povero che è tutto proteso a rimettere la propria vita a Dio. Sente dolore e quindi documenta di essere in una tensione e apertura alla verità di sé, che lo porta a piegarsi mendicante della Misericordia, in cui solo sente la possibilità di essere riammesso alla vita. È l’atteggiamento richiamato giusto da Gesù perché il solo adeguato ad aspettare e ricevere tutto da Dio. È quello che noi riconosciamo nella posizione del mendicante (Nicolino Pompei, La bocca non sa dire né la parola esprimere: solo chi lo prova può credere cosa sia amare Gesù).
…Invocazione allo Spirito Santo
“Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino”: con questo cuore, seguendo Nicolino, ci stringiamo a Marco e Maria, che sabato sono tornati a casa con Pietruzzo, e con loro continuiamo a benedire il Signore e a chiedere che Lui compia in ognuno di noi la Sua volontà.
Partecipando profondamente al dolore dei loro cari, preghiamo per Cristiano e per Giorgio, che in questi giorni sono stati chiamati all’incontro definitivo con il Padre Eterno e Buono. Per loro chiediamo l’eterno riposo e alla Madonna affidiamo Francesca, Tiziana, Silvana, Luigi e tutti gli altri parenti e amici di Cristiano e di Giorgio.
A Maria Santissima desideriamo affidare anche Gabriele, che sabato partirà per vivere sei mesi in una missione in Perù, e tutte le persone malate, in particolare Romolo e Piero, per cui ci è stato chiesto di pregare.
Ringraziando il Signore per l’anno scolastico che si è appena concluso, preghiamo per tutti gli studenti che stanno affrontando gli esami. Affidiamo alla Madonna le varie iniziative estive per i bambini e i ragazzi, che proprio oggi alcuni di noi hanno iniziato, e anche tutti i nostri amici che lavorano nell’ambito ristorativo e alberghiero e che in questi giorni hanno cominciato a pieno ritmo la stagione estiva: chiediamo di saper accogliere e servire ogni persona che incontreremo con l’Amore con cui incessantemente Gesù cerca e guarda noi, perché anche attraverso il nostro modo di lavorare il Signore Gesù possa continuare a manifestarsi.
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno” (Lc 24, 8).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo Gesù che ascende al cielo
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore, ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28, 19,20)
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano (Lc 11,28).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata regina
Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente (Lc 1,48-49).