Meditazioni 17 gennaio 2011
Fratelli, come dice lo Spirito Santo: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, il giorno della tentazione nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant’anni le mie opere. Perciò mi disgustai di quella generazione: hanno sempre il cuore sviato. Non hanno conosciuto le mie vie. Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo”. Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura quest’oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato. Siamo infatti diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda fino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall’inizio (Eb 3,7-14).
Invocando lo Spirito Santo, domandiamogli di piegare ciò che in noi è ancora rigido, di scaldare ciò che in noi è ancora gelido, di bagnare ciò che in noi è ancora arido, di drizzare ciò che in noi è ancora sviato, di sanare ciò che in noi sanguina ancora.
… Invocazione allo Spirito Santo
Gioendo con Benedetto XVI, che il prossimo 1° maggio proclamerà beato il Venerabile Papa Giovanni Paolo II, ringraziamo il Signore per questo atteso dono. In comunione con il Santo Padre, ricordiamo particolarmente nella nostra preghiera di questa sera “le popolazioni dell’Australia, del Brasile, delle Filippine e dello Sri Lanka, recentemente colpite da devastanti inondazioni. Il Signore accolga le anime dei defunti, dia forza agli sfollati e sostenga l’impegno di quanti si stanno prodigando per alleviare sofferenze e disagi” (Angelus del 16.01.11). In comunione con i nostri Vescovi preghiamo per l’unità di tutti i cristiani.
A Maria Santissima affidiamo particolarmente ciascuno di noi e Nicolino, pregando per tutte le sue intenzioni.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1,18-19).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso (Is 50,6-7),
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca (Is 53,7).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53,4-5).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti (1Pt 2,21-25).