Meditazioni 16 ottobre 2017
Innanzitutto lo Spirito Santo. Prima di qualsiasi parola (…) è inevitabile invocare lo Spirito Santo, lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio, perché come dice san Paolo ai Romani: “Solo lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza perché nemmeno sappiamo cosa chiedere”, cosa chiedere in maniera conveniente; non sappiamo chiedere ciò che è necessario e quindi decisivo per noi. (…) Lo invochiamo perché ci convinca del nostro peccato e della nostra debolezza, ci convinca della misericordia del Padre, della necessità – innanzitutto in noi – dell’azione salvifica di Cristo. Ci convinca della Bellezza di ciò che ci è accaduto, cioè del Cristianesimo, della Grazia dell’Avvenimento di Cristo; ci faccia sentire la necessità e l’urgenza – per noi e quindi per il mondo – della nostra Amicizia. Della presenza nel mondo della nostra Amicizia operativa, della nostra Comunione dentro la drammatica realtà di uomini e donne tragicamente orfani. Orfani perché senza Padre, cioè senza verità, senza significato e speranza, e quindi soli, dispersi, disperati, confusi, ammalati, preda della menzogna… (Nicolino Pompei, Voi siete miei amici…).
Affidiamo alla Madonna ciascuno di noi, Nicolino e tutti gli amici per cui ci è stato chiesto di pregare, in particolare: Alessandro, Anna, Antonello, Asya, il vescovo Armando, Augusto, Cristina, Francesca, Franco, Gaetano, Giorgio, Mariano, Marika, Michel, Nando, Nicolò, Roberto, Rosario, Sabina e Vanilia.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Nell’Angelus troviamo proprio tutto quello che vale: l’iniziativa del Mistero, che accade come uomo nella storia, attraverso la libertà e la carne di una donna, proprio come un bambino accade ad ogni mamma. E troviamo la risposta che – ogni giorno, momento per momento, lì dove siamo, in tutti i luoghi della nostra responsabilità, dentro ogni vocazione – siamo chiamati a dare alla Grazia che opera sempre: Fiat mihi secundum verbum tuum. Sì, così si faccia. Sì, così la mia vita; la mia vita è la tua iniziativa su di me; la tua volontà è la mia vita, la pienezza dell’umano. Per cui sì, sì, sì: il mio io pieno è secondo te, si faccia di me secondo te. Fiat mihi secundum verbum tuum. È il parametro della pienezza della libertà, dell’intelligenza, dell’amore, della volontà, dell’azione (Nicolino Pompei, Pronti sempre a rispondere…).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
La nostra preghiera è vissuta – e non può non essere vissuta – nella costante intercessione e compagnia di Colei che è stata chiamata ad essere la vergine Carne, il vergine Grembo attraverso cui Dio si è fatto Uomo: Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra (Nicolino Pompei, Dieci anni di Fides Vita…).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
E il Verbo si è fatto Carne, Uomo, Compagnia, Amicizia, attraverso la libertà e la carne di Maria. A Lei ci affidiamo in tutto, perché sempre ci indichi e ci ricordi Gesù: “Fate sempre quello che Egli vi dirà”. Affidiamo alla sua compagnia orante e vergine la nostra fragile supplica, così spesso attaccata dalla nostra presunzione di autosufficienza, di forza, di capacità, con cui spesso ci inoltriamo nella vita nostra e di altri, nella realtà e nelle scelte. Alla sua certa, fedele, quotidiana compagnia di Madre dell’Eterno, e quindi di Madre di ciascuno di noi, affidiamo il nostro desiderio di essere figli, totalmente e consapevolmente identificati nella Volontà e nel Disegno del Padre (tutta l’origine, la soddisfazione, il compimento dell’essere) (Nicolino Pompei, Veglia Eucaristica X Convegno).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
La Donna tutta sottomessa all’iniziativa del Mistero e che lo ha partorito come Uomo, deve essere sempre richiamata come compagnia necessaria. Dobbiamo invocare ora e sempre la Madonna per l’imitazione del suo fiat, come suprema obbedienza alla volontà del Padre in cui solo consiste la vita. Cristo (Nicolino Pompei, Il centuplo adesso…).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio
Deve essere inesauribile lo sguardo che portiamo alla Madonna, l’accoglienza della sua compagnia e la richiesta della sua intercessione. Con Lei, dietro a Lei, attraverso di Lei, invochiamo lo Spirito Santo per lasciarci scardinare dalla nostra ostinata misura, perché la vita rinasca ora e sempre dal sì detto a Cristo (Ibi).