Meditazioni 16 aprile 2018
È solo la presenza di Cristo risorto, la Sua paziente e permanente iniziativa di amore e di misericordia che rende quei poveri uomini – così fragili e pieni di paura e di incertezza, così ostinati nella loro incredulità e così lenti a comprendere – capaci, idonei e degni di essere Suoi testimoni. L’unica qualità di quelle donne e di quegli uomini è solo quella di aver visto il Risorto, di essere stati incontrati da Lui, di avergli parlato e di averlo toccato. E chi li renderà idonei e capaci di essere la prima carne, la prima umanità, la prima comunione attraverso cui si affermerà la Santa Chiesa? Sempre e solo la continua opera della Grazia di Cristo, che permanentemente li investirà attraverso l’azione dello Spirito Santo. Quindi nessuna capacità o forza particolare, nessuna coerenza o moralità indefettibili. Semplicemente l’essere stati scelti e chiamati da Gesù, l’essere stati testimoni di Cristo risorto, della forza travolgente della Sua resurrezione e l’azione dello Spirito Santo che, nella Pentecoste, li renderà definitivamente corpo mistico e comunione permanente della presenza di Cristo risorto. Non è una capacità che dobbiamo trovare in noi stessi ma, come ci ha detto Benedetto XVI, è quella che viene dall’esperienza del nostro lasciarci inserire nella Sua iniziativa divina. Solo questo avvenimento ci rende idonei e capaci di essere quella presenza e quella comunione permanente della presenza di Cristo risorto, di essere collaboratori e testimoni attuali e credibili della Sua continua opera redentiva verso ogni uomo (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto…).
Riascoltiamo l’appello di Papa Francesco al Regina Coeli di ieri e facciamo nostre le sue intenzioni: “Sono profondamente turbato dall’attuale situazione mondiale, in cui, nonostante gli strumenti a disposizione della comunità internazionale, si fatica a concordare un’azione comune in favore della pace in Siria e in altre regioni del mondo. Mentre prego incessantemente per la pace, e invito tutte le persone di buona volontà a continuare a fare altrettanto, mi appello nuovamente a tutti i responsabili politici, perché prevalgano la giustizia e la pace. Con dolore ho ricevuto la notizia dell’uccisione dei tre uomini rapiti alla fine di marzo al confine tra Ecuador e Colombia. Prego per loro e per i loro familiari, e sono vicino al caro popolo ecuadoriano, incoraggiandolo ad andare avanti unito e pacifico, con l’aiuto del Signore e della sua Santissima Madre. Affido alla vostra preghiera le persone, come Vincent Lambert, in Francia, il piccolo Alfie Evans, in Inghilterra, e altre in diversi Paesi, che vivono, a volte da lungo tempo, in stato di grave infermità, assistite medicalmente per i bisogni primari. Sono situazioni delicate, molto dolorose e complesse. Preghiamo perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l’apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita…E per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.
Affidiamo alla Madonna Papa Francesco, il Papa Emerito Benedetto XVI che oggi compie 91 anni, Nicolino, ciascuno di noi e tutte le persone per cui ci è stato chiesto di pregare.
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Gesù si accorge che gli Apostoli sono turbati nel vederlo, che sono sconcertati perché la realtà della Risurrezione è per loro inconcepibile. Credono di vedere un fantasma; ma Gesù risorto non è un fantasma, è un uomo con corpo e anima. Per questo, per convincerli, dice loro: «Guardate le mie mani e i miei piedi – fa vedere loro le piaghe –: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». E poiché questo non sembra bastare a vincere l’incredulità dei discepoli. Il Vangelo dice anche una cosa interessante: era tanta la gioia che avevano dentro che questa gioia non potevano crederla: “No, non può essere! Non può essere così! Tanta gioia non è possibile!”. E Gesù, per convincerli, disse loro: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Essi gli offrono del pesce arrostito; Gesù lo prende e lo mangia davanti a loro, per convincerli (Papa Francesco, Regina Coeli del 15.04.2018).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
La scena è ambientata in Galilea, il luogo dove Gesù li aveva chiamati a seguirlo e a formare il primo nucleo della sua nuova comunità. Adesso quei discepoli sono passati attraverso il “fuoco” della passione e della risurrezione; alla vista del Signore risorto gli si prostrano davanti, alcuni però sono ancora dubbiosi. A questa comunità spaurita, Gesù lascia il compito immenso di evangelizzare il mondo; e concretizza questo incarico con l’ordine di insegnare e battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. L’Ascensione di Gesù al cielo costituisce perciò il termine della missione che il Figlio ha ricevuto dal Padre e l’avvio della prosecuzione di tale missione da parte della Chiesa. Da questo momento, dal momento dell’Ascensione, infatti, la presenza di Cristo nel mondo è mediata dai suoi discepoli, da quelli che credono in Lui e lo annunciano. Questa missione durerà fino alla fine della storia e godrà ogni giorno dell’assistenza del Signore risorto, il quale assicura: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Papa Francesco, Regina Coeli del 28.05.2017).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Andiamo con loro ad annunciare la notizia, andiamo… In tutti quei luoghi dove sembra che il sepolcro abbia avuto l’ultima parola e dove sembra che la morte sia stata l’unica soluzione. Andiamo ad annunciare, a condividere, a rivelare che è vero: il Signore è Vivo. È vivo e vuole risorgere in tanti volti che hanno seppellito la speranza, hanno seppellito i sogni, hanno seppellito la dignità. E se non siamo capaci di lasciare che lo Spirito ci conduca per questa strada, allora non siamo cristiani. Andiamo e lasciamoci sorprendere da quest’alba diversa, lasciamoci sorprendere dalla novità che solo Cristo può dare. Lasciamo che la sua tenerezza e il suo amore muovano i nostri passi, lasciamo che il battito del suo cuore trasformi il nostro debole palpito (Papa Francesco, Omelia del 15.04.2017).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione di Maria al cielo
Maria è modello di virtù e di fede. Nel contemplarla assunta in Cielo, al compimento finale del suo itinerario terreno, la ringraziamo perché sempre ci precede nel pellegrinaggio della vita e della fede – è la prima discepola. E le chiediamo che ci custodisca e ci sostenga; che possiamo avere una fede forte, gioiosa e misericordiosa; che ci aiuti ad essere santi, per incontrarci con lei, un giorno, in Paradiso (Papa Francesco, Angelus del 15.08.2017).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria coronata Regina
Maria non è una regina distante che siede in trono, ma la Madre che abbraccia il figlio e, con Lui, tutti noi suoi figli. È una Madre vera, con il volto segnato, una Madre che soffre perché prende davvero a cuore i problemi della nostra vita… È un grande onore avere per Madre una Regina, la stessa Regina degli Angeli e dei Santi, che regna gloriosa in cielo. Ma dà ancora più gioia sapere di avere per Regina una Madre, amare come Madre Colei che chiamate Signora (Papa Francesco, Messaggio del 26.08.2017)