Meditazioni 15 giugno 2015
Invochiamo la Madonna e, attraverso di Lei, lo Spirito Santo. Lo Spirito che, investendo misteriosamente la sua carne, le ha permesso di partorire Dio nel tempo come uomo. Chi può essere più caro alla nostra vita se non quell’Uomo partorito da quella donna di nome Maria, tutta investita dalla presenza dello Spirito Santo? E se invochiamo la Madonna e lo Spirito Santo, possiamo essere certi che tutta la loro iniziativa su di noi non potrà essere per meno di Colui che la Madonna ha partorito nella forza vivificante dello Spirito Santo. Alla mamma non possiamo chiedere qualcosa di meno o di diverso da suo figlio, qualcosa che assomigli a suo figlio. Alla santissima mamma possiamo solo chiedere il figlio, quel figlio, quella presenza, Gesù. E la mamma è sempre sicura mediatrice tra la nostra supplica e la presenza di Gesù. Proprio a Lei, nella forza dello Spirito Santo, domandiamo che la nostra vita non sia mai meno del desiderio di Lui. Che la Sua presenza risulti in noi come ciò che abbiamo di più caro, come la presenza che decide di tutta la nostra vita in ogni suo istante (Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro è Cristo stesso).
Ci affidiamo a Maria perché sia così e a Lei affidiamo Nicolino, tutti i ragazzi che stanno affrontando gli esami, Pietruzzo, tutte le persone malate e Bianca, che giovedì è tornata alla Casa del Padre. In comunione con Papa Francesco, preghiamo in modo particolare per tutti i cristiani che in varie parti del mondo soffrono ancora persecuzioni e violenze a causa della loro fede.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi
Sia il Signore Iddio tuo la tua speranza; non sperare qualcosa dal Signore Dio tuo, ma lo stesso tuo Signore sia la tua speranza. Molti da Dio sperano qualcosa al di fuori di lui; ma tu cerca lo stesso tuo Dio… Egli sarà il tuo amore (Sant’Agostino).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo la flagellazione di Gesù
Trafiggi, o dolcissimo Signore Gesù, la parte più intima dell’anima mia con la soavissima e salutare ferita dell’amor tuo, con vera, pura, santissima, apostolica carità, affinché continuamente languisca e si strugga l’anima mia per l’amore e il desiderio di te solo (San Bonaventura).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo la coronazione di spine di Gesù
Mio Dio, non dimenticarti di me, quando io mi dimentico di te. Non abbandonarmi, Signore, quando io ti abbandono. Non allontanarti da me, quando io mi allontano da te. Chiamami se ti fuggo, attirami se ti resisto, rialzami se cado… (San Tommaso).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo la salita al Calvario di Gesù
“Resta con noi Signore, noi ti preghiamo, al mondo errante dona pace e amore. Senza di te il viver nostro è vano (è solo vacuità, tutto si polverizza prima o dopo senza di te; tutto quello che poniamo, che costruiamo con le nostre mani prima o dopo è solo polvere). Resta con noi, o Signore, l’oscura notte viene, sulla nostra vita scenda il tuo fulgore. Tu sei la luce: illumina il nostro cammino” (Nicolino Pompei, Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo la morte di Gesù in croce
Resta con noi Signore, continua a camminare con noi, ad abbracciare e perdonare la nostra vita, a riprenderci sempre nel tuo amore e nella tua compagnia perché possiamo camminare con te. “Quando la sera scende oscura sul cuor che s’impaura mi guidi sempre la fede più presso a te. È il grido del mio cuore che tu lo possa ascoltare o Dio!” (Ibi).