Meditazioni 15 dicembre 2014
L’Apostolo san Paolo ai Tessalonicesi dice: “Fratelli, siate sempre lieti”. E come posso essere lieto? Lui dice: “Pregate, ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie”. La gioia cristiana la troviamo nella preghiera, viene dalla preghiera e anche dal rendere grazie a Dio: “Grazie, Signore, per tante cose belle!”. Ma ci sono persone che non sanno ringraziare Dio: cercano sempre qualcosa per lamentarsi. Io conoscevo una suora – lontano da qui! – questa suora era buona, lavorava… ma la sua vita era lamentarsi, lamentarsi di tante cose che succedevano…. Nel convento la chiamavano “Suor Lamentela”, si capisce. Ma un cristiano non può vivere così, sempre cercando di lamentarsi: “Quello ha qualcosa che io non ho, quello… Hai visto che cosa è successo?…”. Questo non è cristiano! E fa male trovare cristiani con la faccia amareggiata, con quella faccia inquieta dell’amarezza, che non è in pace. Mai, mai un santo o una santa ha avuto la faccia funebre, mai! I santi hanno sempre la faccia della gioia. O almeno, nelle sofferenze, la faccia della pace. La sofferenza massima, il martirio di Gesù: Lui aveva quel volto di pace e si preoccupava degli altri: della mamma, di Giovanni, del ladrone… si preoccupava degli altri […]. Noi siamo cristiani. “Cristiani” viene da “Cristo”, e “Cristo” significa “unto”. E noi siamo “unti”: lo Spirito del Signore è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione. Noi siamo unti: cristiani vuol dire “unti”. E perché siamo unti? Per fare che cosa? “Mi ha mandato a portare il lieto annuncio” a chi? “Ai miseri”, “a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore” (cfr Is 61,1-2). Questa è la vocazione di Cristo e anche la vocazione dei cristiani. Andare agli altri, a quelli che hanno bisogno, sia bisogni materiali, sia spirituali… Tanta gente che soffre angoscia per problemi familiari… Portare la pace lì, portare l’unzione di Gesù, quell’olio di Gesù che fa tanto bene e consola le anime. Dunque, per avere questa gioia nella preparazione del Natale, primo, pregare: “Signore, che io viva questo Natale con la vera gioia”. Non con la gioia del consumismo che ci porta al 24 dicembre tutti in ansia, perché “Ah, mi manca questo, mi manca quello…”. No, questa non è la gioia di Dio. Pregare. Secondo: rendere grazie al Signore per le cose buone che ci ha dato. Terzo, pensare come posso andare agli altri, a quelli che hanno difficoltà, problemi – pensiamo agli ammalati, a tanti problemi – a portare un po’ di unzione, di pace, di gioia. Questa è la gioia del cristiano. D’accordo? Mancano appena 15 giorni, un po’ di meno: 13 giorni. In questi giorni, preghiamo. Ma non dimenticate: preghiamo chiedendo la gioia del Natale. Rendiamo grazie a Dio per tante cose che ci ha dato, prima di tutto la fede. Questa è una grazia grande. Terzo, pensiamo dove io posso andare a portare un po’ di sollievo, di pace a quelli che soffrono. Preghiera, rendimento di grazie e aiuto agli altri. E così arriveremo al Natale dell’Unto, del Cristo, unti di grazia, di preghiera, di azione di grazia e di aiuto agli altri. Che la Madonna ci accompagni in questa strada verso il Natale (Papa Francesco, Discorso del 14/12/14).
Affidiamo a Maria Santissima Papa Francesco che mercoledì festeggerà il suo 79° compleanno; affidiamo alla Madonna Nicolino e tutte le intenzioni che porta nel suo cuore; in particolare preghiamo per Pietro, per Maria, per Marco, per Alessandra, per Isabella e per Pina, che il Signore ieri ha improvvisamente richiamato a sé.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
Entrando da lei, l’angelo disse a Maria: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” (Lc 1,28).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
In quel tempo, Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1, 46).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia (Lc 2,12).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio
Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele (Lc 2,30)
Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù al tempio
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui (Lc 2,40).