Meditazioni del 14 gennaio 2008
“Il Bambino, che a Betlemme i Magi vennero ad adorare dall’oriente offrendo i loro doni simbolici, lo ritroviamo ora adulto, nel momento in cui si fa battezzare nel fiume Giordano dal grande profeta Giovanni… Fu quella la sua prima manifestazione pubblica, dopo trent’anni circa di vita nascosta a Nazaret”(1).
Nel tempo ordinario la Chiesa ci ripone di fronte al coinvolgimento di Cristo con la vicenda umana; ci fa risentire gli incontri di Gesù e il Suo passare per le strade della Palestina “insegnando nelle sinagoghe, predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (2).
Nel tempo ordinario ci viene riofferta la grande possibilità di riconoscere che “l’Amore di Cristo è l’Essere di Dio che si china e si coinvolge con l’intera vicenda umana fin nei minimi termini, nei minimi termini della vita di ciascun uomo. È l’umanità fin nei minimi termini quella che Gesù investe della sua presenza redentiva” (3). I momenti della vita di Gesù che i Vangeli di questo periodo ci riferiscono, ci aiutano a risorprendere “il prorompere dell’Infinito Amore di Dio a noi, del folle e inconcepibile Amore di Dio che si china e si coinvolge con l’intera vicenda umana… Un Amore che si dimostra coinvolto con noi fin dentro le minime fessure del nostro umano straziato dal dolore e dal male, e sino alla commozione per questo umano. Un Amore che si rivela come Amore che ci ama sino alla pietà e allo struggimento per il nostro umano straziato, disintegrato dalla sofferenza a causa del male e della nostra empietà ostinata…”(4). L’affermazione che ci ha particolarmente accompagnato in tutto il tempo di Avvento e Natale: “Fissa gli occhi su Lui solo… e vi troverai anche più di quanto chiedi e desideri” è il suggerimento da continuare ad accogliere anche in questo tempo ordinario.
Ci rivolgiamo alla Madonna chiedendoLe che ci aiuti a fissare lo sguardo solo su Gesù e ad amarLo in ogni cosa e sopra ogni cosa come fece Lei. Sotto la sua protezione poniamo Nicolino e tutta la nostra Compagnia. Alla sua materna intercessione raccomandiamo i nostri malati e gli amici che stanno vivendo un momento di particolare sofferenza e difficoltà.
Nel primo Mistero della Luce contempliamo il Battesimo di Gesù al fiume Giordano
In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 13-17).
Nel secondo Mistero della Luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù coi suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre disse a Gesù: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre disse ai servi: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 1-5).
Nel terzo Mistero della Luce contempliamo Gesù che annuncia la venuta del Regno di Dio
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca coi garzoni, lo seguirono (Mc 1,14-20).
Nel quarto Mistero della Luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Così dice il Signore: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre (Is 42,1-4.6-7)
Nel quinto Mistero della Luce contempliamo Gesù che istituisce l’Eucarestia
Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzo e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi” (Lc 22, 14-20).
Ripetendo la preghiera dell’Affidamento della nostra Compagnia alla Madonna, chiediamo che sia rinnovato in noi il giudizio che il gesto dell’Affidamento presuppone e le conseguenze inevitabili che questo giudizio comporta. Se ci affidiamo, significa che siamo certi della Presenza a cui ci affidiamo e che tutta la nostra vita è rivolta, poggiata, guardata, riconosciuta in questa Presenza a cui ora affidiamo il nostro Movimento.