Meditazioni 14 settembre 2009
[Dice Gesù:] Bisogna che stiate con Me, che assumiate Me come misura e sguardo su tutto. Devi rinnegare te stesso e prendere la tua croce ogni giorno per seguirMi. Questa sequela, questo desiderio di vivere tutto con Lui e in Lui deve avvenire con tutto e in tutto quello che siamo e che ci accade. Prendere la croce significa seguirLo dentro ogni condizione, fattore e circostanza senza scartare nulla. Significa trasfigurare tutta la vita come amore a Cristo in tutto, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, senza riserve o semplificazioni, senza privilegiare alcuna condizione, fattore o circostanza. È lasciarla assumere totalmente e di istante in istante dall’Avvenimento di Cristo e come amore a Cristo; lasciandola immedesimare in tutto e dentro “ogni” nel suo Amore disposto fino al sacrificio della Croce per la redenzione e la salvezza di ogni uomo, perché ogni condizione sia segnata dall’Amore, fino al dono di sé. Scrisse il Papa Giovanni Paolo II nel messaggio per la XVI Giornata Mondiale della Gioventù: “Come la croce può ridursi ad oggetto ornamentale, così «portare la croce» può diventare un modo di dire. Nell’insegnamento di Gesù questa espressione non mette, però, in primo piano la mortificazione e la rinuncia. Non si riferisce primariamente al dovere di sopportare con pazienza le piccole o grandi tribolazioni quotidiane; né, ancor meno, intende essere un’esaltazione del dolore come mezzo per piacere a Dio. Il cristiano non ricerca la sofferenza per se stessa, ma l’amore. E la croce accolta diviene il segno dell’amore e del dono totale. Portarla dietro a Cristo vuol dire unirsi a Lui nell’offrire la prova massima dell’amore” (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2005).
… Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamo alla Madonna innanzitutto la nostra Compagnia, Nicolino e tutte le intenzioni che egli porta nel suo cuore. Vogliamo pregare questa sera particolarmente anche per i bambini e gli insegnanti che stanno iniziando il nuovo anno scolastico. Offriamo il Santo Rosario di questa sera anche per Marta, che è stata coinvolta in un gravissimo incidente, per il ragazzo e il bambino che in esso hanno perso la vita e per la loro famiglia.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Cristo nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5, 7-9).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1,18-19).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio (1Cor, 23-24).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo (Gal 6,14).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2,6-9).