Meditazioni 14 febbraio 2011
Partiremmo malissimo, contrari al cuore e al desiderio – solo e continuamente mendicanti di [Cristo] – se non domandassimo ora la sua Presenza attraverso l’azione dello Spirito Santo; se non fossimo totalmente presi dall’azione infinita dello Spirito Santo, da quell’iniziativa di Dio che ha fecondato la carne di una donna di Nazareth di nome Maria, per lasciarsi partorire come Uomo, come Uno in mezzo a noi… Quell’Uomo di nome Gesù – in cui consiste tutta la rivelazione umana di Dio – solo nel dinamismo dello Spirito Santo può risultare ora, in noi, presenza viva, reale, contemporanea. Che la sua incessante azione trovi il nostro cuore ospitale perché abbia a sostenerci nell’ascolto, nel dialogo, nell’amicizia e nella risposta secondo la portata del desiderio, secondo l’esigenza del cuore, secondo la verità del nostro bisogno (Nicolino Pompei, Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi la perderà per Me la troverà ).
… Invocazione allo Spirito Santo
A Maria Santissima affidiamo particolarmente ciascuno di noi e Nicolino, pregando per tutte le sue intenzioni.
(Le meditazioni sono tratte dal Messaggio di Benedetto XVI per la XVI Giornata Mondiale del Malato)
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Il volto sofferente [di Cristo] ci invita a meditare su Colui che ha portato su di sé la passione dell’uomo di ogni tempo e di ogni luogo, anche le nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri peccati […] Contemplarlo è un invito a riflettere su quanto scrive san Pietro: “dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pt 2,24).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
È proprio attraverso le piaghe del Cristo che noi possiamo vedere, con occhi di speranza, tutti i mali che affliggono l’umanità. Risorgendo il Signore non ha tolto la sofferenza e il male dal mondo, ma li ha vinti alla radice. Alla prepotenza del Male ha opposto l’onnipotenza del suo Amore. Ci ha indicato, allora, che la via della pace e della gioia è l’Amore.
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
San Bernardo afferma: “Dio non può patire, ma può compatire”. Dio, la Verità e l’Amore in persona, ha voluto soffrire per noi e con noi; si è fatto uomo per poter com-patire con l’uomo, in modo reale, in carne e sangue. In ogni sofferenza umana, allora, è entrato Uno che condivide la sofferenza e la sopportazione; in ogni sofferenza si diffonde la con-solatio, la consolazione dell’amore partecipe di Dio per far sorgere la stella della speranza.
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
La Croce è il “sì” di Dio all’uomo, l’espressione più alta e più intensa del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Dal cuore trafitto di Gesù è sgorgata questa vita divina. Solo Lui è capace di liberare il mondo dal male e di far crescere il suo Regno di giustizia, di pace e di amore al quale tutti aspiriamo.
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Contemplando le piaghe di Gesù il nostro sguardo si rivolge al suo Cuore sacratissimo, in cui si manifesta in sommo grado l’amore di Dio. Il Sacro Cuore è Cristo crocifisso, con il costato aperto dalla lancia dal quale scaturiscono sangue ed acqua, “simbolo dei sacramenti della Chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingano con gioia perenne alla fonte della perenne salvezza” (Messale Romano) […] Attingete con fede e con gioia a tale fonte, pregando: “Acqua del costato di Cristo, lavami. Passione di Cristo, fortificami. Oh buon Gesù, esaudiscimi. Nelle tue piaghe, nascondimi” (Preghiera di sant’Ignazio di Lodola).