Meditazioni 13 settembre 2010
Invochiamo instancabilmente lo Spirito Santo perché abbatta quella strutturata e accanita resistenza che ci rende indifferenti od ostinati nel rifiutare di spalancare la vita alla signoria e allo splendore di questo Amore; di questo Amore che ci costituisce totalmente, che ci ama continuamente, che ci perdona sempre, che ci rigenera incessantemente nella sua Misericordia. Dice san Paolo ai Romani: “L’Amore di Dio si è riversato nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo”. Dobbiamo invocare lo Spirito Santo perché il nostro cuore si ritrovi nell’apertura ed esigenza originale con cui è stato creato e posto in noi; in quella apertura all’Amore e in quella esigenza incancellabile dell’Amore che ci ha fatto. Nell’apertura e nella semplicità di lasciarsi afferrare e portare dalle braccia del Divino Amore che ci ha fatto e in cui solo è possibile la nostra capacità di corrispondenza e di piena realizzazione nell’amore (Nicolino Pompei, Caritas Christi urget nos).
…Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamo alla Madonna innanzitutto la nostra Compagnia, Nicolino e tutte le intenzioni che egli porta nel suo cuore. Vogliamo pregare questa sera particolarmente anche per i bambini e gli insegnanti che stanno iniziando il nuovo anno scolastico. Offriamo il Santo Rosario di questa sera anche per il Papa e per il viaggio che vivrà nel Regno Unito in questa settimana.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Cristo nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5, 7-9).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1,18-19).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio (1Cor, 23-24).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo (Gal 6,14).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2,6-9).