Meditazioni 12 novembre 2018
Adesso è proprio essenziale ascoltare Papa Francesco. Riprendendo innanzitutto un tratto del suo discorso al Congresso mondiale dei movimenti e delle nuove comunità, al quale ho avuto la grazia di essere invitato. “Anzitutto è necessario preservare la freschezza del carisma: che non si rovini quella freschezza! Freschezza del carisma! Rinnovando sempre il “primo amore”. Con il tempo infatti cresce la tentazione di accontentarsi, di irrigidirsi in schemi rassicuranti, ma sterili. La tentazione di ingabbiare lo Spirito: questa è una tentazione… La novità delle vostre esperienze non consiste nei metodi e nelle forme, che pure sono importanti, ma nella disposizione a rispondere con rinnovato entusiasmo alla chiamata del Signore…”. Se siamo leali e seri nel giudizio di questi […] anni di cammino, sappiamo bene quanto siano vere e attuali le parole del Papa. Il suo richiamo al “primo amore” è imprescindibile e decisivo per il procedere del nostro cammino. […]Nel Libro dell’Apocalisse di san Giovanni il richiamo al “primo amore” viene fatto direttamente da Gesù risorto e asceso al cielo, quando si rivolge alla Chiesa di Efeso dicendo: “Conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza… Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti che hai abbandonato il tuo primo amore…”. Gesù riconosce la costante e infaticabile operosità, la sopportazione e la consumazione con cui la comunità di Efeso si è spesa a vantaggio della Chiesa. A questa comunità impegnatissima però rimprovera il grave allontanamento dal suo “primo amore”, anche dentro il suo devotissimo e intensissimo impegno ecclesiale. In questo giudizio sentiamo riecheggiare quello che, sino alla fine, Gesù ha richiamato agli Apostoli: “Rimanete sempre nel mio amore, perché senza di me non potete fare nulla”. Quando ci si allontana e si smarrisce il “primo amore” si perde il meglio, si perde il massimo, si perde tutto, niente serve e niente giova. E uno dei segni più evidenti dell’essere presi, afferrati, attratti e commossi dalla realtà viva del “primo amore” è il bisogno di tornare a Lui, di non poter fare a meno di cercarlo, mendicarlo e attenderlo sempre, continuamente, giorno e notte (Nicolino Pompei, … tutti Ti cercano).
Affidiamo alla Madonna Nicolino, ciascuno di noi ed in particolare Nadia, Sabina, Vincenzo, Maria Pia, Giancarlo, Elena, Augusto, Antonella, Francesca, Gabriele, Maria Grazia, Cristiano, Andrea, Giorgio, Ester e Andrea. Preghiamo per tutti i nostri cari defunti, in particolare per Francesca, Andrea, Salvatore e per tutte le vittime della Prima Guerra Mondiale, ricordata ieri da Papa Francesco come “l’inutile strage”. Preghiamo per il Santo Padre, per l’unità della Chiesa ed in particolare per la pace, come ci ha chiesto anche all’Angelus di ieri, e per tutti i poveri.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Resta con me Signore, perché è necessario averTi presente per non dimenticarTi. Tu sai con quanta facilità Ti abbandono. Resta con me Signore, perché sono debole ed io ho bisogno della Tua fortezza per non cadere tante volte. Resta con me Signore, perché Tu sei la mia vita e senza di Te vengo meno nel fervore. Resta con me Signore, per mostrarmi la Tua volontà (San Pio da Pietrelcina).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Resta con me Signore, perché desidero amarTi ed essere sempre in Tua compagnia. Resta con me Signore, se vuoi che Ti sia fedele. Resta con me Gesù, perché quantunque la mia anima sia assai povera, desidera essere per Te un luogo di consolazione, un nido d’amore (Ibi).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Resta con me Gesù, perché si fa tardi e il giorno declina… cioè passa la vita… si avvicina la morte, il giudizio, l’eternità… ed è necessario raddoppiare le mie forze, acciocché non venga meno nel cammino e per questo ho bisogno di Te. Si fa tardi e viene la morte!… M’inquietano le tenebre, le tentazioni, le aridità, le croci, le pene, ed oh! Quanto ho bisogno di Te, Gesù mio, in questa notte d’esilio (Ibi).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario portando la croce
Resta Gesù con me, perché in questa notte della vita e dei pericoli ho bisogno di Te. Fa’ che Ti conosca come i Tuoi discepoli allo spezzar del pane… cioè che l’Unione Eucaristica sia luce che dissipa le tenebre, la forza che mi sostiene e l’unica beatitudine del mio cuore. Resta con me Signore, perché quando arriva la morte, voglio stare unito a Te, se non realmente per la Santa Comunione, almeno per la grazia e per l’amore (Ibi).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Resta con me Signore, Te solo cerco, il Tuo amore, la Tua grazia, la Tua volontà, il Tuo cuore, il Tuo spirito, perché Ti amo e non chiedo altra ricompensa che aumento di amore. Amore solido, pratico. AmarTi con tutto il mio cuore sulla terra, per seguire amandoTi con perfezione per tutta l’eternità. Così sia (Ibi).