Meditazioni 12 febbraio 2018
Invochiamo la Madonna e, attraverso di Lei, lo Spirito Santo. Lo Spirito che, investendo misteriosamente la sua carne, le ha permesso di partorire Dio nel tempo come uomo. Chi può essere più caro alla nostra vita se non quell’Uomo partorito da quella donna di nome Maria, tutta investita dalla presenza dello Spirito Santo? E se invochiamo la Madonna e lo Spirito Santo, possiamo essere certi che tutta la loro iniziativa su di noi non potrà essere per meno di Colui che la Madonna ha partorito nella forza vivificante dello Spirito Santo. Alla mamma non possiamo chiedere qualcosa di meno o di diverso da suo figlio, qualcosa che assomigli a suo figlio. Alla santissima mamma possiamo solo chiedere il figlio, quel figlio, quella presenza, Gesù. E la mamma è sempre sicura mediatrice tra la nostra supplica e la presenza di Gesù. Proprio a Lei, nella forza dello Spirito Santo, domandiamo che la nostra vita non sia mai meno del desiderio di Lui. Che la Sua presenza risulti in noi come ciò che abbiamo di più caro, come la presenza che decide di tutta la nostra vita in ogni suo istante. Che la presenza di Gesù risulti coincidente con quella che emerge dalla struggente preghiera di san Bonaventura, [che ci accompagnerà nei misteri di questa sera] (Nicolino Pompei, Quello che abbiamo di più caro è Cristo stesso).
Affidiamo a Maria Santissima Nicolino. Continuiamo a pregare per la nostra carissima Cristina, unendoci a lei e a Massimo sulla Via della Croce con Maria Vittoria, Davide, Maria Elena e tutti i loro cari per i quali preghiamo. Alla Madonna affidiamo anche Carmine, Elsa, Francesco, Savina, Virginia, Roberta, Armando e Francesca. Preghiamo per Papa Francesco e in comunione con lui preghiamo per tutti i malati. “La Vergine Santa, Salus infirmorum, aiuti ciascuno a trovare conforto nel corpo e nello spirito, grazie a una adeguata assistenza sanitaria e alla carità fraterna che sa farsi attenzione concreta e solidale” (Papa Francesco, Angelus dell’11.02.18).
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero della luce contempliamo il Battesimo di Gesù al fiume Giordano
Trafiggi, o dolcissimo Signore Gesù, la parte più intima dell’anima mia con la soavissima e salutare ferita dell’amor tuo, con vera, pura, santissima, apostolica carità, affinché continuamente languisca e si strugga l’anima mia per l’amore e il desiderio di te solo (San Bonaventura, in Atti del Convegno Fides Vita 2010).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Di te, che gli angeli desiderano di contemplare incessantemente, abbia fame e si sazi il cuore mio, e della dolcezza del tuo sapore sia riempita la parte più intima dell’anima mia: abbia ella sempre sete di te, fonte di vita, fonte di saggezza e di scienza, sorgente dell’eterna luce, torrente di delizie, dovizia della casa di Dio (Ibi).
Nel terzo mistero della luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio e l’invito alla conversione
E tu solo sii sempre la mia speranza e la mia fede, la mia ricchezza e il mio diletto, la mia gioia, il mio gaudio, il mio riposo, la mia tranquillità, la mia gioia, la mia pace, la mia soavità, il mio profumo, la mia dolcezza, il mio cibo, il mio ristoro, il mio rifugio, il mio aiuto, la mia scienza, la mia parte, il mio bene, il mio tesoro, nel quale fissi e fermi, con salde radici, rimangano la mente ed il cuore mio (Ibi).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Te sempre ambisca, te sempre cerchi, te trovi, te si prefigga come meta, a te giunga, a te pensi, di te parli e tutte le cose faccia ad onore e gloria del tuo nome con umiltà e con discernimento, con amore e con piacere, con facilità e con affetto, con perseveranza che duri fino alla fine (Ibi).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
Te brami, e venga meno presso i tuoi tabernacoli, e sospiri di essere sciolta e di essere con te. Fa’ che l’anima mia abbia fame di te, pane degli angeli, ristoro delle anime sante, pane nostro quotidiano, pane soprannaturale che hai ogni dolcezza ed ogni sapore e procuri la gioia più soave (Ibi).
INTRODUZIONE ALLA QUARESIMA
Carissimi, mercoledì 14 febbraio inizia il tempo di Quaresima con la celebrazione delle Sacre Ceneri e il digiuno che siamo tutti invitati a vivere. Ci lasciamo introdurre a questo tempo di Grazia da un breve tratto del Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima di quest’anno:
“Cari fratelli e sorelle, ancora una volta ci viene incontro la Pasqua del Signore! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno la Quaresima, «segno sacramentale della nostra conversione», che annuncia e realizza la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita. Anche quest’anno, con il presente messaggio, desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare da un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: «Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà» (24,12). […] Cosa fare? Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descritti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno. Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita. L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa. A questo proposito faccio mia l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme: «Si tratta di cosa vantaggiosa per voi» (2 Cor 8,10). Questo vale in modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà. Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza: ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se Egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità? Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame”.