Meditazioni 11 luglio 2016
La misericordia è il primo attributo di Dio. È il nome di Dio. […] Misericordia è l’atteggiamento divino che abbraccia, è il donarsi di Dio che accoglie, che si piega a perdonare. Gesù ha detto di non essere venuto per i giusti, ma per i peccatori. Non è venuto per i sani, che non hanno bisogno del medico, ma per gli ammalati. Per questo si può dire che la misericordia è la carta di identità del nostro Dio. […] La Chiesa non è al mondo per condannare, ma per permettere l’incontro con quell’amore viscerale che è la misericordia di Dio. Perché ciò accada, è necessario uscire. Uscire dalle chiese e dalle parrocchie, uscire e andare a cercare le persone là dove vivono, dove soffrono, dove sperano (Papa Francesco).
Nella viva esperienza della misericordia di Dio – che nella Vacanza studenti appena conclusa ha avuto un’espressione tenerissima e particolare e che in maniera struggente si rinnova ad ogni passo del nostro procedere feriale e quotidiano – consegniamo al Signore l’offerta di tutta la nostra gratitudine. A Lui affidiamo l’Avvenimento in piazza ormai vicino e preghiamo perché sia un luogo che permetta e favorisca “l’incontro con quell’amore viscerale che è la misericordia di Dio”. Affidiamo a Maria Santissima Nicolino, ciascuno di noi e particolarmente tutti i ragazzi e gli amici adulti appena tornati da Carpegna. Affidiamo a Maria Santissima Alessandro, Francesca e tutti i nostri cari malati.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
…Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
[…] È tutto quello che siamo continuamente chiamati ad incontrare in noi stessi come esperienza e a testimoniare ad ogni uomo. Siamo chiamati a mostrare nell’esperienza del nostro umano beneficato e sanato l’esperienza di un Medico più forte delle nostre piaghe, di una Misericordia più grande della nostra colpa.
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Siamo chiamati a mostrare nell’esperienza del nostro umano beneficato e sanato che, anche se una vita fosse sprofondata nella notte più buia e nel dolore più sfibrante, nell’avvenimento di Cristo risorto e nell’opera permanente della sua grazia può essere risollevata, rinfrancata e rigenerata (Nicolino Pompei, Ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
[Siamo chiamati] a stare al mondo per mostrare, con tutto il nostro umano perdonato e redento, la presenza di un Amore infinitamente più grande, di una Misericordia sempre più grande delle nostre colpe, della nostra miseria mortale (Ibi).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
[Una presenza] che si serve perfino del peccato per mostrare il suo essere solo Misericordia, il suo essere Amore e basta, il suo essere indomabile e invincibile Amore, che vince tutto quello che ci vince e che addirittura ci innalza al livello della Vita divina (Ibi).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria che viene coronata Regina
come dice un’orazione della Veglia di Pasqua, “tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova e tutto ritorna alla sua integrità per mezzo di Gesù Cristo che è principio di tutte le cose”. Siamo qui e siamo al mondo solo per questa esperienza e per questa testimonianza ad ogni uomo. E tanto più sarà un’esperienza quotidiana e continua, quanto più non vivremo che per attaccargli tutta la vita, accesi solo dalla passione di testimoniarlo al mondo intero (Ibi).