Meditazioni 10 dicembre 2018
Festa della B. V. Maria di Loreto
Guardando proprio all’esperienza della realtà, possiamo vedere e capire bene la differenza che c’è tra un terreno umano chiuso in se stesso, irrigidito, indurito dall’ostinazione di una chiusura, di una presunzione, di una superficialità o di una abitudine che viene investito da una sorgente d’acqua; e un terreno aperto, spalancato, bisognoso, anelante, che si lascia raggiungere e investire da questa sorgente fin nel profondo, fin dentro alla radice di sé, dove solo è possibile dissetarlo, rigenerarlo, fertilizzarlo sino alla produzione di frutti abbondanti e godibili da tutti. Questo ulteriore dono speciale della grazia di Dio per me e per te se non arriva a toccare la radice di noi stessi, sarà solo un’altra bella gettata d’acqua che vedremo inevitabilmente asciugarsi con il passare del tempo senza portare beneficio e fecondità alla nostra vita. (Anche la semplice realtà quotidiana ci è di aiuto: se sei sporco, con una serie di gettate d’acqua non riesci a pulirti, se non superficialmente; se hai una sete profonda, con una serie di gettate d’acqua non riesci a dissetarti pienamente). Ma anche dentro una minima fessura di apertura del nostro umano, un solo raggio della luce di Cristo, una sola goccia della sua sorgente, ci farà invece ritrovare nell’esperienza di una sorprendente rigenerazione e fecondità, di una ineguagliabile radiosità e beatitudine, rinnovando in noi l’evidenza dell’impareggiabile unicità della vita attaccata, innestata e irrigata dalla presenza di Gesù, dalla sua parola, dal suo amore.
Questi giorni sono un dono speciale del suo amore perché, attraverso questo gesto, ancora una volta Gesù vuole mostrarsi vivo e presente, vuole farsi incontrare e sperimentare, vuole attirarci a sé e continuare a sbalordire la nostra vita; sono un’ulteriore iniziativa della sua misericordia attraverso cui vuole decentrarci da noi stessi e attirarci nuovamente al suo cuore e al suo sguardo, per attingere pienezza di carità, di gioia, di bellezza, di vita come una esperienza permanente e visibile innanzitutto a noi stessi, e quindi sperimentabile per ogni uomo. (Nicolino Pompei, Mai un uomo ha parlato così…).
Affidiamo alla Madonna Nicolino e preghiamo per le sue intenzioni. In particolare preghiamo per la nostra carissima Graziella, per Francesca, Sara, Luca, Marco, Antonella, Simone, Elisa, Eleonora, Iolanda, Elena, Augusto, Antonella, Maria, Massimo, Cinzia, Maria Pia, Vincenzo, Francesco, Sabina. Preghiamo per Asia, Benedetta, Daniele, Eleonora, Emma e Mattia, morti nella tragedia di Corinaldo; preghiamo per i ragazzi che sono rimasti feriti e per tutte le famiglie coinvolte in questo momento di grande dolore. Preghiamo anche per i responsabili di quanto accaduto. Preghiamo per tutti i nostri cari defunti in particolare per Ginetta, Maura, Antonella, Juan Carlos, Federico e Nicola.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
I mistero della gioia
L’ANNUNCIO DELL’ANGELO A MARIA
La Parola di Dio oggi ci presenta un’alternativa. Nella prima Lettura c’è l’uomo che alle origini dice no a Dio, e nel Vangelo c’è Maria che all’annunciazione dice sì a Dio. In entrambe le Letture è Dio che cerca l’uomo. Ma nel primo caso va da Adamo, dopo il peccato, gli chiede: «Dove sei?» (Gen 3,9), ed egli risponde: «Mi sono nascosto» (v. 10). Nel secondo caso, invece, va da Maria, senza peccato, che risponde: «Ecco la serva del Signore» (Lc 1,38). Eccomi è il contrario di mi sono nascosto. L’eccomi apre a Dio, mentre il peccato chiude, isola, fa rimanere soli con sé stessi. (Papa Francesco, Angelus 8 dicembre 2018)
II mistero della gioia
LA VISITA DI MARIA ALLA CUGINA ELISABETTA
Eccomi è la parola-chiave della vita. Segna il passaggio da una vita orizzontale, centrata su di sé e sui propri bisogni, a una vita verticale, slanciata verso Dio. Eccomi è essere disponibili al Signore, è la cura per l’egoismo, è l’antidoto a una vita insoddisfatta, a cui manca sempre qualcosa. Eccomi è il rimedio contro l’invecchiamento del peccato, è la terapia per restare giovani dentro. Eccomi è credere che Dio conta più del mio io. È scegliere di scommettere sul Signore, docili alle sue sorprese. Perciò dirgli eccomi è la lode più grande che possiamo offrirgli. Perché non iniziare così le giornate, con un “eccomi, Signore”? Sarebbe bello dire ogni mattina: “Eccomi, Signore, oggi si compia in me la tua volontà”. (Ibi)
III mistero della gioia
LA NASCITA DI GESÙ
Maria aggiunge: «Avvenga per me secondo la tua parola». Non dice: “avvenga secondo me”, ma “secondo Te”. Non pone limiti a Dio. Non pensa: “mi dedico un po’ a Lui, mi sbrigo e poi faccio quel che voglio”. No, Maria non ama il Signore quando le va, a singhiozzo. Vive fidandosi di Dio in tutto e per tutto. Ecco il segreto della vita. Può tutto chi si fida di Dio in tutto. (Ibi)
IV mistero della gioia
LA PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO
Il Signore però, cari fratelli e sorelle, soffre quando gli rispondiamo come Adamo: “ho paura e mi sono nascosto”. Dio è Padre, il più tenero dei padri, e desidera la fiducia dei figli. Quante volte invece sospettiamo di Lui, sospettiamo di Dio! Pensiamo che possa mandarci qualche prova, privarci della libertà, abbandonarci. Ma questo è un grande inganno, è la tentazione delle origini, la tentazione del diavolo: insinuare la sfiducia in Dio. Maria vince questa prima tentazione col suo eccomi. E oggi guardiamo alla bellezza della Madonna, nata e vissuta senza peccato, sempre docile e trasparente a Dio. (Ibi)
V mistero della gioia
IL RITROVAMENTO DI GESÙ NEL TEMPIO
Ciò non vuol dire che per lei la vita sia stata facile, no. Stare con Dio non risolve magicamente i problemi. Lo ricorda la conclusione del Vangelo di oggi: «L’angelo si allontanò da lei» (v. 38). Si allontanò: è un verbo forte. L’angelo lascia la Vergine sola in una situazione difficile. Lei conosceva in che modo particolare sarebbe diventata Madre di Dio – lo aveva detto l’angelo –, ma l’angelo non l’aveva spiegato agli altri, solo a lei. E i problemi iniziarono subito: pensiamo alla situazione irregolare secondo la legge, al tormento di san Giuseppe, ai piani di vita saltati, a che cosa avrebbe detto la gente… Ma Maria mette la fiducia in Dio davanti ai problemi. È lasciata dall’angelo, ma crede che con lei, in lei, è rimasto Dio. E si fida. Si fida di Dio. È certa che col Signore, anche se in modo inatteso, tutto andrà bene. Ecco l’atteggiamento sapiente: non vivere dipendendo dai problemi – finito uno, se ne presenterà un altro! – ma fidandosi di Dio e affidandosi ogni giorno a Lui: eccomi! “Eccomi” è la parola. “Eccomi” è la preghiera. Chiediamo all’Immacolata la grazia di vivere così. (Ibi)