Meditazioni 10 agosto 2015
San Lorenzo Martire
Non basta incontrare Gesù per credere in Lui, non basta leggere la Bibbia, il Vangelo – questo è importante!, ma non basta -; non basta nemmeno assistere a un miracolo, come quello della moltiplicazione dei pani. Tante persone sono state a stretto contatto con Gesù e non gli hanno creduto, anzi, lo hanno anche disprezzato e condannato. E io mi domando: perché, questo? Non sono stati attratti dal Padre? No, questo è accaduto perché il loro cuore era chiuso all’azione dello Spirito di Dio. E se tu hai il cuore chiuso, la fede non entra. Dio Padre sempre ci attira verso Gesù: siamo noi ad aprire il nostro cuore o a chiuderlo. Invece la fede, che è come un seme nel profondo del cuore, sboccia quando ci lasciamo “attirare” dal Padre verso Gesù, e “andiamo a Lui” con il cuore aperto, senza pregiudizi; allora riconosciamo nel suo volto il Volto di Dio e nelle sue parole la Parola di Dio, perché lo Spirito Santo ci ha fatto entrare nella relazione d’amore e di vita che c’è tra Gesù e Dio Padre. E lì noi riceviamo il dono, il regalo della fede.
In Gesù, nella sua “carne” – cioè nella sua umanità concreta – è presente tutto l’amore di Dio, che è lo Spirito Santo. Chi si lascia attirare da questo amore va verso Gesù e va con fede, e riceve da Lui la vita, la vita eterna. Colei che ha vissuto questa esperienza in modo esemplare è la Vergine di Nazaret, Maria: la prima persona umana che ha creduto in Dio accogliendo la carne di Gesù. Impariamo da Lei, nostra Madre, la gioia e la gratitudine per il dono della fede. Un dono che non è “privato”, un dono che non è proprietà privata ma è un dono da condividere: è un dono «per la vita del mondo»! (PAPA FRANCESCO, Angelus, Domenica, 9 agosto 2015)
Mendicando una sempre nuova e commossa gratitudine, ringraziamo il Signore per il dono e la grazia della nostra Compagnia nella vita della Santa Chiesa dove poter imparare ad accogliere e a favorire quella vita nuova , risorta e raggiante che sorge dalla Grazia della presenza di Cristo risorto. Chiediamo alla Madonna di custodire Nicolino, tutto il nostro popolo in cammino e i gesti della nostra Compagnia che stiamo preparando e vivendo. Preghiamo per tutte le persone che il Signore ci sta consegnando facendocele incontrare attraverso la vacanza a Prati di Tivo e l’invito all’Avvenimento in piazza. Come Papa Francesco ha chiesto all’Angelus di ieri ricordando i tragici bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, “preghiamo per la pace e perché si diffonda nel mondo un’etica di fraternità e un clima di Serena convivenza tra i popoli”. In particolare preghiamo per il popolo salvadoregno fortemente provato da carestia, crisi economica, contrasti sociali e crescente violenza. Affidiamo alla Madonna tutti i nostri cari malati, in particolare Silvana.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo
Nel primo mistero della gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Cristo viene a salvarci, viene a salvarci patendo e morendo, subendo l’atroce dolore, subendo l’ingiusta morte: la morte più lenta e infame. La subisce per me e la vince per me, risorgendo per me. È risorto, come aveva promesso, per me. È la fine della fine, è la morte della morte come ultima parola sulla vita. È la fine dell’incidenza tragica della veduta corta e nichilista su di me e sul mondo come ultimo giudizio; è il prorompere della Vita come ultima parola, della sua ultima parola come Misericordia su ogni uomo; è l’inizio della vita vera, già nell’adesso (Nicolino Pompei, Il centuplo adesso e in eredità la vita eterna).
Nel secondo mistero della gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
“Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3). E Se Gesù nelle parole rivolte ai Suoi lega il centuplo alla vita eterna è perché questa – scopo della vita – non è qualcosa di distaccato, di sconnesso dai rapporti, dai fattori della realtà, dal dinamismo della vita di ogni giorno. Bensì ne è proprio il definitivo destino, che Gesù stesso viene a rivelare, a rendere possibile, di cui in Lui ci rende capaci. Proprio perché ne è la Rivelazione, è il Mistero fatto carne, è già qui la possibilità di questa vita, che sarà totalità nella vita eterna. Il centuplo è da capire nella coscienza e nell’esigenza che siamo del destino eterno, della vita eterna. La vita eterna come attuazione e compimento della vita adesso, che quindi già deve essere partecipata e germogliare in ogni dove e in ogni fattore dell’umano, come esperienza dell’umano (Nicolino Pompei, Il centuplo adesso e in eredità la vita eterna).
Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Gesù introduce nella vita di quei primi uomini attorno a Lui la promessa del Consolatore. “Un altro Consolatore che rimarrà con voi per sempre”. Lo Spirito Santo. Lo Spirito del Padre, lo Spirito di Cristo risorto, lo Spirito Santo. “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà quanto vi ho detto”. Solo nell’azione dello Spirito Santo siamo sostenuti nel cammino della fede e continuamente introdotti alla verità tutta intera; al pieno e vero riconoscimento della sua presenza viva e come rivelazione del Padre, come rivelazione del disegno del Padre su ciascun uomo. Afferma, infatti, san Paolo nella prima Lettera ai Corinzi: “Nessuno può dire «Gesù è il Signore» se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (Nicolino Pompei, Mostraci il Padre e ci basta… Chi ha visto Me ha visto il Padre).
Nel quarto mistero della gloria contempliamo l’assunzione in cielo di Maria
O Maria santissima, Madre nostra dolcissima, prendici e tienici sempre per mano per portarci sempre da Gesù… Aiutaci a risentire l’irriducibile grido del nostro cuore, suggerisci la posizione adeguata del cuore, aiutaci a riaccenderci nella preghiera umile e mendicante. E accompagnaci sempre a guardare Gesù, a rivolgerci a Lui, a lasciarci afferrare da Lui, come un bambino in braccio a sua madre (Nicolino Pompei, La bocca non sa dire, né la parola esprimere: solo chi lo prova può credere cosa sia amare Gesù).
Nel quinto mistero della gloria contempliamo l’incoronazione di Maria
Il nostro cuore sia nell’imitazione e nella coincidenza del cuore di Maria quando ha risposto “fiat” al Mistero: si faccia di me secondo te, secondo la tua parola, secondo la volontà e il disegno del Padre. Questa domanda e questo affidamento siano nella direzione delle parole che Papa Benedetto XVI rivolge proprio a lei, a conclusione dell’Enciclica Spe Salvi: “…Santa Maria, Madre di Dio, Madre nostra, insegnaci a credere, a sperare e ad amare con te. Indicaci la via verso il suo Regno! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino!” (Nicolino Pompei, Mostraci il Padre e ci basta… Chi ha visto Me ha visto il Padre).