Meditazioni 1 luglio 2013
O tu, chiunque sia, che ti avvedi di essere in balìa dei flutti di questo mondo, tra burrasche e tempeste, invece di camminare sulla terra, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa Stella, se non vuoi essere travolto dalle tempeste. Se insorgono i venti delle tentazioni, se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la Stella, invoca Maria. Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell’ambizione, della maldicenza, dell’invidia: guarda la Stella, invoca Maria. Se l’ira, o l’avarizia, o le lusinghe della carne scuotono la navicella dell’anima: guarda a Maria. Se tu, turbato dall’enormità dei peccati, confuso per la bruttura della tua coscienza, spaventato per il rigore del giudizio, incominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza, dall’abisso della disperazione: pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. Ella non si allontani mai dalla tua bocca, non si allontani mai dal tuo cuore; e perché tu abbia ad ottenere l’aiuto della sua preghiera, non dimenticare di seguire l’esempio della sua vita. Seguendola, non uscirai di strada; pregandola, non dispererai; pensando a Lei, non cadrai in errore. Se Lei ti sorregge, non cadi; se Lei ti protegge, non hai da temere; se Lei ti guida, non ti affaticherai; se Lei ti è favorevole, giungerai alla méta (San Bernardo)
…Invocazione allo Spirito Santo
Consegnando alla Madonna tutte le nostre intenzioni, vogliamo pregare particolarmente per la nostra carissima Mirella, di cui mercoledì ricorre il terzo anniversario della nascita al cielo, per l’amatissimo Claudio e tutta la loro famiglia, la cui amicizia è per noi un dono grandissimo. Vogliamo pregare per tutti gli studenti che oggi sono partiti per vivere la vacanza e per gli adulti che con loro vivono questo cammino; vogliamo pregare per Romolo, per Silvia, per Silvana, per don Patrizio, per i genitori di Flavia e per tutte le persone malate o in difficoltà. In comunione con le nostre amiche del centro per l’infanzia Nennolina, vogliamo pregare per tutti i bambini che hanno potuto accogliere in questi anni di lavoro e per le loro famiglie con cui sabato vivranno un pellegrinaggio a Roma alla tomba di Nennolina. A Maria vogliamo affidare anche ciascuno di noi e particolarmente Nicolino, perché la Madonna lo accompagni e lo sostenga nella responsabilità del carisma che il Signore gli dona.
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù al fiume Giordano
Desidero concludere questo incontro proponendovi alcuni brani che ci aiutano a riprenderlo e a trattenerlo nel silenzio e nella preghiera. Il primo è di Sant’Ambrogio, tratto dal suo Commento al salmo 118. Nell’ultimo versetto il Salmista così termina la sua preghiera: “Come pecora smarrita vado errando; cerca il tuo servo, perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti… se tu ritardi, io mi smarrisco”. E questo non vale solo all’inizio del nostro cammino, ma dentro ogni istante del nostro cammino. Ecco allora la sua preghiera: “Veni, Domine Iesu / vieni, Signore Gesù, / ad me veni, / vieni a me, / quaere me, / cercami, / inveni me, / trovami, / suscipe me, / prendimi in braccio, / porta me / portami”. Vieni Signore Gesù: è proprio il grido del povero di spirito, il grido di colui che tende tutto se stesso verso quello sguardo, che attende tutto da quello sguardo, che dipende in tutto da quello sguardo, dallo sguardo di Gesù. C’è qualcosa di più semplice e di più umano di questa domanda? C’è qualcosa di più adeguato al nostro bisogno? … “Che tu venga e prenda in braccio noi peccatori”. Che tu venga, o Signore, a perdonare i nostri peccati e a mettere sulle tue spalle questa pecorella smarrita e affaticata (Nicolino Pompei, Guardate a Lui e sarete raggianti).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
Voglio riprendere ora un brano di santa Teresina a noi molto caro. Sono le ultime parole che Teresina scrive alla Madre Priora del Carmelo alcuni mesi prima di morire. “Alle anime semplici non servono mezzi complicati: poiché io sono tra queste, un mattino durante il ringraziamento, Gesù mi ha dato un mezzo semplice per compiere la mia missione. Mi ha fatto capire questa parola del Cantico dei Cantici: «Attirami, noi correremo all’effluvio dei tuoi profumi» (Ct 1,4). Oh Gesù, dunque non è nemmeno necessario dire: «Attirando me, attira le anime che amo!». Questa semplice parola: «Attirami», basta” (Ibi).
Nel terzo mistero della luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio
«Nessuno può venire a me», ha detto Gesù, «se non lo attira il Padre mio che mi ha mandato». Poi, con parole sublimi, e spesso senza nemmeno usare questo mezzo così familiare al popolo, ci insegna che basta bussare perché ci venga aperto, basta cercare per trovare e tendere umilmente la mano per ricevere quello che chiediamo. Dice inoltre che tutto quello che chiederemo al Padre suo nel suo nome egli lo concederà. Certo, è per questo che lo Spirito Santo, prima della nascita di Gesù, dettò questa preghiera profetica: Attirami, noi correremo. Cos’è dunque chiedere di essere attirati, se non unirsi in modo intimo all’oggetto che avvince il cuore? Se il fuoco e il ferro avessero intelligenza e quest’ultimo dicesse all’altro: attirami, dimostrerebbe che desidera identificarsi col fuoco in modo che questo lo penetri e lo impregni con la sua sostanza bruciante e sembri formare una cosa sola con lui (Ibi).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Madre amata, ecco la mia preghiera: chiedo a Gesù di attirarmi nelle fiamme del suo amore, di unirmi così strettamente a lui, che egli viva e agisca in me. Sento che quanto più il fuoco dell’amore infiammerà il mio cuore, quanto più dirò: attirami, tanto più le anime che si avvicineranno a me (povero piccolo rottame di ferro inutile, se mi allontanassi dal braciere divino) correranno rapidamente all’effluvio dei profumi del loro amato, perché un’anima infiammata di amore non può restare inattiva: certo, come santa Maddalena resta ai piedi di Gesù, ascolta la sua parola dolce e infuocata. Sembrando non dare niente, dà molto di più di Marta che si agita per molte cose e vorrebbe che la sorella la imitasse. Non sono i lavori di Marta che Gesù biasima: a questi lavori la sua madre divina si è umilmente sottomessa per tutta la sua vita poiché doveva preparare i pasti per la Santa Famiglia. È solo l’inquietudine della sua ardente ospite che vorrebbe correggere” (Ibi).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
Guardate a me per lasciarvi investire dal mio sguardo e solo così sarete raggianti. Per questo voglio chiudere con una preghiera di sant’Anselmo che desidero pregare con voi: “Ti prego Signore attirami tutto al tuo amore, fa tu o Cristo quello che il mio cuore non può. E tu che mi fai chiedere – tu che mi chiedi di guardarti, tu per cui siamo qui, tu che ti sei fatto incontrare nel volto di questa nostra Compagnia – tu che mi fai chiedere, concedimi”. Concedimi e attirami tutto al Tuo sguardo. Attirami, e basta. Amen (Ibi).