Meditazioni 06 luglio 2009
… Non dovremmo mai aprirci ed addentrarci in una giornata – dentro qualsiasi condizione, anche la più faticosa e la più ottenebrata dal limite e dal peccato – senza la mendicanza. Non si può procedere in nessuna attività, passo, operatività; come non si può approfondire nulla, se innanzitutto il nostro tempo non è battuto dalla domanda a Dio, dalla domanda a Cristo e di Cristo in noi. Quello che ci siamo educati a “fare” in Compagnia non è qualcosa a lato della vita o attinente alla vita della Compagnia. Non c’è niente di ciò che viviamo e a cui ci educhiamo che non sia solo attinente e decisivo per la vita. Così la preghiera: non è un momento di tempo a lato, ma è proprio il gesto attraverso cui siamo sostenuti a vivere tutto il tempo nella coscienza del Mistero, di Cristo. La preghiera è lasciar prendere tutto l’io nel tempo da Chi è il significato del tempo, delle cose, dei rapporti, della realtà. Certamente vissuta dentro una regola e momenti di tempo acquisiti puntualmente (la mattina, la sera…). Ma il pregare di questi momenti deve aprire alla vita come “preghiera sempre”, al cuore sempre medicante della presenza di Cristo, alla vita come obbedienza alla volontà del Padre in cui tutto consiste, all’azione sempre rinnovatrice dello Spirito Santo. È quanto Gesù disse ai Suoi sulla necessità di pregare sempre. Quel “sempre” è la vita come continua apertura a Colui che è la Vita… (Nicolino Pompei)
…Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamoci alla Madonna come un bambino si getta tra le braccia della propria mamma. Affidiamo a Lei la nostra Compagnia, Nicolino e tutte le intenzioni che custodisce nel suo cuore.
Nel primo mistero della gioia contempliamo l’annuncio dell’angelo a Maria
L’Annunciazione è il mistero a cui ritorniamo ogni giorno recitando l’Angelus. Questa preghiera ci fa rivivere il momento decisivo, in cui Dio bussò al cuore di Maria e, ricevuto il suo “sì”, incominciò a prendere carne in lei e da lei. Ci invita a fissare lo sguardo sul mistero ineffabile che Maria ha custodito per nove mesi nel suo grembo verginale: il mistero di Dio che si fa uomo (Benedetto XVI-Angelus 21.12.08).
Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria alla cugina Elisabetta
Che cosa ha spinto Maria, giovane ragazza, ad affrontare quel viaggio? Che cosa, soprattutto, l’ha spinta a dimenticare se stessa, per spendere i primi tre mesi della sua gravidanza al servizio della cugina bisognosa di assistenza? La risposta sta scritta in un Salmo: “Corro per la via dei tuoi comandamenti, [Signore,] / perché hai dilatato il mio cuore”. Lo Spirito Santo, che rese presente il Figlio di Dio nella carne di Maria, dilatò il suo cuore alle dimensioni di quello di Dio e la spinse sulla via della carità (Benedetto XVI – Discorso 31.05.07).
Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù
“Per Maria si compirono i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo”. Queste frasi, sempre di nuovo ci toccano il cuore. È arrivato il momento che l’Angelo aveva preannunziato a Nazaret: “Darai alla luce un figlio e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo”. È arrivato il momento che Israele aveva atteso da tanti secoli, durante tante ore buie – il momento in qualche modo atteso da tutta l’umanità in figure ancora confuse: che Dio si prendesse cura di noi, che uscisse dal suo nascondimento, che il mondo diventasse sano e che Egli rinnovasse tutto (Benedetto XVI – Omelia 25.12.07).
Nel quarto mistero della gioia contempliamo Gesù che viene presentato al Tempio
Fissiamo lo sguardo su Gesù, Maria e Giuseppe e adoriamo il mistero di un Dio che ha voluto nascere da una donna, la Vergine Santa, ed entrare in questo mondo per la via comune a tutti gli uomini (Benedetto XVI – Angelus 30.12.07).
Nel quinto mistero della gioia contempliamo Gesù che viene ritrovato nel Tempio
Maria è Colei che più di tutti ha compreso il senso delle parole di Gesù: “Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”. Vi insegni ad ascoltare il suo divin Figlio. Vi aiuti a dire con la vita: “Eccomi, o Dio, io vengo a fare la tua volontà” (Benedetto XVI – Messaggio 10.02.07).