Meditazioni 05 marzo 2012
Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto; Lui che era Dio volle diventare Uomo per ritrovare colui che era morto. La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l’umiltà divina. Ridestati, uomo: per te Dio si è fatto uomo. “Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,14). Per te, ripeto, Dio si è fatto uomo. Saresti morto per sempre se Lui non fosse nato nel tempo. Mai saresti stato liberato dalla carne del peccato, se Lui non avesse assunto una carne simile a quella del peccato. Ti saresti trovato sempre in uno stato di miseria, se Lui non ti avesse usato misericordia. Non saresti ritornato a vivere, se Lui non avesse condiviso la tua morte. Saresti venuto meno, se Lui non fosse venuto in tuo aiuto. Ti saresti perduto, se Lui non fosse arrivato (Sant’Agostino in Volantino Santo Natale 2010 Fides Vita).
…Invocazione allo Spirito Santo
Questa sera desideriamo ringraziare il Signore per l’incontro che ieri abbiamo vissuto. Affidiamo alla Madonna ciascuno di noi, Nicolino e tutte le sue intenzioni. Particolarmente preghiamo per il figlio della signora Claudia Gerbi e per Maria Pia, la mamma di Alessandra Mecozzi, entrambi gravemente malati. Preghiamo per il nostro carissimo Alì, che sta nell’attesa di poter partire per l’Iran dove rincontrerà la mamma e i fratelli dopo 11 anni che non li vede più.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Con la mia voce al Signore grido aiuto, / con la mia voce supplico il Signore; / davanti a lui effondo il mio lamento, / al suo cospetto sfogo la mia angoscia. / Mentre il mio spirito vien meno, / tu conosci la mia via. / Nel sentiero dove cammino / mi hanno teso un laccio. / Guarda a destra e vedi: / nessuno mi riconosce. / Non c’è per me via di scampo, / nessuno ha cura della mia vita. / Io grido a te, Signore; / dico: Sei tu il mio rifugio, / sei tu la mia sorte / nella terra dei viventi. / Ascolta la mia supplica: / ho toccato il fondo dell’angoscia. / Salvami dai miei persecutori / perché sono di me più forti. Strappa dal carcere la mia vita, / perché io renda grazie al tuo nome: / i giusti mi faranno corona / quando mi concederai la tua grazia (Sal 141).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Signore, quanti sono i miei oppressori! / Molti contro di me insorgono. / Molti di me vanno dicendo: / “Neppure Dio lo salva!”. / Ma tu, Signore, sei la mia difesa, / tu sei la mia gloria e sollevi il mio capo. / Al Signore innalzo la mia voce / e mi risponde dal suo monte santo. / Io mi corico e mi addormento, / perché il Signore mi sostiene. / Non temo la moltitudine di genti / che contro di me si accampano. / Sorgi, Signore, salvami, Dio mio (Sal 3).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Mi hanno circondato come api, / come fuoco che divampa tra le spine, / ma nel nome del Signore li ho sconfitti. / Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, / ma il Signore è stato mio aiuto. / Mia forza e mio canto è il Signore, / egli è stato la mia salvezza (Sal 117).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori (Is 53, 2b-4).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti… Ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti ed intercedeva per i colpevoli (Is 53,5.12)