Meditazioni 04 agosto 2014
“O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia. A te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua” (Sal 62).
“Di te ha detto il mio cuore: cercate il suo volto. Il tuo volto io cerco, o Signore. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 26).
In queste struggenti parole del salmo 62 e del salmo 26 ritroviamo tutto ciò che forma l’assoluto desiderio dell’uomo, che qualifica la fondamentale attesa della vita di ogni uomo […] Il cuore è tutto fatto di questo desiderio. Ciascun uomo è fatto con questo cuore che è tutto fatto di questo desiderio. Non è un’interpretazione nostra. Non è una nostra fissazione. È un fatto. È un’evidenza. La vita è oggettivamente questa sete, questa fame, questa terra sempre assetata di Colui che il mio cuore mi impone di cercare, di domandare e di anelare incessantemente. Il vero problema di ognuno di noi, fin dal primo mattino, è sempre quello di ripartire da ciò in cui è originalmente stabilito il fulcro vitale della vita di un uomo, di risentire sinceramente la realtà e l’urgenza di questa esigenza del cuore. In cui si gioca tutto il rapporto con la verità del nostro umano.
(Nicolino Pompei)
Affidiamo alla Madonna particolarmente Nicolino e tutti gli amici che stanno vivendo la Vacanza a Pizzoferrato; preghiamo per tutte le persone che stiamo invitando all’Avvenimento in piazza, perché attraverso questo semplice invito possano incontrare Gesù. Preghiamo per la nostra carissima Alessandra e per tutte le persone malate. Preghiamo per Matteo, per i suoi genitori e per tutti i suoi parenti e amici.
O Dio, vieni a salvarmi!
Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù al fiume Giordano
“Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino”. Solo gli umili prestano attenzione alla presenza del Signore. Chi non è umile è pieno di sé, pieno della sua misura, non ascolta altro che se stesso, non confida in nessun altro che in se stesso, piegando tutto alla sua presunzione. Gli umili e i poveri sono totalmente tesi al Signore, sempre tesi a cercare il Signore, a lasciarsi afferrare dalla Sua presenza. [L’umiltà, la povertà di spirito] è l’atteggiamento di chi riconosce la sua vera natura e nel Signore tutta la vera ricchezza, capacità, forza e beatitudine. Per questo solo gli umili e i poveri si rallegrano nel sentirlo parlare (Nicolino Pompei, Guardate a Lui e sarete raggianti).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
“Celebrate con me il Signore. Ho cercato il Signore ed egli mi ha risposto”. I poveri sono incessantemente nella mendicanza e nell’attesa del Signore. È la tensione normale di un uomo che si riconosce uomo, che prende sul serio l’avvenimento della sua umanità. E il Signore risponde, sempre. “Egli mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato” (Ibi).
Nel terzo mistero della luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio e l’invito alla conversione
Nel mistero dell’incarnazione, la risposta di Dio al grido dell’uomo è un Uomo che accade davanti ai propri occhi, che si incontra come presenza nella presenza di Gesù. “Guardare a Lui, cercare il Signore, ascoltarlo…”: è proprio l’esperienza del guardare Uno presente, del cercare un uomo vivo, dell’ascoltare un uomo reale che ci parla e ci chiama […] Una presenza da incontrare e da riconoscere come la massima e definitiva rivelazione di Dio all’uomo. Come la massima e definitiva risposta di Dio al cuore dell’uomo. Che siamo chiamati ad incontrare come un “TU” presente, che possiamo guardare, toccare e da cui possiamo lasciarci abbracciare […]Non qualcuno da sentire interiormente o attraverso visioni misticheggianti. Ma una presenza da riconoscere e guardare nell’esperienza reale e sensibile della vita in atto. A cui potersi rivolgere per attaccare tutto se stessi (Ibi).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù al monte Tabor
“Guardate a Lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti”. Guardare a Lui per essere raggiunti dal Suo sguardo, in cui solo la vita trova la sua massima esplicitazione, irradiazione e soddisfazione di benessere; trova la sua massima rivelazione di verità, in cui solo è possibile vincere la confusione, lo smarrimento e lo sgomento che così spesso la attanagliano (Ibi).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
“Gustate e vedete quanto è buono il Signore”. È un richiamo concretissimo. Innanzitutto, un richiamo alla realtà umanissima e sensibile di un vedere e di un gustare. E di un vedere e di un gustare che aprono all’esperienza di una reale beatitudine. Una reale beatitudine che accade nella vita di chi confida nel Signore. È un richiamo alla verifica di quanto è “raggiante” di intelligenza, di gioia, di bellezza, di bontà e di amore la vita di chi si lascia investire dal Suo sguardo (Ibi).