Meditazioni del 03 marzo 2008
All’Angelus di ieri il Santo Padre ha espresso alcune intenzioni che porta particolarmente nel suo cuore.
In comunione con lui preghiamo per l’arcivescovo di Mossul che nei giorni scorsi è stato rapito e per le anime dei tre giovani che erano con lui e sono stati uccisi al momento del rapimento. Preghiamo per tutta la Chiesa in Iraq così duramente colpita, perché sia forte e salda nella speranza.
Dopo gli ultimi gravissimi fatti di violenza tra Israeliani e Palestinesi, Insieme al Papa imploriamo il dono della pace nella terra di Gesù.
Preghiamo anche per Francesco e Salvatore, i due bambini di Gravina di Puglia, ritrovati morti nei giorni scorsi. Unendoci alla compassione del Papa, preghiamo per i loro genitori e per tutti i bambini, affidandoli al cuore di Cristo che ha detto: “Lasciate che i bambini vengano a me”.
Portiamo nella preghiera di questa sera anche tutte le nostre famiglie, perché l’incontro vissuto in questo fine settimana, continui ad essere ospitato nel cuore e porti in ciascuno frutti di conversione, amicizia e santità.
Alla Misericordia del Signore raccomandiamo l’anima di Luigi Sabatini, carissimo amico della famiglia Pompei e quindi della nostra Compagnia, e preghiamo per i suoi cari.
Alla Madonna affidiamo Nicolino e ciascuna delle intenzioni che custodisce nel suo cuore.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”. E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”. E, avanzato un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mt 26, 36-41).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Pilato allora replicò: “Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?”. Ed essi di nuovo gridarono: “Crocifiggilo!”. Ma Pilato diceva loro: “Che male ha fatto?”. Allora essi gridarono più forte: “Crocifiggilo!”. E Pilato, volendo dare soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso (Mc 14, 12-15).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi, mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: “Salve, re dei Giudei!”. E, sputandogli addosso, gli tolsero il manto, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo (Mt 27,27-31).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo (Gv 19,17-18).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la scrittura: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna imbevuta d’aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò (Gv 19, 25-30).
Carissimi Amici,
è appena iniziata la quarta settimana della Quaresima di quest’anno.
Nella Colletta di ieri la Chiesa ci ha suggerito di “affrettarci con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina”.
Aiutiamoci a non lasciar scorrere via la Grazia di questo tempo senza approfittarne o senza approfittarne pienamente.
Viviamo con umiltà e obbedienza tutti i gesti che la Chiesa ci propone in questo tempo. Ciascuno viva l’esperienza dell’astinenza e del digiuno, particolarmente il venerdì in cui facciamo memoria della passione e della morte di Gesù. Ciascuno ogni venerdì viva comunitariamente o personalmente la Via Crucis. Ciascuno favorisca il silenzio, la meditazione, il lavoro, la preghiera. Ciascuno viva la carità, anche nell’espressione dell’elemosina che il Papa ha particolarmente sottolineato nel suo Messaggio di quest’anno. In questa settimana ciascuno si lasci aiutare particolarmente dal brano di Nicolino sulla Carità che abbiamo pubblicato in “nel frammento” e dal Messaggio del Papa per la Quaresima che ugualmente abbiamo ricevuto con la nostra rivista.
“Esortiamoci a vicenda a non accogliere invano la Grazia di questo momento”.