Meditazioni del 23 febbraio 2009
Chi di noi, fin da quando apre gli occhi al mattino, si trova nella coscienza immediata del Mistero, nella consapevolezza della sua incessante iniziativa di misericordia sulla vita di ciascuno? Per riprendere coscienza occorre che la nostra libertà sia immediatamente mobilitata nella preghiera, che il desiderio e il cuore si chiariscano nella domanda, che la vita nella sua attesa e forza si lasci chiarire e innestare nella supplica. Che la vita fin dal mattino contrattacchi nella preghiera l’insidia della menzogna che ci vorrebbe sotto il dominio della volubilità degli stati d’animo, e cedevoli alla mentalità relativista e nichilista. Fin dal mattino – con tutta la precarietà che ci si può sentire particolarmente addosso – siamo invitati ad introdurci alla giornata e nella realtà con la forza di una preghiera semplice, come quella di un bambino alla mamma. A lasciarci semplicemente afferrare – come un bambino tra le braccia della mamma – fin nel primo passo mattutino, dalla sua Presenza sempre viva e vincente su ogni pressione umorale o stato d’animo, su ogni tendenza verso il basso e verso il niente.
(Nicolino Pompei).
L’introduzione alla preghiera e gli spunti di meditazione sono tratti dagli interventi di
Nicolino Pompei pubblicati in Atti del Convegno Fides Vita 2004 e 2005
Invocazione allo Spirito Santo.
Affidiamo alla Madonna il nostro Movimento, Nicolino e tutte le intenzioni che custodisce nel suo cuore.
Nel primo Mistero della Gloria contempliamo la resurrezione di Gesù
Cristo viene a salvarci, viene a salvarci patendo e morendo, subendo l’atroce dolore, subendo l’ingiusta morte: la morte più lenta e più infame. La subisce per me e la vince per me, risorgendo per me. È risorto, come aveva promesso, per me. È la fine della fine, è la morte della morte come ultima parola sulla vita. È la fine dell’incidenza tragica della veduta corta e nichilista su di me e sul mondo come ultimo giudizio; è il prorompere della Vita come ultima parola, della sua ultima parola come Misericordia su ogni uomo; è l’inizio della vita vera, già nell’adesso.
Nel secondo Mistero della Gloria contempliamo l’ascensione di Gesù al cielo
Se Gesù nelle parole rivolte ai Suoi lega il centuplo alla vita eterna è perché questa – scopo della vita – non è qualcosa di distaccato, di sconnesso dai rapporti, dai fattori della realtà, dal dinamismo della vita di ogni giorno. Bensì ne è proprio il definitivo destino, che Gesù stesso viene a rivelare, a rendere possibile, di cui in Lui ci rende capaci. Proprio perché ne è la Rivelazione, è il Mistero fatto carne, è già qui la possibilità di questa vita, che sarà totalità nella vita eterna. Il centuplo è da capire nella coscienza e nell’esigenza che siamo del destino eterno, della vita eterna. La vita eterna come attuazione e compimento della vita adesso, che quindi già deve essere partecipata e germogliare in ogni dove e in ogni fattore dell’umano, come esperienza dell’umano.
Nel terzo Mistero della Gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo
Invochiamo lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio, lo Spirito che ha fecondato Maria, che solo conosce il mio cuore, il mio segreto, la mia necessità, la mia urgenza. Qual è questo segreto? Il segreto dell’uomo è tutto nella sua domanda, nel suo cuore che è domanda assoluta di verità, di significato, di pienezza, di risposta esaustiva.
Nel quarto Mistero della Gloria contempliamo Maria che viene assunta in cielo
Non possiamo che invocare la Madonna, invocarla in nostro soccorso per la vita che è chiamata a lasciare per seguire ed amare Gesù. Invocarla come l’Altissima creatura in cui si è dimostrata la pienezza e la perfezione di una creatura nel rapporto con il Mistero, l’Altissima creatura in cui si è realizzata ed espressa la perfezione dell’umano come abbandono totale al Mistero e all’iniziativa di Dio.
Nel quinto Mistero della Gloria contempliamo Maria che viene coronata Regina del cielo e della terra
La Donna tutta sottomessa all’iniziativa del Mistero e che lo ha partorito come Uomo, deve essere sempre richiamata come compagnia necessaria. Dobbiamo invocare ora e sempre la Madonna per l’imitazione del suo fiat, come suprema obbedienza alla volontà del Padre in cui solo consiste la vita. Deve essere inesauribile lo sguardo che portiamo alla Madonna, l’accoglienza della sua compagnia e la richiesta della sua intercessione.
INTRODUZIONE ALLA QUARESIMA
Carissimi amici,
mercoledì inizia il tempo liturgico della Quaresima. Ciascuno si apra a questa Grazia ricevendo le Sacre Ceneri e vivendo il digiuno come la Chiesa ci chiede.
“Imponendo sul capo le ceneri il celebrante dice: “Ricordati che sei polvere e polvere ritornerai”, oppure ripete l’esortazione di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Entrambe le formule – dice il Papa – costituiscono un richiamo alla verità dell’esistenza umana: siamo creature limitate, peccatori bisognosi sempre di penitenza e di conversione… L’invito alla conversione è allora una spinta a tornare tra le braccia di Dio, Padre tenero e misericordioso, a fidarsi di Lui, ad affidarsi a Lui come figli adottivi, rigenerati dal suo amore. Con sapiente pedagogia la Chiesa ripete che la conversione è anzitutto una grazia, un dono che apre il cuore all’infinita bontà di Dio. Egli stesso previene con la sua grazia il nostro desiderio di conversione e accompagna i nostri sforzi verso la piena adesione alla sua volontà salvifica. Convertirsi vuol dire allora lasciarsi conquistare da Gesù e con Lui “ritornare” al Padre (Benedetto XVI – Udienza generale 06.02.08).
Per favorire in ciascuno questo “lasciarsi conquistare da Gesù”, la Chiesa con materna premura e sapienza, ci propone ogni anno alcuni gesti da vivere particolarmente nel periodo della Quaresima: la preghiera, la carità e il digiuno. Con semplicità e umiltà, senza semplificazioni e interpretazioni varie, ognuno viva tutte le indicazioni che ci sono offerte in questo tempo di Grazia. Ciascuno viva più assiduamente e seriamente la preghiera a cui siamo educati, in particolare la Santa Messa e il Sacramento della Confessione, il digiuno e la preghiera della Via Crucis ogni venerdì, momenti di silenzio e di meditazione. Ciascuno viva gesti di carità, di perdono e di riconciliazione. Ciascuno sappia anche cogliere l’occasione di questa Quaresima per considerare più seriamente il dono della nostra Amicizia e per rispondere alla propria elezione portando Gesù ad ogni uomo, in ogni ambito in cui siamo chiamati a vivere… Sosteniamoci vicendevolmente a non lasciar passare invano la Grazia che questa Quaresima è.
Come strumenti di lavoro e di meditazione per questo periodo, nel numero di nel frammento appena uscito troviamo un brano di Nicolino e il Messaggio del Papa per la Quaresima di quest’anno.