Meditazioni del 16 febbraio 2009
“Tu, o Maria, sei la pienezza e la certezza di quello che siamo chiamati ad essere, la pienezza esemplare per tutta la santa Chiesa di ciò che siamo chiamati a vivere come abbandono al Mistero, a Dio, a Cristo nell’istante breve.
Con il tuo “sì” ci hai dato Gesù, ci hai dato Dio che si rivela nella carne di Gesù…
Ci sostenga la tua materna e potente compagnia nella risposta che siamo ora chiamati a dare all’iniziativa del Mistero, che ci sta avvolgendo e chiamando proprio adesso…
Ci sostenga ad assumerla come tensione normale dentro il drammatico cammino della vita, nel drammatico rapporto con la realtà di ogni giorno.
Affidiamoci come bambini alla sua materna presenza.
Guardiamola sempre e domandiamole sempre che la nostra libertà si inserisca nella sua, che il nostro “sì” si innesti nel suo “sì”, nel suo “sì” a Dio”. (Nicolino Pompei, Atti del Convegno Fides Vita 2005, pag 43 e 44)
Invocazione allo Spirito Santo
Affidiamo alla Madonna il nostro Movimento, Nicolino e tutte le intenzioni che custodisce nel suo cuore.
Nel primo mistero del dolore contempliamo l’agonia di Gesù nel Getsemani
Cristo nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 5,7-9).
Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene flagellato
Mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Rm 5, 6-8).
Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù che viene coronato di spine
Comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia (1Pt 1,17b-19).
Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che sale al Calvario
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi (Gv 15, 13-15).
Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore in croce
Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore (Rm 8, 35.37-39).