Meditazioni 16 gennaio 2017
Affiorano spontanee le care parole della preghiera alla Madonna di Chartres del nostro grande amico Charles Péguy. Soprattutto quelle dove richiama la facile e semplice dinamica del rimanere nella Grazia e del cedimento a questa iniziativa infinita: “Ecco il luogo del mondo dove tutto diviene facile…”. Lo dicevamo prima: è proprio facile sbagliare, tradire, peccare… eppure, proprio guardando l’esperienza genitoriale di molti di voi, dei vostri bambini nel rapporto con voi, sono sempre commosso dal vedere come è sempre più facile essere riabbracciati, risollevati, riaffermati… In quello che vediamo nei nostri bambini, dobbiamo ritrovare, da adulti, l’atteggiamento e il dinamismo del cuore e la certezza di una presenza distintamente riconosciuta, sicura e irrinunciabile. Che mostra il volto, la strada e l’esperienza di questa semplicità e facilità del lasciarsi abbracciare e riabbracciare sempre. La bocca non sa dire, né le parole esprimere… anzi, come dice Péguy, “abbiamo perso il gusto per i discorsi e non abbiamo più altari se non i vostri, non sappiamo nient’altro che una preghiera semplice…”. Non sappiamo nient’altro che l’esperienza semplice e disarmante di chi si lascia afferrare da questa Presenza e nel proprio umano folgora e irradia la vita di altri dell’amore di Cristo. Non abbiamo altro che questa semplice preghiera che sgorga da un cuore tutto arso dalla memoria di Cristo, invaso dalla dolcezza della dolce memoria di Cristo. Non abbiamo altro che il dono immeritato di questa Compagnia nella Chiesa, come facile adesione e semplice attaccamento della vita a questo Infinito Amore che l’ha voluta per attirarci continuamente a sé, per corrispondergli in ogni e con tutti gli istanti della vita.
E non abbiamo altro che l’irrinunciabile compagnia della Madonna. Proprio a Lei chiediamo di essere aiutati a guardare e a fissare continuamente la presenza di Gesù. Chiediamo di guardare alla grande presenza di Cristo come la guardava Lei e come ci si abbandonava Lei. A riconoscerlo, fino all’attaccamento di tutto noi stessi, come l’Avvenimento affermativo dell’insopprimibile urgenza di verità, di gioia e di felicità del nostro desiderio (Nicolino Pompei, La bocca non sa dire né la parola esprimere: solo chi lo prova può credere cosa sia amare Gesù).
In comunione con Papa Francesco preghiamo per i migranti e per i rifugiati, specialmente per “i minorenni, vulnerabili e senza voce!”. Affidiamo a Maria Santissima tutti i nostri cari malati, in particolare Giulio. Preghiamo per Mariella, Stefania, Giuseppe e per tutti i nostri cari defunti. Il signore benedica il nostro popolo e il nostro cammino, ci accompagni incessantemente con la sua misericordia e faccia risplendere il suo volto su Nicolino e su ciascuno di noi.
O Dio, vieni a salvarmi
Signore, vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
Come era nel principio è ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen
Invocazione allo Spirito Santo…
Nel primo mistero della luce contempliamo il battesimo di Gesù
Mentre tutti sono lì a bocca aperta, con gli occhi spalancati, in un ascolto attentissimo, in un silenzio che faceva ancor di più emergere la forza del suo grido, improvvisamente Giovanni si azzittisce. E il suo sguardo, normalmente rivolto a ciascuno dei presenti, lo ritroviamo a fissare intensamente la figura di un uomo – un uomo giovane, un trentenne – che gli sta venendo incontro. È Gesù, che come uno dei tanti è presente, e fa la fila come tutti, prima di presentarsi davanti a Giovanni. Pensate che cosa inaudita: il Mistero fatto uomo, il Mistero in cui tutto consiste fatto uomo, l’avvenimento della salvezza… come uno dei tanti tra la folla. Che si sottomette alla comune condotta di tutti… Gesù si presenta davanti a Giovanni per essere come tutti gli altri battezzato, ma lui vuole impedirglielo, e gli dice: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te e tu invece vieni a me?”. Ma Gesù lo fa tacere e gli impone di farlo, replicandogli: “Lascia per ora. Per noi infatti è doveroso adempiere ogni giustizia”. È un momento brevissimo ma intensissimo, di un’intensità unica. E Gesù, dopo il gesto dell’immersione, esce dall’acqua e riprende il suo cammino (Nicolino Pompei, Mostraci il Padre e ci basta… Chi ha visto Me ha visto il Padre).
Nel secondo mistero della luce contempliamo il miracolo di Gesù alle nozze di Cana
E accade il miracolo. C’è poco da discutere o da interpretare. C’è la realtà, evidentemente straordinaria di un fatto che accade davanti agli occhi dei Primi, che ancora una volta vince tutta quella umanissima perplessità, che non facciamo fatica ad immaginare in loro. C’è l’evidenza e la forza del fatto… In situazioni come questa, si rinnova quella domanda che continuamente si imponeva al cuore di chi lo seguiva o assisteva ad avvenimenti straordinari come questi: “Ma chi è costui?”. Qual è la vera natura di quest’uomo? La fede è proprio la risposta a questa domanda (Ibi).
Nel terzo mistero della luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio
È solo il Totalmente Altro da noi che ci può introdurre alla sua rivelazione e al suo riconoscimento. Noi non dobbiamo fare altro che essere nella sincerità e nella coerenza della nostra natura e lasciarci introdurre dal Mistero che si presenta, si fa incontro e ci introduce e ci porta alla verità di sé e al modo del rapporto con Lui. Qual è la domanda che segna tutta la preghiera originale di ogni uomo e che ci viene testimoniata costantemente dalla preghiera dei Salmi? – Mostrati Signore, perché se tu non ti mostri come potrò mai incontrarti? Questa è la domanda ed è questa la vera dinamica a cui devono ubbidire la libertà e la ragione dell’uomo (Ibi).
Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù
Vedere Dio è la massima esplicitazione del desiderio dell’uomo, è la massima soddisfazione dell’esigenza del cuore, il massimo compimento della vita. Quindi non è sbagliata la domanda: Mostraci il Padre e ci basta. Ma a questa domanda Dio ha risposto. La risposta è Gesù. La domanda è totalmente esaudita e la risposta è Gesù, la sua presenza, proprio quella che sta davanti agli occhi dei discepoli, come per noi nella presenza della Chiesa… La verità di cui parla Gesù è proprio la rivelazione in se stesso di Dio e del suo disegno salvifico. È la comunione tra il Padre e il Figlio, di cui Gesù è la trasparenza, la piena e reale manifestazione attraverso cui l’uomo è chiamato ad accoglierla e a viverla. Ed è chiamato ad accoglierla e a viverla nella fede come riconoscimento pieno di Gesù (Ibi).
Nel quinto mistero della luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia
Nessuno – dice il Signore – viene a me se il Padre che mi ha mandato non lo attira… Nessuno ha visto il Padre tranne Colui che viene da Dio… Sono io il pane della vita, il pane vivo disceso dal cielo. Chi mangerà di questo pane vivrà in eterno. Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. Perché la mia carne è il vero cibo e il mio sangue è la vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui (Ibi).